A Milano l’artista Renata Bertolini presenterà la personale dal titolo “La pittura dell’anima”. La mostra, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes, direttore delle Milano Art Gallery, avrà luogo nello spazio culturale “La Porta Verde”, in via Ampère 102. L’inaugurazione è prevista per venerdì 11 gennaio, con la presenza di Roberto Villa, fotografo di fama internazionale.
L’opera della Bertolini inizia dal caos dello scarabocchio per attraversare, crescendo, rappresentando, eliminando sintomi attraverso la produzione. Una proiezione grafica che prende coscienza di sé attraverso diversi stili. Tutti che si ritrovano nel vocabolario dell’inconscio collettivo, dunque nella storia dell’arte umana, dunque nel vocabolario della sua anima e dell’anima di ciascuno.
Il Prof. Vittorio Sgarbi, in riferimento alla sua produzione artistica, scrive: “Il caso della Bertolini è quello di una singolare coincidenza tra il linguaggio dei segni da lei inventato, quindi totalmente suo, e un linguaggio verbale che è quello che noi comunichiamo, cioè a dire che questi quadri come avviene hanno un titolo. L’artista parte dall’idea che il linguaggio del segno, assolutamente suo, alla fine si può identificare con il linguaggio della parola, e quindi i titoli che le opere d’arte hanno corrispondono al contenuto che autonomamente il suo segno ha costruito. La Bertolini ha dato dimostrazione di metodo molto importante, cioè che ogni mano, in particolare la sua, ha una lingua. Io credo che le sue opere comunichino in maniera assolutamente perfetta quello che poi il linguaggio verbale traduce”.
L’esposizione delle opere di Renata Bertolini si terrà fino a venerdì primo febbraio 2019.
In vista dell’atteso vernissage, abbiamo quindi voluto conoscere meglio la talentuosa pittrice rivolgendole alcune domande.
Signora Bertolini, è la sua prima personale a Milano?
La ringrazio. No, non è la prima personale, ho già fatto una mostra a Milano già nell’’88 a Palazzo Reale, una bella esposizione con il Prof. Vittorio Sgarbi.
Visto il suo percorso, ci chiedevamo: c’è un nesso tra la dott.ssa Maria Rita Parsi, rinomata psicologa e psicoterapeuta, e la sua arte?
Molto tempo fa ho fatto un periodo di sedute da lei, avevo bisogno dell’aiuto di una psicoterapeuta. Premetto che mi è sempre piaciuto dipingere, fin da ragazza. Quello era un periodo difficile per me, quando l’ho incontrata. Mi sono messa a disegnare e dipingere, poi facevamo anche qualche seduta di psicoterapia. Io sono autodidatta, ma la Dott.ssa Parsi mi ha fatto conoscere molte persone interessanti. Le devo molto.
Possiamo quindi parlare di arteterapia?
Sì, l’arte aiuta a stare bene. Anche se non voglio parlare solo di arteterapia. Mi è sempre piaciuto fare arte.
Qual è la sua formazione?
Io sono un’insegnante di educazione fisica. Ho studiato all’Isef Scienze Motorie perché a casa mia non era ben visto il lavoro di pittura. Non avevo persone giuste che mi incitassero a continuare, vicino a me, come invece ha fatto la dott.ssa Parsi.
Quali sono le correnti artistiche a cui s’ispira e che predilige della Storia dell’arte?
Mi ispiro a me stessa. L’ispirazione la prendo da me, anche come genere di pittura. Non ho mai avuto una scuola. Sono “pura” e non sono accademica. Mi sono sempre informata, però. Ho iniziato a dipingere nell’’86, in coincidenza con un brutto periodo: ero sola, e per me fare arte era come scrivere un diario, un lavoro autobiografico.
Quale tecnica preferisce e utilizza più spesso?
Pittura e disegni. Ho iniziato con i disegni, utilizzando matita foglio. Ho realizzato tanti disegni anni negli anni Ottanta e Novanta, poi mi sono dilettata con pittura ad olio. Non ho mai usato altre tecniche.
Cosa desidera trasmettere con le sue creazioni?
Spero che le persone che vedono le mie opere si emozionino e si ritrovino in qualche dipingo. Tuttavia devo aggiungere che a volte io guardo un’opera e per me ha un significato, se magari la guarda un altro, acquista un altro senso. Quindi l’arte è molto soggettiva per ciascuno.
Dipinge quando sta bene emotivamente o nei momenti di fragilità?
Io creo sempre! Dipingo quando sto bene e anche quando sto male. Le mie opere mi fanno compagnia. Ora sto bene, anche se sono stata male in passato.Inizio un quadro e nel tempo viene fuori da solo.
Lei realizza sia opere figurative che paesaggi. Qual è il tema che predilige?
In genere dipingo visi, perché mi riconosco in questi soggetti. Mi viene istintivo, ma raffiguro anche la natura: il mare, i fiori… In ogni caso prediligo i volti. Poi dipende da quello che mi ispira: può essere il volto di un’amica, una spiaggia o quello che vivo nell’attualità.
Signora Bertolini, è la sua prima personale a Milano?
La ringrazio. No, non è la prima personale, ho già fatto una mostra a Milano già nell’’88 a Palazzo Reale, una bella esposizione con il Prof. Vittorio Sgarbi.
Visto il suo percorso, ci chiedevamo: c’è un nesso tra la dott.ssa Maria Rita Parsi, rinomata psicologa e psicoterapeuta, e la sua arte?
Molto tempo fa ho fatto un periodo di sedute da lei, avevo bisogno dell’aiuto di una psicoterapeuta. Premetto che mi è sempre piaciuto dipingere, fin da ragazza. Quello era un periodo difficile per me, quando l’ho incontrata. Mi sono messa a disegnare e dipingere, poi facevamo anche qualche seduta di psicoterapia. Io sono autodidatta, ma la Dott.ssa Parsi mi ha fatto conoscere molte persone interessanti. Le devo molto.
Possiamo quindi parlare di arteterapia?
Sì, l’arte aiuta a stare bene. Anche se non voglio parlare solo di arteterapia. Mi è sempre piaciuto fare arte.
Qual è la sua formazione?
Io sono un’insegnante di educazione fisica. Ho studiato all’Isef Scienze Motorie perché a casa mia non era ben visto il lavoro di pittura. Non avevo persone giuste che mi incitassero a continuare, vicino a me, come invece ha fatto la dott.ssa Parsi.
Quali sono le correnti artistiche a cui s’ispira e che predilige della Storia dell’arte?
Mi ispiro a me stessa. L’ispirazione la prendo da me, anche come genere di pittura. Non ho mai avuto una scuola. Sono “pura” e non sono accademica. Mi sono sempre informata, però. Ho iniziato a dipingere nell’’86, in coincidenza con un brutto periodo: ero sola, e per me fare arte era come scrivere un diario, un lavoro autobiografico.
Quale tecnica preferisce e utilizza più spesso?
Pittura e disegni. Ho iniziato con i disegni, utilizzando matita foglio. Ho realizzato tanti disegni anni negli anni Ottanta e Novanta, poi mi sono dilettata con pittura ad olio. Non ho mai usato altre tecniche.
Cosa desidera trasmettere con le sue creazioni?
Spero che le persone che vedono le mie opere si emozionino e si ritrovino in qualche dipingo. Tuttavia devo aggiungere che a volte io guardo un’opera e per me ha un significato, se magari la guarda un altro, acquista un altro senso. Quindi l’arte è molto soggettiva per ciascuno.
Dipinge quando sta bene emotivamente o nei momenti di fragilità?
Io creo sempre! Dipingo quando sto bene e anche quando sto male. Le mie opere mi fanno compagnia. Ora sto bene, anche se sono stata male in passato.Inizio un quadro e nel tempo viene fuori da solo.
Lei realizza sia opere figurative che paesaggi. Qual è il tema che predilige?
In genere dipingo visi, perché mi riconosco in questi soggetti. Mi viene istintivo, ma raffiguro anche la natura: il mare, i fiori… In ogni caso prediligo i volti. Poi dipende da quello che mi ispira: può essere il volto di un’amica, una spiaggia o quello che vivo nell’attualità.
Per maggiori informazioni è possibile chiamare lo 0424 525190, scrivere a info@milanoartgallery.it oppure visitare il sito www.milanoartgallery.it.
