Chiusura 23/02/2020
di Clara Bartolini
La galleria nella quale viene presentata la mostra dal giorno 8 al 23 febbraio, si trova in uno dei chiostri della splendida e completamente affrescata Santa Maria della Certosa a Milano, e la scelta è davvero perfetta.
La galleria nella quale viene presentata la mostra dal giorno 8 al 23 febbraio, si trova in uno dei chiostri della splendida e completamente affrescata Santa Maria della Certosa a Milano, e la scelta è davvero perfetta.
Via Garegnano, 28 Milano mappa
Inaugurazione 08/02/2020
Via Garegnano, 28 Milano mappa 23/02/2020
La galleria nella quale viene presentata la mostra dal giorno 8 al 23 febbraio, si trova in uno dei chiostri della splendida e completamente affrescata Santa Maria della Certosa a Milano, e la scelta è davvero perfetta. In quanto, oltre alle opere, è bello trovarsi davanti a delle emozioni inaspettate, si perché i dipinti di Giancarlo Curone, presentati in questa retrospettiva curata da Francesca Bellola, sono "emozioni" liquide, immaginifiche, coinvolgenti, si aprono come finestre davanti ad un mondo naturalistico a metà tra il reale e l'onirico.
L'acqua è l'elemento basico nell'espressione artistica di Curone, l'acqua della pianura Padana, l'artista è nato a Vigevano, quella dei laghi, dei fiumi, quella pacata insomma. Una visione, cheta, pacificante, a volte malinconica ma sempre intima, toccante. Un poeta dell'acqua si potrebbe definire l'artista, che ci conduce nei suoi azzurri senza fine e senza tempo, nei suoi spazi e nei voli infiniti. La sua tavolozza è avvolgente, luminosa, abbacinante.
Bene fanno gli eredi, dopo la morte di Curone nel 2014, a voler condividere con il pubblico questo astrattismo che si esprime anche nelle figure femminili appena abbozzate e proprio per questo attraenti e interlocutorie, viste di spalle, di profilo, volanti. Fa bene ricordare questa visione liquida come in sogno visitando un luogo che vale anch'esso il viaggio.
L'acqua è l'elemento basico nell'espressione artistica di Curone, l'acqua della pianura Padana, l'artista è nato a Vigevano, quella dei laghi, dei fiumi, quella pacata insomma. Una visione, cheta, pacificante, a volte malinconica ma sempre intima, toccante. Un poeta dell'acqua si potrebbe definire l'artista, che ci conduce nei suoi azzurri senza fine e senza tempo, nei suoi spazi e nei voli infiniti. La sua tavolozza è avvolgente, luminosa, abbacinante.
Bene fanno gli eredi, dopo la morte di Curone nel 2014, a voler condividere con il pubblico questo astrattismo che si esprime anche nelle figure femminili appena abbozzate e proprio per questo attraenti e interlocutorie, viste di spalle, di profilo, volanti. Fa bene ricordare questa visione liquida come in sogno visitando un luogo che vale anch'esso il viaggio.