Chiusura 05/03/2020
In occasione del centenario della nascita del pittore Franco Francese (Milano 1920-1996) la Casa Museo Boschi di Stefano ospita dal 12 febbraio al 5 marzo 2020, per la serie dei “Visti da vicino”, una mostra a lui dedicata, a cura di Luca Pietro Nicoletti, storico dell’arte e ricercatore all’Università di Udine.
via Jan, 15 Milano mappa
Inaugurazione 12/02/2020
via Jan, 15 Milano mappa 05/03/2020
In occasione del centenario della nascita del pittore Franco Francese (Milano 1920-1996) la Casa Museo Boschi di Stefano ospita dal 12 febbraio al 5 marzo 2020, per la serie dei “Visti da vicino”, una mostra a lui dedicata, a cura di Luca Pietro Nicoletti, storico dell’arte e ricercatore all’Università di Udine.
L’esposizione intende rendere omaggio a una figura cruciale del panorama milanese a partire dalle sue opere conservate nelle civiche raccolte e in altre collezioni pubbliche e private. Sarà ospitata negli spazi della ex Scuola di ceramica “Jan 15” e articolata in macro nuclei tematici: le opere del periodo realista postcubista, seguite da un espressionismo che sfocerà per un breve periodo nell’informale, per finire con la complessa tematica dei “cicli”, legati alla vanitas e alla reinterpretazione della Malinconia del Dürer.
In particolare si intende mettere in rilievo il rapporto fra l’artista, la collezione Boschi Di Stefano (che conserva alcuni suoi importanti dipinti degli anni Quaranta e Cinquanta) e la Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli, attraverso oltre quaranta fra opere pittoriche e grafiche, documentazione e pubblicazioni.
Questo consentirà una ricognizione sul corpus delle opere di Francese che, seguendo il filo delle principali pubblicazioni che lo riguardano e della sua singolare fortuna critica, permetterà un confronto diretto fra libri e pittura. Francese rappresenta infatti un punto di contatto significativo nei rapporti fra arte e letteratura, come testimonia il lungo sodalizio con uomini di lettere come Giovanni Testori, Dante Isella e Vittorio Sereni.
Punto di congiunzione cruciale, per quanto riguarda l’arte italiana del secondo Novecento, nella transizione dalle ricerche di Corrente alla Nuova Figurazione di taglio espressionista, Franco Francese riveste un ruolo centrale per una generazione di artisti più giovani, esordienti all’inizio degli anni Sessanta, e segna uno snodo fondamentale nella riscoperta “pittorica” di Sironi nel dopoguerra.
L’esposizione intende rendere omaggio a una figura cruciale del panorama milanese a partire dalle sue opere conservate nelle civiche raccolte e in altre collezioni pubbliche e private. Sarà ospitata negli spazi della ex Scuola di ceramica “Jan 15” e articolata in macro nuclei tematici: le opere del periodo realista postcubista, seguite da un espressionismo che sfocerà per un breve periodo nell’informale, per finire con la complessa tematica dei “cicli”, legati alla vanitas e alla reinterpretazione della Malinconia del Dürer.
In particolare si intende mettere in rilievo il rapporto fra l’artista, la collezione Boschi Di Stefano (che conserva alcuni suoi importanti dipinti degli anni Quaranta e Cinquanta) e la Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli, attraverso oltre quaranta fra opere pittoriche e grafiche, documentazione e pubblicazioni.
Questo consentirà una ricognizione sul corpus delle opere di Francese che, seguendo il filo delle principali pubblicazioni che lo riguardano e della sua singolare fortuna critica, permetterà un confronto diretto fra libri e pittura. Francese rappresenta infatti un punto di contatto significativo nei rapporti fra arte e letteratura, come testimonia il lungo sodalizio con uomini di lettere come Giovanni Testori, Dante Isella e Vittorio Sereni.
Punto di congiunzione cruciale, per quanto riguarda l’arte italiana del secondo Novecento, nella transizione dalle ricerche di Corrente alla Nuova Figurazione di taglio espressionista, Franco Francese riveste un ruolo centrale per una generazione di artisti più giovani, esordienti all’inizio degli anni Sessanta, e segna uno snodo fondamentale nella riscoperta “pittorica” di Sironi nel dopoguerra.