a cura di Francesca Bellola
«Io non provo orgoglio per tutto ciò che come poeta ho prodotto [...] Sono invece orgoglioso del fatto che, nel mio secolo, sono stato l'unico che ha visto chiaro in questa difficile scienza del colore, e sono cosciente di essere superiore a molti saggi». Questa considerazione di Goethe, deriva dal suo saggio “La teoria dei colori” pubblicato nel 1910.
«Io non provo orgoglio per tutto ciò che come poeta ho prodotto [...] Sono invece orgoglioso del fatto che, nel mio secolo, sono stato l'unico che ha visto chiaro in questa difficile scienza del colore, e sono cosciente di essere superiore a molti saggi». Questa considerazione di Goethe, deriva dal suo saggio “La teoria dei colori” pubblicato nel 1910.
Arturo Bosetti, eclettico artista, con un passato di docente di Disegno e Storia dell'Arte, nonché restauratore, ha colto sin dagli inizi della sua carriera, l'importanza della luce dalla quale scaturiscono i colori.
«Io non provo orgoglio per tutto ciò che come poeta ho prodotto [...] Sono invece orgoglioso del fatto che, nel mio secolo, sono stato l'unico che ha visto chiaro in questa difficile scienza del colore, e sono cosciente di essere superiore a molti saggi». Questa considerazione di Goethe, deriva dal suo saggio “La teoria dei colori” pubblicato nel 1910.
Arturo Bosetti, eclettico artista, con un passato di docente di Disegno e Storia dell'Arte, nonché restauratore, ha colto sin dagli inizi della sua carriera, l'importanza della luce dalla quale scaturiscono i colori. Fonte d'ispirazione è certamente Turner, meglio definito come il “pittore della luce”, uno dei più grandi maestri della pittura paesaggistica, famoso non solo per le sue opere ad olio, ma anche per la sua maestria con acquerello.
La materia pittorica di Bosetti approda ad un elevato livello pittorico, dove la composizione prettamente figurativa, raggiunge il suo apice.
La ricerca instancabile della visione del comporsi e dello scomporsi, amalgamarsi e fondersi della sfera cromatica, attraverso la quale si delinea la nostra esistenza, è il frutto dell'esperienza visiva dell'autore. Molte sue opere eseguite ad acquerello su carta o seta, sono di una leggerezza impalpabile. Il tratto veloce, senza esitazioni, non può concedere errori mentre l'acqua si deposita rapidamente sul supporto, formando macchie che creano atmosfere suggestive, elaborate con la padronanza d'esecuzione di un artista appassionato e fervido.
Si noti lo splendido dipinto “L'Attesa” realizzato con la tecnica mista del 2018, che raffigura una donna fragile, probabilmente una prostituta, appoggiata al muro sotto la pioggia, mentre aspetta in solitudine, con aria disarmante, il prossimo cliente. Questa riflessione dell'autore è esplicativa: «Penso che l'arte serva a restiture le persone a se stesse, per allontanarle dal frastuono, aiutandole a ritrovarsi». In questo periodo è più che mai attuale.
Arturo Bosetti, eclettico artista, con un passato di docente di Disegno e Storia dell'Arte, nonché restauratore, ha colto sin dagli inizi della sua carriera, l'importanza della luce dalla quale scaturiscono i colori. Fonte d'ispirazione è certamente Turner, meglio definito come il “pittore della luce”, uno dei più grandi maestri della pittura paesaggistica, famoso non solo per le sue opere ad olio, ma anche per la sua maestria con acquerello.
La materia pittorica di Bosetti approda ad un elevato livello pittorico, dove la composizione prettamente figurativa, raggiunge il suo apice.
La ricerca instancabile della visione del comporsi e dello scomporsi, amalgamarsi e fondersi della sfera cromatica, attraverso la quale si delinea la nostra esistenza, è il frutto dell'esperienza visiva dell'autore. Molte sue opere eseguite ad acquerello su carta o seta, sono di una leggerezza impalpabile. Il tratto veloce, senza esitazioni, non può concedere errori mentre l'acqua si deposita rapidamente sul supporto, formando macchie che creano atmosfere suggestive, elaborate con la padronanza d'esecuzione di un artista appassionato e fervido.
Si noti lo splendido dipinto “L'Attesa” realizzato con la tecnica mista del 2018, che raffigura una donna fragile, probabilmente una prostituta, appoggiata al muro sotto la pioggia, mentre aspetta in solitudine, con aria disarmante, il prossimo cliente. Questa riflessione dell'autore è esplicativa: «Penso che l'arte serva a restiture le persone a se stesse, per allontanarle dal frastuono, aiutandole a ritrovarsi». In questo periodo è più che mai attuale.
Informazioni: francescabellola10@gmail.com