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Giovanni Marinelli: «La mia visione del mondo»

  Chiusura 21/09/2020
di Francesca Bellola
È mai possibile incontrare un fotografo contemporaneo che abbia trovato l’equilibrio perfetto tra digitale e analogico? Noi di Ok Arte crediamo di sì. Dopo il lungo periodo della 'ferma’ da Covid, la città di Milano, un po’ sempre in avanti rispetto alle altre, ospita al Salotto di Milano in corso Venezia Le città. Reloaded, progetto fotografico realizzato da Giovanni Marinelli, come sempre, la produzione artistica contemporanea, invita a riflettere sul nostro 'adesso’.
Corso Venezia, 7 Milano mappa
Inaugurazione 10/09/2020
Giovanni Marinelli inizia a fotografare nel 1970. Le sue opere sono state esposte durante la Biennale (2011) all’Alinari di Firenze, (2012), e altri tra cui l’importante Marcinelle ’60 realizzato con BAG Gallery. Ha lavorato a progetti installativi assieme a Franco Summa. Pubblicato cum nota su varie enciclopedie e stampa del settore dell’arte e di interior design. La produzione di fotografie è rigorosamente a edizione limitata e si divide 'in tandem’ tra bianco e nero rigoroso e colore re-azionale. “Si riporta, senza ripetersi, ai suoi verticalismi, ai giochi di prospettiva che lo hanno sempre reso poeta delle strutture, architetto delle scalate verso il cielo.” - Dunia Elfarouk.
 
Marinelli, non posso non partire da qui: cos'è per te la bellezza? 
Il Battito.
 
Hai iniziato ad interessarti alla fotografia nel 1970. Com'è andata?
Tutto iniziò con un regalo, una macchina fotografica, esattamente una Rolleiflex biottica TRL ma non credo sia stato il regalo a cambiare me, ma io a cambiare la prospettiva a chi me l’ha regalata.
 
Quanto è cambiata la fotografia del passato rispetto a quella digitale?
Fondamentalmente abbastanza, in quanto si può lavorare sulla luce in post produzione, resta comunque la scelta del dove come cosa quando, e fa sempre la differenza.

Un maestro al quale ti sei ispirato?
L’arte è una staffetta che inizia con il primo uomo sulla terra, per cui nessuno in particolare.
 
Hai ottenuto importanti riconoscimenti critici e realizzato mostre fotografiche in prestigiose sedi museali e gallerie in Italia e all'estero. 
Com'è nato il tuo ultimo progetto “Le città. Reloaded”? Vuoi parlare della tua produzione in mostra dal 10 al 21 settembre al Salotto di Milano? 

Il corpus opere di “Le città Reloaded” è composto da ben tre serie, Parma Project, Pop Cities, Flora, lavori differenti, due serie ultra-saturate di colore fino allo spasmo, le altre ad alto contrasto tra bianco e nero, entrambe le modalità assolute, in un certo senso. Filo rosso in comune: cosa resta del mondo e la visione della giusta direzione, intesa come via necessaria alla sopravvivenza dell’essere umano, come e cosa fare, con il Covid l’ha capito la società globale, non solo noi dell’arte….
 
Il progetto fotografico è accompagnato da stralci dall’incredibile “Le città del silenzio”, del 1926 di Gabriele D’Annunzio. Perché questa scelta? 
Il cosiddetto mondo intellettuale, pensatore, il più delle volte non viene capito nella propria epoca, in quanto considerato, nel migliore dei casi, stravagante, quindi non veritiero in senso razionale, dopo 100 anni scopri (sempre) che quei pochi avevano ragione (sempre). D’Annunzio è un puro caso, o forse no, sta di fatto che quando disponi informazioni, puoi scegliere.
Il progetto Le città. Reloaded è documentato nello splendido catalogo edito AIMagazinebOOks con la supervisione di Christina Magnanelli Weitensfelder, CEO ed editore della casa editrice. 
 
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Viaggio nell'Arte con Francesca Bellola

Rikke Laursen

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