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Decima edizione delle GIORNATE FAI D’AUTUNNO Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

sabato 16 e domenica 17 ottobre 2021
Visite a contributo libero in 600 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 300 città d’Italia.
Tra questi, 42 beni delle Forze Armate in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto
L’EDIZIONE 2021 È DEDICATA AD ANGELO MARAMAI (1961-2021)
GIÀ DIRETTORE GENERALE DEL FAI
Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it

I Giovani del FAI, con il supporto di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture,
propongono per sabato 16 e domenica 17 ottobre la decima edizione delle Giornate d’Autunno con visite in 600
luoghi solitamente inaccessibili o poco noti in 300 città d’Italia tra cui 42 luoghi del Ministero della Difesa, dello
Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate, aperti in occasione del centenario del Milite Ignoto.
Torna la grande festa delle Giornate FAI, la più importante manifestazione di piazza dedicata al nostro patrimonio
artistico e culturale. Con energia, coraggio, voglia di fare, di migliorare e migliorarsi, di condividere e soprattutto con
una passione travolgente per il nostro Paese, oltre 5.000 tra delegati e volontari FAI sono pronti a far innamorare
tutti gli italiani dell’Italia. L’opportunità, ogni anno nuova e diversa, per accostarsi a un patrimonio smisurato
e policromo, raccontato per l’occasione con l’entusiasmo contagioso di tutti i giovani che sposano la missione
culturale del FAI: diffondere e coltivare la consapevolezza che l’Italia custodisce tesori inestimabili, fondamento
dell’orgoglio che ogni cittadino prova davanti all’eccezionale bellezza del Paese e solida base su cui costruire la
prosperità del futuro. Le Giornate FAI sono, dunque, un incontro sentimentale, un abbraccio collettivo tra i
visitatori e l’ambiente che li circonda, prodigo di natura, arte e storia. In una parola: cultura.
Quest’anno, tra le aperture proposte, ai luoghi sorprendenti delle Giornate FAI – dal Casino del Bel Respiro a Roma
a Villa Salviati a Firenze, dalla Chiesa di San Carlo Borromeo a Ferrara all’Amideria Chiozza a Ruda (UD),
dalla Scuola di Alta Formazione in restauro di Matera ai borghi di Stornara (FG) con i suoi murales e di
Robilante (CN), sul percorso della “Ferrovia delle Meraviglie” – si aggiungono anche visite ad alto impatto emotivo
quali quelle nei territori devastati dagli incendi della scorsa estate: Santu Lussurgiu (OR), dove le fiamme hanno
distrutto quasi interamente l’area protetta di Montiferru bruciando 650 ettari di bosco, e Platania (CZ), dove si potrà
attraversare la foresta parzialmente distrutta del Monte Reventino. Due itinerari fuori dal comune per comprendere a
fondo i danni spesso irreparabili degli incendi, e riflettere sull’importanza della cura e della tutela del patrimonio
ambientale. Inoltre, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate concederanno
l’accesso straordinario in loro luoghi-simbolo, di significativa importanza storica e istituzionale: tra questi, ad
esempio, Palazzo Esercito a Roma, la Scuola di Applicazione dell’Esercito a Torino, la Real Casina di Caccia dei
Borbone a Persano (SA), Palazzo Cusani a Milano, il Centro Logistico dell’Aeronautica Militare di Cadimare a
La Spezia, il Complesso di Santa Giuliana a Perugia e l’Arsenale di Venezia.
Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI. È infatti suggerito un contributo non obbligatorio di 3 euro. La
donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi
aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati. Chi lo vorrà potrà anche iscriversi
al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. Agli iscritti saranno dedicate aperture speciali.
Prenotazione online consigliata (salvo diverse indicazioni segnalate sul sito) su www.giornatefai.it; i posti sono
limitati. N.B. il programma potrebbe subire variazioni. La realizzazione dell’evento nelle singole Regioni dipenderà
dal loro colore nella settimana dell’11 ottobre.

Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c
3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo
libero, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al
FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare di aperture e visite straordinarie in molte città e altre
agevolazioni e iniziative speciali.
Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19. In base alle disposizioni del D.L. 105
23/07/2021, l'accesso sarà possibile solo alle persone in possesso della certificazione verde Covid-19 (Green Pass). La
certificazione verde è richiesta anche per l'ingresso ai luoghi di carattere naturalistico. Per i bambini al di sotto dei
12 anni il Green Pass non è obbligatorio.
Le Giornate FAI d’Autunno 2021 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate:
FinecoBank, una delle più importanti banche FinTech in Europa e fra le principali Reti di consulenza in Italia, è il
prestigioso Main Sponsor dell’evento perché da sempre è impegnata nel valorizzare il patrimonio artistico e culturale del
territorio.
Multicedi, impresa della grande distribuzione da sempre attenta ai territori in cui opera, per il primo anno è accanto alla
Fondazione in qualità di Sponsor dell'evento.
Grazie inoltre a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che nasce per favorire il
dialogo con la società civile, promuovere la cultura industriale e d’impresa e valorizzare il proprio patrimonio culturale e
museale; a Edison, storica azienda amica del FAI da sempre impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di
interesse culturale, turistico e sociale presenti nel nostro Paese e a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo
prodotto per l’iniziativa.
L’evento si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le
Province Autonome italiane. Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa
e le Forze Armate che, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, concedono l’apertura,
durante le Giornate FAI d’Autunno, di alcuni loro luoghi simbolo.
Si ringraziano, inoltre, Regione Campania e Regione Lazio per il contributo concesso.
Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana Rai di Sensibilizzazione dedicata ai beni culturali in collaborazione
con il FAI. Dall’11 al 17 ottobre la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del
nostro Paese: una maratona televisiva e radiofonica a sostegno del FAI, per emozionare e coinvolgere sempre più italiani sul
valore del nostro straordinario patrimonio artistico e paesaggistico e per promuoverne la partecipazione attiva. Rai è Main
Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2021 anche attraverso la collaborazione di Rai
per il Sociale.
Grazie di cuore alle 130 Delegazioni, 106 Gruppi FAI, 98 Gruppi FAI Giovani e 9 Gruppi FAI Ponte tra culture, attivi
in tutta Italia. Ad affiancare i volontari ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri
docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno
scelto autonomamente di mettersi in gioco in prima persona per raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le
meraviglie del proprio territorio.
Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione alla Protezione Civile, con
la quale quest’anno festeggiamo i 15 anni di stretta collaborazione, all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla
sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per il prezioso supporto in questo periodo di emergenza sanitaria e per
una partnership ormai consolidata negli anni.
Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le
amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Elenco completo dei luoghi aperti e modalità di partecipazione all’evento su:

www.giornatefai.it – www.fondoambiente.it

IMPORTANTE: Verificare sul sito i luoghi aperti ed eventuali variazioni di programma

in caso di condizioni meteo avverse

FAI Ufficio Comunicazione Stampa e Web – Francesca Decaroli tel. 338.1229565; f.decaroli@fondoambiente.it
FAI Ufficio Comunicazione Tv e Radio – Novella Mirri tel. 334.6516702; n.mirri@fondoambiente.it

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Selezione di aperture e itinerari (in ordine alfabetico per regione)

ABRUZZO

ROCCAMORÌCE (PE)
Colle della Civita
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30
Il paese di Roccamorice, all'interno del Parco Nazionale della Majella, è un piccolo centro di media montagna nella provincia
di Pescara, allungato su uno sperone roccioso. Caratterizzato dall'unione di edifici medievali e settecenteschi in pietra, il
borgo prende vita in via Roma, con la torre medievale, snodandosi poi tra corso Umberto e via del Belvedere, dove si trovano
le due chiese storiche principali: la chiesa di San Donato e quella della SS. Annunziata, detta del Barone, perché voluta nel
1760 come cappella gentilizia da Giuseppe Zambra, all’epoca barone di Roccamorice. Nella prima metà del 1200 è nota la

presenza nel territorio di Padre Angelerio, futuro Papa Celestino V, cui il paese è ancora oggi devoto. In occasione delle
Giornate FAI d'Autunno si potrà partecipare a un itinerario panoramico alla scoperta dell’antico borgo pastorale di Colle della
Civita, caratteristico villaggio di capanne a cupola costruite in pietra a secco sullo sperone della montagna e utilizzate per le
attività agro-pastorali – oggi disabitato – della Grangia di San Giorgio, antico monastero benedettino immerso nel verde e del
sito minerario di Acquafredda, con visita alle miniere scoperte e al campo di prigionia, dove numerosi detenuti di guerra
provenienti dal campo di concentramento di Sulmona vennero impiegati in lavoro obbligatorio alle dipendenze della nascente
industria mineraria.
ISOLA DEL GRAN SASSO D’ITALIA (TE)
Tutte le aperture di Isola del Gran Sasso: sabato 16 e domenica 17, visite dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
Castello dell’Insula
Il centro storico di Isola del Gran Sasso d’Italia, che sorge ai piedi dell’omonimo massiccio, si concentra intorno al Castello
dell'Insula. Appartenuto ai Conti di Pagliara fino al 1340 e in seguito agli Orsini e agli Alarcon Mendoza, il castello fu
costruito lungo il perimetro esterno orientale del centro storico, sulla sponda destra del fiume Mavone. È ben visibile il
basamento a scarpa con alzati adattati successivamente ad abitazione. Il castello presenta un doppio ordine di loggiato con
archi a tutto sesto, del quale quello di ordine superiore aggiunto in epoca successiva. In occasione delle Giornate FAI sarà
organizzato un itinerario che, attraversando il "Castello", offrirà l'opportunità di conoscere la storia di Isola del Gran Sasso e
visitare siti di notevole interesse: la chiesa Madonna delle Grazie, la Cona di San Sebastiano – una cappella con affreschi
quattrocenteschi, aperta in via eccezionale in questa occasione - Largo Sant'Antonio già chiesa di Sant'Antonio Abate, il
percorso dei "motti", la visita esterna al Palazzetto del '500 e al Palazzo baronale, il portale di Matteo da Napoli, il portale
quattrocentesco con bifora, fino a giungere al punto di confluenza dei fiumi Ruzzo e Mavone nel Parco "Ortolano".
Eremo di Fra’ Nicola
Più conosciuto con il nome di Grotta di Frattagrande, l’Eremo di Fra Nicola è un piccolo abitacolo situato nella frazione di
Pretara, a breve distanza dal centro del borgo. Si tratta di una piccola chiesa incastonata nella roccia, costruita dall'ultimo
eremita del Gran Sasso, l’anacoreta laico Nicola, che vi trascorreva le sue giornate in meditazione. Nato nel 1803 a Picciano
con il nome di Nicola Torretta, nonostante le origini benestanti il giovane scelse di fare il contadino. Erano anni di forte
agitazione e malcontento tra la popolazione della provincia e per sedare eventuali agitazioni il sindaco di Teramo fece ricorso
alla missione dell'Arciconfraternita del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo che, con sermoni cupi da fine del mondo,
infervorò il cuore di Nicola, che si recò a Ortona per prendere i voti da Cappuccino. L'abito però gli fu rifiutato per la sordità
all'orecchio sinistro ed ebbe così inizio la sua vita da eremita laico, nella quale si dedicò alla meditazione e al restauro di
quattro chiese rupestri poste su versante teramano del Gran Sasso: Santa Maria a Pagliara, San Cassiano, Santa Colomba e
San Nicola di Fano a Corno. La costruzione di Fratta Grande ebbe luogo attorno al 1850. L'aspetto dell'eremo è modesto, le
forme elementari. La struttura interna, dalle dimensioni ridotte quasi in proporzione con la statura dell'eremita, si presenta con
un lungo corridoio diviso in due parti. La chiesetta ha una cappella centrale e due laterali e in un grande vano dietro all'altare
sono ancora conservati i resti di un presepe costruito da Fra’ Nicola. Nell'ultimo ambiente si trovano il chiostro e la stanzetta
dove Nicola visse i suoi ultimi giorni.
Museo Centro per le acque del Gran Sasso e borgo di San Pietro
Il Centro per le acque del Gran Sasso si trova a San Pietro, borgo incastonato nello splendido scenario dei Monti Brancastello
e Prena, dalle cui pendici sgorgano abbondanti acque sorgive. Primo in Italia a illustrare il ciclo dell'acqua, il Centro offre un
particolare percorso didattico-esplorativo che, attraverso gli ambienti naturali e umani del Parco, invita a una riflessione sul
valore dell’acqua come risorsa tanto insostituibile quanto esauribile. Le sale sono allestite utilizzando supporti didattici per
descrivere con immagini ed esperienze multimediali il ciclo dell'acqua negli aspetti scientifici e culturali. Diverse sezioni
tematiche caratterizzano il percorso museale mettendo a confronto l’acqua con la montagna, l'energia, la roccia,
l'esplorazione, il lavoro dell'uomo, la tecnologia, il culto, la poesia e il mito. Il Centro di S. Pietro è inoltre il punto di
riferimento del Parco per la ricerca, lo studio, e l'osservazione delle acque nei diversi ecosistemi. La struttura è dotata di uno
speciale percorso per non vedenti, per i quali all'esterno del Centro è stato creato un sentiero nel bosco della lunghezza di oltre
un chilometro.
Chiesa di San Giovanni ad Insulam o al Mavone
Prende il nome dall'omonimo fiume che scorre ai piedi del colle su cui sorge e rappresenta uno splendido esempio di
architettura romanica abruzzese, costruita intorno al 1100 per essere quindi modificata alla fine del XIII secolo dai
Benedettini di Montecassino. Si presenta con una facciata in pietra squadrata a coronamento orizzontale, arricchita da una
finestra centrale circolare, da due bifore ai lati del portale e dalla decorazione ad archetti pensili su mensole che corre lungo
tutto il perimetro esterno. Alla facciata venne successivamente aggiunto un campanile a vela. Al di sotto del presbiterio trova
posto una cripta molto ampia, anch'essa a tre navate con volte a crociera. Risale probabilmente alla fine dell'XI secolo e la sua
porta esterna, che oggi appare murata, fa pensare che questo sia stato l'originario luogo di culto su cui in tempi successivi è
sorto poi l'intero complesso. I ruderi che si notano a fianco della chiesa sono certamente i resti di un antico monastero,
distrutto probabilmente da un incendio o un terremoto. Il convento aveva una struttura lunga e stretta, lungo la quale
trovavano posto le celle dei monaci; un'ampia sala alla fine del corridoio consentiva le attività comuni.
Palazzo baronale Henrici-De Angelis
Nel cuore del centro storico di Isola, il Palazzo sorgeva in una posizione strategica, alla confluenza dei fiumi Ruzzo e
Mavone, nella parte più alta dello sperone di roccia su cui insisteva l'antico nucleo. Risultato di un'aggregazione di varie
costruzioni, la sua struttura e la sua organizzazione sono tali da comprendere al proprio interno tutte le attività necessarie alla
vita quotidiana: stanze per la conservazione delle vivande (vino, olio, grano, ecc.), locali per l'accumulo di legna, stalle, ma
anche i piani nobili con le zone di rappresentanza e di residenza. Il Palazzo nel ‘600 apparteneva all’importante famiglia degli
Uranij, che vi abitarono fino al 1812 quando l'ultimo erede, Carlo, ne donò la proprietà ad Antonio Ottavini e Filippo
Ciavarelli. Gli Ottavini avevano la loro principale residenza a Basciano e usufruirono poco della casa. La vendettero nel 1836
ai signori De Angelis di Isola, i quali la ricevettero in grave stato di degrado. Il terremoto del 1950 apportò ulteriori danni
all'edificio, provocando crolli in alcune strutture. La configurazione della casa rispecchia le esigenze dei Signori medievali,

cioè un rifugio chiuso e sicuro per difendersi dai nemici, che sa trasformarsi in una dimora accogliente in tempo di pace. Al
primo piano si può osservare l'elegante salone principale, punto nodale della casa, costituito da una copertura con sei campate
di volta a vela, ornate da decorazioni dipinte ai lati delle volte e dal massiccio e imponente camino, che presenta scolpito il
monogramma di San Bernardino e dipinto lo stemma degli Hernici-De Angelis. Il Palazzo apre eccezionalmente in occasione
delle Giornate FAI per gli iscritti alla Fondazione.

BASILICATA

MATERA
Scuola di Alta Formazione in restauro dell’Istituto Centrale per il Restauro
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14.30 alle 17.30
Nella Civita di Matera si trova una delle due sedi (la principale è a Roma) della Scuola di Alta Formazione dell’ICR-Istituto
Centrale per il Restauro, organo tecnico del Ministero della Cultura specializzato nel campo del restauro e della conservazione
delle opere d'arte e del patrimonio culturale ed eccellenza internazionale. La sede lucana, ospitata nel settecentesco ex
Convento di Santa Lucia Nova e attiva dal 2015, è stata fortemente voluta da Michele D’Elia, direttore dell’ICR negli anni
1988-1991 a cui la Scuola è stata intitolata e vede ora attivi due percorsi formativi professionalizzanti d’eccellenza, con
attività didattiche teoriche e applicative che trovano nell’interdisciplinarità il loro fondamento. Al suo interno convivono
infatti storici dell'arte, architetti, archeologi, fisici ed esperti nei controlli ambientali, chimici, biologi, restauratori delle
diverse tipologie di materiali costitutivi dei manufatti di interesse storico e culturale. In occasione delle Giornate FAI
d’Autunno sarà offerta ai visitatori la narrazione storico-artistica e architettonica del luogo, generalmente non accessibile, e,
per la prima volta, verranno presentati dai primi restauratori laureati nella sessione di giugno 2021 gli esiti dei restauri di
importanti opere. Tra questi, il recupero dei dipinti murali della Cripta rupestre dei SS. Pietro e Paolo e del portale lapideo
della Chiesa di San Giovanni Battista, entrambe a Matera, lo studio e il restauro di un’opera polimaterica contemporanea - la
“Casa Rossa” di José Ortega proveniente dal MUSMA - e il restauro della scultura lignea rappresentante Sant’Antonio di
Padova proveniente dal Convento di Santa Maria di Loreto di Toro (CB).
CALABRIA

BOVA (RC)
Quartiere Giudecca e Museo Gerhard Rohlfs
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10.30 alle 17.30
Nel suggestivo borgo montano di Bova, cuore della cultura grecanica in Calabria, la Giudecca è il quartiere che fu abitato tra
la fine del XV secolo e gli inizi del XVI da una piccola comunità ebraica. Quasi del tutto dimenticata, questa suggestiva
porzione di spazio urbano è stata inserita all'interno di una sezione del Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs
e valorizzata dall'installazione di arte contemporanea dell'artista Antonio Puija Veneziano. L'insediamento ebraico a Bova
sembra risalire alla cacciata dei giudei dalle terre di Spagna, nel 1492. In quell'anno degli ebrei di Sicilia si trasferirono a
Reggio Calabria, dove due anni dopo furono smistati in tutto il circondario. Il secondo editto di Ferdinando il Cattolico
(1511), che decretò l'espulsione degli ebrei dal Regno di Napoli, determinò l'abbandono della Giudecca di Bova.
Ciononostante una cronaca bovese, redatta nel 1774 dall'erudito Domenico Alagna, ricorda che gli ebrei furono scacciati solo
nel 1577, con l'accusa di aver diffuso la peste. La disamina della fonte storica è la tematica prescelta dall’artista, immortalata
sulla ceramica mediante la struttura a spirale delle iscrizioni che induce il fruitore dell'opera a prestare attenzione al testo,
soffermandosi sull'interpretazione e il significato della scrittura stessa, così come fa lo storico di fronte alle carte d'archivio.
Segni e impronte di antiche ritualità, realizzati in ceramica e collocati lungo i muri della Giudecca, sono il frutto di un
singolare laboratorio di arte partecipata che Pujia ha curato coinvolgendo i bambini di Bova. La Menorah, il melograno e il
nodo di Salomone evocano un tassello di cultura ebraica nella plurisecolare storia di Bova. Interessante è inoltre la presenza di
un pozzo, oggi inglobato nella corte di Palazzo Mesiani, elemento indispensabile ai bagni rituali e alla macellazione di carni
kosher.
PLATANIA (CZ)
Fra il perduto e il salvato. Pellegrinaggio sul Monte Reventino percorso dal fuoco
Percorso proposto domenica 17, dalle ore 10 alle 12
Il Monte Reventino è il più alto (m. 1417) fra i rilievi che compongono il Gruppo del Reventino-Mancuso, massiccio
montuoso posto nell'immediato entroterra del Golfo di Sant'Eufemia, sul versante tirrenico della Calabria, che annovera alberi
monumentali, formazioni litiche, gole fluviali, cascate e numerose specie di flora e fauna. Ricco di foreste di latifoglie e
conifere, rappresenta un meraviglioso balcone sul mare, che offre al contempo splendidi panorami verso l'interno. Il percorso
di visita proposto in occasione delle Giornate FAI consente di attraversare la foresta sommitale del Monte Reventino sia nella
parte distrutta dal fuoco durante gli incendi della scorsa estate sia in quella che si è salvata. Due punti eccezionalmente
panoramici consentiranno di contemplare il paesaggio, verso sud, della Piana di Sant'Eufemia e del golfo omonimo con le
montagne delle Serre, dell'Aspromonte sino all'Etna e verso nord, della valle del Savuto e della Sila. Lo scopo della visita è
innanzitutto quello di responsabilizzare le persone sul fenomeno degli incendi boschivi e, più in generale, sulla cura, la
sorveglianza e la tutela del patrimonio ambientale e culturale, di cui tutti possiamo essere partecipi. Durante la camminata si
parlerà di aspetti naturalistici e culturali, di paesaggio, di problemi di conservazione e valorizzazione.
CROTONE
Area esterna del Faro di Capo Colonna
Visite: domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17
Il faro di Capo Colonna sorge su uno degli otto promontori che si affacciano nell'Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, otto
chilometri a sud di Crotone e su cui insiste l'unica colonna dorica dell’importante tempio di Hera Lacinia, a favore della cui
area archeologica il FAI ha recentemente sostenuto un progetto di valorizzazione grazie al progetto “I Luoghi del Cuore”.
Accanto al faro sorgono la Torre di Nao, risalente al XVI secolo e il santuario dedicato alla Madonna di Capo Colonna. Un

contesto paesaggistico di alto valore con un mare cristallino, sabbia finissima e scogliere scoscese e selvagge. Ultimato nel
1865, il faro si presenta come una struttura alta circa 20 metri, di forma ottagonale, dotata di due grandi vani utilizzati come
abitazione. Per molti anni a luce fissa e visibile da tutte le direzioni, è oggi dotato di luce “intermittente”, visibile ogni 5
secondi. Prima di essere automatizzato, il faro funzionava a “carica manuale”, operazione da ripetersi ogni 5/6 ore. Nel 1904
divenne di proprietà della Marina Militare e oggi è un bene del Ministero della Difesa-Ministero della Marina, chiuso al
pubblico per inagibilità. Il 17 ottobre 2021 nell'area antistante l'ingresso del faro sarà possibile effettuare una visita esterna,
che abbraccerà non solo l’eccezionalità storica e architettonica, ma anche quella ambientale. Le Giornate FAI offriranno
inoltre l’opportunità di ascoltare la viva testimonianza di Salvatore Sestito – Assistente Tecnico Nautico della Marina Militare
- attuale custode e settimo di una stirpe di faristi che da tre generazioni si prende cura del faro. Sarà un'occasione unica per
ascoltare aneddoti, curiosità e vicende storiche che sono intimamente legate a questo bene.

CAMPANIA

NAPOLI
Scuola Militare Nunziatella
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17.30.
Prenotazione obbligatoria. Ingresso consentito previa esibizione di un documento di identità in corso di validità.
La Scuola Militare Nunziatella è nata nel 1787 per iniziativa di re Ferdinando IV di Borbone, che istituì la Real Accademia
Militare con l’intento di creare un’istituzione innovativa, capace di curare la formazione culturale, fisica e caratteriale degli
ufficiali. Il nuovo istituto trovò sede nell'ex noviziato dei Gesuiti – detto della Nunziatella dall’annessa chiesa dedicata
all’"Annunziata" - costruito nel 1587 sulla collina di Pizzofalcone e successivamente soggetto alle soppressioni decise dal
Ministro Tanucci. L’attività di addestramento proposta oggi nella Scuola conferisce a tutti gli allievi una formazione militare
di base. La visita in occasione delle Giornate FAI prevede un percorso all’interno del complesso, solitamente non accessibile
al pubblico, durante il quale se ne racconterà la storia. Tra le tappe, il Monumento dedicato ai Caduti in guerra, le sale dove si
trovano gli oggetti donati dagli ex allievi, il corridoio dei trofei e il Museo Duca d’Aosta, che raccoglie decorazioni, armi,
bandiere, cimeli e oggetti appartenuti a Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, padre dell'allievo Amedeo di Savoia-Aosta e
figura di spicco della Prima Guerra Mondiale. Si potrà poi ammirare la Chiesa, rifatta a inizio Settecento dal grande architetto
barocco Ferdinando Sanfelice e utilizzata come cappella della Scuola, con affreschi di Francesco De Mura, mentre la
balaustra e l’altare maggiore sono opera di Giuseppe Sanmartino. Si salirà infine ai piani superiori dove, nella Sala dei
Ritrovamenti, verranno mostrati reperti archeologici e opere d’arte.
Palazzo Serra di Cassano
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Visite: sabato 16, dalle ore 9.30 alle 14
Il Palazzo dei duchi Serra di Cassano si erge sulla collina di Pizzofalcone, che alla fine dell’VIII secolo ospitò il primo
agglomerato urbano di Parthenope, poi Napoli. Prende il nome dalla nobile famiglia napoletana che volle la sua edificazione,
avvenuta nella prima metà del XVIII secolo a opera di Ferdinando Sanfelice, uno degli architetti più creativi del Settecento e
famoso per i suoi scaloni monumentali, tra cui quello progettato per questo edificio, a doppia rampa e un corpo solo, con un
affascinante contrasto tra piperno e marmi bianchi. Gli interni sono decorati con stucchi rococò, mobili neoclassici e numerosi
affreschi e pitture di pregio. Parte degli ambienti è oggi occupata dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato nel
1975 e dalla relativa biblioteca, luogo frequentato anche dal Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che
abitava lì vicino. Il percorso proposto dal FAI partirà dalla sala ottagonale dove un tempo erano le botteghe e le stalle, per
proseguire sullo scalone monumentale e nelle sale dell’Istituto (solo per iscritti FAI). Si arriverà poi nel cortile con il pozzo
che porta nell’antica cisterna e nelle sale dell’ex falegnameria di corte, in cui si trova un piccolo museo della Seconda Guerra
Mondiale (con i reperti ritrovati durante gli scavi nel sottosuolo del palazzo e nel sottostante rifugio antiaereo) e dove sarà
esposta una mostra dedicata al “Gran Ballo” organizzato dai duchi Serra in occasione delle regate veliche dei Giochi della
XVII Olimpiade (Roma 1960), a cui parteciparono le più alte sfere del jet set internazionale.
OTTAVIANO (NA)
Castello mediceo
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 17.30
Costruito in epoca longobarda nella parte alta di Ottaviano come difesa militare, il castello assunse un ruolo primario dalla
fine dell'XI secolo e nel 1304 fu distrutto da Carlo D'Angiò. Nel 1567 fu acquistato da Bernardetto de' Medici di Toscana,
che lo trasformò in una residenza signorile. Per volontà dei Medici la facciata nord fu ingentilita dagli allievi del Sanfelice e
del Vecchione, mentre decorazioni in stucco ornarono il fronte principale per dare risalto al portale su cui troneggiava lo
stemma mediceo e le stanze vennero decorate con affreschi del Mozzillo e pavimenti in maiolica. Successivamente il palazzo
entrò in possesso della famiglia principesca dei Lancellotti di Lauro. Donna Maria Capece Minutolo, vedova Lancellotti, nel
1980 vendette a una società immobiliare riconducibile a Raffaele Cutolo, capo storico della Nuova Camorra Organizzata. Nel
1991 il palazzo venne confiscato e consegnato al Comune di Ottaviano nel 1995, diventando un simbolo della legalità
ritrovata, della cultura restituita al bene pubblico. Dal 2003 è sede dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, uno scrigno di
biodiversità di 8.482 ettari che comprende il territorio di 13 Comuni e può vantare la compresenza di aspetti naturalistici,
geologici, vulcanologi e archeologici di eccezionale importanza storica e ambientale. La visita proposta in occasione delle
Giornate FAI d’Autunno ripercorrerà la storia del palazzo, tra stanze affrescate, eleganti cortili e le ricchezze naturali tipiche
del territorio; un geologo racconterà l’ambiente del Vesuvio e sarà presente anche lo staff di “Libera, Associazioni, nomi e
numeri contro le mafie”, che descriverà la propria attività.
CAPRI (NA)
Villa Lo Studio
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 17

Villa Lo Studio è una delle case storiche più importanti dell’isola. È stata costruita nei primi anni Venti per l’artista americana
Mabel Norman (1876-1949), sposata con il medico Giorgio Cerio e che qui era solita trascorrere le estati. Il nome della villa si
riferisce al grande studio che costituisce ancora oggi il cuore della casa. Dopo la morte della Norman il fratello minore del
marito, Edwin Cerio, ingegnere, scrittore, naturalista e architetto, che aveva progettato la villa, si trasferì nella dimora, dove
visse fino alla morte nel 1960. Intellettuale raffinato ed eclettico, ma anche antesignano della tutela del paesaggio, dal 1920 al
1923 fu sindaco di Capri e come tale si batté per la tutela del paesaggio e delle tipiche case in “stile caprese”, costruite con
metodi tradizionali, lottando contro l'espansione dell’edilizia speculativa. Cerio voleva che Capri non fosse soltanto un'isola di
villeggiatura, ma prima di tutto un luogo di incontro culturale, un "Piccolo teatro mondiale nel Mediterraneo", come recita il
titolo di un suo libro pubblicato nel 1954. Negli anni Cinquanta, nella villa hanno soggiornato scrittori di fama internazionale
come Pablo Neruda, Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre. L’edificio, perfettamente inserito nel paesaggio caprese e oggi di
proprietà di un discendente di Giorgio Cerio, sarà eccezionalmente aperto per le Giornate FAI e se ne potranno apprezzare la
bellezza e le singolarità, come il tetto costruito con la cosiddetta tecnica del lastrico battuto, costituito da lapillo vulcanico e
latte di calce.
PERSANO (SA)
La Real Casina di Caccia dei Borbone, un connubio eccezionale di architettura e paesaggio
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 19
Prenotazione obbligatoria. Ingresso consentito previa esibizione di un documento di identità in corso di validità.
Il sito, protetto dall'alta cornice dei monti Alburni e con il fiume Sele che si fa largo tra le colline, era caratterizzato da un fitto
bosco ricco di selvaggina ed era particolarmente amato da Carlo III di Borbone, appassionato di caccia. La delizia del luogo è
stata ben rappresentata dal paesista Philipp Hackert nella Veduta di Persano del 1789. Il bosco era di proprietà di Gerardo De
Rossi, conte di Caiazzo e duca di Serre e nel 1758 fu acquistato dal re Carlo III. La tenuta di Persano, uno dei cosiddetti “Siti
Reali”, associava alla caccia attività di allevamento del bestiame: bufale, vaccine, capre e cavalli. Il re pianificò il
miglioramento della razza equina, con l’acquisto di capi mediorientali e andalusi, dando origine alla “Real Razza di Persano”,
una selezione formata da cavalli da sella con particolare attitudine alla caccia, i cui ultimi esemplari sono stati trasferiti nel
1954 al Posto raccolta quadrupedi di Grosseto, anch’esso tra le aperture delle Giornate FAI d’Autunno. Carlo III inizialmente
soggiornava nel Casino del Duca, edificio rustico sito su una leggera altura a valle del bosco, ma nel 1752 ne commissionò a
un ingegnere militare spagnolo la sostituzione con un nuovo palazzo, su cui nel 1753 intervenne Luigi Vanvitelli. Dei fasti
reali di un tempo oggi è rimasta solo la Casina, di proprietà del demanio militare, e una parte di bosco, oggi sede del Reparto
Supporto Logistico della Brigata Garibaldi dell’Esercito italiano. Durante le Giornate FAI si racconterà lo splendido connubio
tra la ricchezza floro-faunistica dell'area di Persano e la progettazione architettonica e paesaggistica del sito borbonico,
solitamente non visitabile. Della Casina, complesso a pianta quadrata con un cortile interno segnato agli angoli da quattro
torrette, si vedranno lo scalone decorato con stucchi, il cortile e la cappella, mentre l’architetto paesaggista Enrico Auletta
parlerà dell’aspetto ambientale del bosco, uno dei rari boschi di pianura rimasti nell'Italia meridionale, in cui prevale una
vegetazione legata all'ambiente fluviale integro. Previsti anche due eventi: un ballo storico nel cortile e un concerto.

EMILIA-ROMAGNA

FERRARA
Chiesa di San Carlo Borromeo
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30
Chiusa al culto già dal 2008 in quanto bisognosa di restauri e in seguito danneggiata dal sisma del 2012, la Chiesa di San
Carlo Borromeo è stata interessata negli ultimi anni da importanti interventi di riparazione relativi alle strutture, al campanile,
alle coperture, alle murature di abside e aula, agli importanti apparati decorativi e ai vani della sacrestia. Oggi nella chiesa si
stanno concludendo gli ultimi interventi e si è pensato con la proprietaria AUSL e il Comune di Ferrara, ente attuatore dei
lavori in corso, di proporre uno svelamento in anteprima dell'aula restaurata, dopo quasi 13 anni di chiusura, con il grande
soffitto affrescato da Giuseppe Avanzi nella metà del Seicento, capolavoro di scenografia pittorica. Progettata da Giovan
Battista Aleotti, detto l'Argenta, la chiesa di San Carlo Borromeo, terminata nel 1623, a pianta ellittica e con un ricco apparato
decorativo, è considerata una delle opere migliori dell'artista, anticipatrice a Ferrara dell'architettura barocca – di cui
rappresenta un unicum in città - seppur ancora molto influenzata da elementi propri del linguaggio classico. Le visite delle
Giornate d’Autunno comprenderanno la storia della fabbrica, anticamente legata al limitrofo convento - poi, fino agli anni
Trenta del Novecento, ospedale di Sant'Anna - la descrizione dell'architettura esterna e interna e una riflessione sul restauro
recente della grande volta ellittica e di quanto emerso durante i restauri in merito alle tecniche e ai materiali usati.
PARMA
Bosco Spaggiari
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 16
Bosco Spaggiari si trova nella zona agricola in strada Quingenti a San Prospero, la frazione di Parma in prossimità della
trafficatissima via Emilia, a 6 km dal centro città. Un paesaggio suburbano incoerente e disarmonico, che serba soltanto un
ricordo della campagna perduta, della grammatica millenaria dei gelsi e dei filari. Il sito nasce per volontà di un padre e un
figlio – Giancarlo e Roberto Spaggiari - che vent’anni fa decisero di trasformare il terreno di fronte alla loro abitazione in un
bosco, salvandolo dalla cementificazione e dall’inquinamento. Proprietari di un’area agricola, nel 2000 hanno iniziato la
piantumazione e nel 2005 l’area contava 7 ettari di terreno. Diversi costruttori si sono mostrati interessati all’acquisto
dell’area, ma la famiglia si è sempre rifiutata e nel 2016, anche grazie a contributi dell'Unione Europea (Fondo europeo di
sviluppo rurale 2014-2020), il bosco si è ampliato. Oggi conta 12.500 alberi in un’area di 11 ettari. Sono presenti specie
autoctone, come il frassino, il ciliegio, la farnia e il noce, oppure arbusti come il nocciolo, alcuni alberi secondari, come il
melo, il gelso o il pero selvatico, per un totale di sedici essenze. Le piantumazioni procedono per realizzare un grande
saliceto. Aiutati da molti volontari, gli Spaggiari sono al lavoro su un ettaro di terra per creare lunghi filari di circa 200 metri.

Con l’apertura in Giornate d’Autunno, il FAI vuole valorizzare questa storia virtuosa, di riqualificazione paesaggistica con un
particolare valore civile.
MONTICELLI (PC)
Ex bottonificio
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 18
L'apertura dell'ex bottonificio di San Nazzaro avverrà in esclusiva in occasione delle Giornate FAI d'Autunno, in quanto il sito
non è mai stato oggetto di visita, né agli interni né agli esterni. Si tratta infatti di un edificio attualmente di proprietà privata,
oggi sede di un'azienda locale e perciò sempre chiuso al pubblico. Interessante esempio di archeologia industriale, il
complesso, inaugurato nel 1925, è costituito da un insieme di più edifici. Sul fronte strada si trova l'edificio di rappresentanza,
con gli uffici amministrativi e il reparto di confezionamento e preparazione dei campionari; posteriormente si sviluppano i
corpi di produzione, che ospitano i laboratori per la produzione dei bottoni. Nonostante le svariate modifiche apportate nel
corso del tempo, sono ancora ben visibili alcuni elementi originali degli anni Venti, come il portone in legno, la sirena che
scandiva le ore lavorative e le vecchie scritte di suddivisione dei reparti. Le visite proporranno anche un approfondimento
storico con il supporto di foto d'epoca, l'esposizione di oggetti e macchinari e l'ausilio di videoproiezioni, atti a raccontare
l’antica tradizione bottoniera del piacentino, oltre alle alterne vicende che hanno interessato il bottonificio di Monticelli, che
fu un luogo chiave per l’economia locale e per il lavoro femminile.

FRIULI VENEZIA GIULIA

RUDA (UD)
Amideria Chiozza
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10.30 alle 18
Edificata nel 1865 sui resti di un vecchio mulino, l’Amideria Chiozza ha inaugurato il ciclo chimico-industriale dell'estrazione
dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e a partire dal 1872 dal riso. Nacque grazie al chimico Luigi Chiozza e alle
sue idee rivoluzionarie che coniugavano l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale. Compagno di studi a Parigi
di Louis Pasteur, intrattenne con quest’ultimo un rapporto di amicizia e collaborazione scientifica, tanto che dal 1869 al 1870
Pasteur si stabilì a Ruda per effettuare esperimenti e studi che lo portarono a debellare la piaga della Pebrina, malattia del
baco da seta che stava rovinando l'economia in vari Paesi europei. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio
Giuseppe e poi, nel 1902, alla Nuova Pilatura Triestina. A questo periodo risale la ristrutturazione della fabbrica con
l'introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentare la produzione. La particolarità di questo stabilimento, unico nel suo
genere, consisteva nel metodo di lavorazione, brevettato e rimasto in uso pressocché immutato per più di un secolo. I prodotti
dell'amideria di Perteole avevano conquistato, oltre i mercati italiani, anche quelli dell'Europa centrale e di oltreoceano, per
l'eccezionale qualità del prodotto. La fabbrica chiuse i battenti nel 1986. Oggi proprietà del Comune di Ruda, custodisce
macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista della storia industriale, anche se il complesso si
trova in stato di degrado, con numerose parti crollate. Durante le Giornate si potranno visitare in esclusiva la sala macchine e
la sala della macchina a vapore da poco recuperata con il contributo del FAI grazie al progetto “I Luoghi del Cuore”, che ha
dato grande visibilità al complesso, innescando un circolo virtuoso che ha portato un importante finanziamento pubblico e
l’avvio del processo di recupero dell’Amideria, oggi in fase di progettazione. Il restauro della macchina a vapore è stato
realizzato grazie all’impegno dei volontari dell'Associazione Amideria Chiozza, costituitasi nel 2014 e al supporto
tecnico–scientifico del Museo della Tecnica di Brno, nella Repubblica Ceca, in cui si conserva la documentazione originale
delle macchine della Ernst Brunn, ditta che realizzò l'apparato nel 1901. La macchina a vapore è una rara testimonianza della
Prima rivoluzione industriale e l'amideria è l'unica fabbrica di amido in Europa a oggi ancora in possesso del sistema
produttivo originale.

LAZIO

ROMA
Palazzo Esercito e Biblioteca Militare Centrale
Apertura: sabato 16, dalle ore 9.30 alle ore 18.30; domenica 17, dalle ore 9.30 alle 18.30
Durante le Giornate d’Autunno 2021 si potrà accedere eccezionalmente a Palazzo Esercito, grande complesso a pianta
rettangolare con cinque cortili interni, costruito nel 1876 su progetto del capitano Bernardini e del colonnello Garaviglie, oggi
sede dello Sato Maggiore dell’Esercito e dello Stato Maggiore della Difesa. Il percorso di visita partirà dal Cortile d’onore
con il Sacrario dei Caduti e toccherà la cappella con le reliquie di San Giovanni XXIII papa, al secolo Angelo Giuseppe
Roncalli, che durante la Prima Guerra Mondiale, prima di diventare pontefice, venne arruolato come tenente cappellano.
Proseguendo, la tappa più importante sarà dedicata alla Biblioteca Militare Centrale, che custodisce un patrimonio librario il
cui nucleo principale è costituito dalla Biblioteca del Corpo Reale dello Stato Maggiore e della Tipografia, istituita a Torino
nel 1814 dal Re di Sardegna Vittorio Emanuele I. La biblioteca raccoglie oltre 120.000 volumi e 1000 riviste di carattere
storico, militare, politico, sociologico e scientifico, con titoli italiani ed esteri, e annovera un fondo antico di circa 1200
volumi e cinquecentine. Tra le opere di maggiore pregio si trovano il De Bello Persico, unito in un’edizione a stampa del
1506 al De Bello Gothorum, che insieme al De Bello Vandilico costituiscono la più importante trilogia dello storico bizantino
Procopio di Cesarea; la Divina Commedia in un’edizione del 1529 con il celebre commento di Cristoforo Landino; la celebre
Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des Sciences, des Arts et des Métiers di Diderot e d’Alembert, di cui sono presenti le
prime tre edizioni complete. La visita permetterà di scoprire, inoltre, il mosaico romano della metà del II secolo d.C.,
appartenente in origine al complesso di edifici dei Castra Praetoria, caserma principale della Guardia Pretoriana alle dirette
dipendenze dell’imperatore, fatto costruire da Tiberio tra il 23 e il 26 d.C. e la Fontana dei delfini, composta da una vasca
circolare in travertino e da una scogliera di tufo sulla quale sono adagiati quattro delfini, in pietra artificiale.
Palazzo Chigi
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 17.30

Palazzo Chigi, uno dei più prestigiosi palazzi romani – con una storia architettonica complessa, fatta di successioni di progetti
e continui adattamenti – è dal 1961 sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Edificato a partire dal 1580 per Piero
Aldobrandini, fu ampliato e portato a termine nella seconda metà del Seicento per i principi Mario e Agostino Chigi. Sarà
possibile visitare alcune delle sale più sontuose e importanti dei piani nobili, come la Sala delle Scienze, quella del Consiglio
dei Ministri detta dei Mappamondi, coperta da un imponente soffitto ligneo e da arazzi della scuola di Rubens e percorrendo
lo scalone d’onore la visita proseguirà al secondo piano con la Biblioteca Chigiana, il salone dell’antica libreria, costruita da
Giovan Battista Contini per accogliere il ricchissimo patrimonio del cardinale Flavio, fratello del papa Alessandro VII,
caratterizzata da magnifiche scaffalature lignee.
Casino del Bel Respiro
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17
All’interno del più grande parco di Roma, quello di Villa Doria Pamphilj, si trova il Casino del Bel Respiro, detto anche
dell’Algardi dal nome dell'architetto e scultore bolognese che ne curò la realizzazione, Alessandro Algardi. Fu costruito per
volere di papa Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj) a partire dal 1644, come fastosa residenza nobiliare di campagna
della famiglia Pamphilj. Attualmente in uso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è sede di rappresentanza durante le
visite di Capi di Stato e di Governo. Da un viale ornato da statue romane del I-II secolo d.C. si accede alla villa di stile
tipicamente barocco, che presenta facciate impreziosite da fregi, rilievi, stucchi e statue. L’interno ha una pianta di ispirazione
palladiana, con due gallerie – dei costumi romani e di Ercole – diverse sale e un salone centrale dalla doppia altezza, decorati
con stucchi, affreschi e sculture classiche. All’esterno si trova il Giardino Segreto, trasformato dall’Algardi in un luogo di
delizie e vero gioiello di architettura paesaggistica: siepi modellate in forma di colomba e giglio, simboli araldici dei
Pamphilj, piante sempreverdi ed esotiche, fiori, la fontana di Venere e due romantiche peschiere, una delle quali ospita un
cipresso calvo. Un tempo residenza di nobili e prelati, il Casino del Bel Respiro è stato acquistato, insieme a Villa Pamphilj,
dallo Stato e dal Comune nel 1967 e viene aperto in Giornate d’Autunno dopo una lunga campagna di restauri.
Palazzo Wedekind
Apertura: sabato 16 ingresso riservato agli iscritti FAI, dalle ore 9 alle 19; domenica 17 aperto a tutti, dalle ore 9 alle 19
In Piazza Colonna, vicino a Palazzo Chigi, si potrà visitare eccezionalmente Palazzo Wedekind, di proprietà dell’INPS dal
1925 e oggi sua sede istituzionale. Di origine seicentesca, nel 1838 il palazzo, che allora era di proprietà ecclesiastica e
ospitava le Poste Pontificie, è stato rinnovato per opera di Pietro Camporese il Giovane: in particolare, la facciata è stata
impreziosita con le colonne provenienti dagli scavi nella città etrusca di Veio e quattro provenienti dalla Basilica di San Paolo
Fuori le Mura. Nel 1870 l’edificio entrò nelle proprietà del demanio del Regno d’Italia e nel 1876, a seguito dell’acquisto da
parte del banchiere Roberto Wedekind, furono attuati sostanziali ristrutturazioni sulla base dei progetti di Giovanni Gargiolli e
di quelli, a partire dal 1879, di Giovanbattista Giovenale. In questa fase vennero ridistribuiti gli spazi interni, con lo
spostamento dello scalone sul fondo, la realizzazione di un salone a doppia altezza al piano nobile e la sistemazione sulla
sommità dell’attico di un orologio inserito fra quattro cariatidi. Nel 1878 all’interno del palazzo si insediò il Circolo
Nazionale e l’Associazione della Stampa, mentre nel 1880 venne inaugurato sotto i portici quello che divenne uno dei locali
più alla moda della Capitale: il Caffè Sommariva detto “delle colonne”. Il palazzo passò nel 1925 all’INPS, allora Cassa
Nazionale per le Assicurazioni Sociali. Nel periodo compreso fra il 1940 e il 1944 ospitò la sede del Partito Nazionale
Fascista, per essere ripartito nel Dopoguerra fra vari affittuari, fra cui, dal 1945, la storica redazione del quotidiano Il Tempo,
che installò le rotative nel piano interrato e apportò notevoli modifiche strutturali. Oggi l’edificio, i cui spazi sono tornati nella
quasi completa disponibilità dell’INPS, ospita anche un’importante collezione di opere d’arte del Novecento, con sculture di
Leoncillo Leonardi e Publio Morbiducci e altri e dipinti di maestri come Ugo Attardi, Domenico Purificato, Renato Guttuso,
Carla Accardi, Enrico Prampolini, Guido Marussig, Domenico Cantatore, Piero Dorazio. Oltre alla preziosa collezione,
durante la visita si potrà scoprire, percorrendo lo scalone e giungendo al primo piano, la fastosa Sala Angiolillo, intitolata al
senatore Renato Angiolillo, fondatore de Il Tempo, ricca di stucchi, decorazioni parietali e caratterizzata da un grande
pavimento in mosaico.
Circolo del Ministero degli Affari Esteri
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Apertura: sabato 16, dalle ore 10 alle 15; domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Solitamente accessibile solo ai soci, aprirà in via eccezionale il Circolo del Ministero degli Affari Esteri, sulle rive del Tevere,
inaugurato il 30 maggio 1937 con finalità di rappresentanza in seguito al decisivo impulso di Galeazzo Ciano. Il progetto
comprendeva inizialmente, oltre alla palazzina e al galleggiante, due campi da tennis e la piscina. Negli anni Cinquanta si
ampliò e furono migliorate le strutture: iniziò un periodo glamour per il circolo che, nella Roma della “dolce vita”, grazie alla
sua signorilità attirò l’attenzione delle movie people come Audrey Hepburn, che aveva sposato Andrea Dotti, socio del
circolo. Alla fine degli anni Cinquanta il Ministero degli Esteri si trasferì alla Farnesina e la maggiore vicinanza alla sede
favorì l’utilizzo del circolo per scopi di rappresentanza. L’incremento delle attività favorì negli anni Sessanta e Settanta
l’avvio di rinnovamenti, restauri e trasformazioni dal punto di vista estetico e ornamentale, oltre che pratico e funzionale: il
Circolo degli Esteri diventò, così, un ambiente vivo e ricco di attrazioni, capace di offrire svariate forme di intrattenimento
sportivo e culturale. Il centro è stato arricchito, inoltre, con una prestigiosa collezione d’arte contemporanea, “sorella” della
grande raccolta della Farnesina, che affianca opere di grandi maestri – come Giorgio de Chirico, Giuseppe Capogrossi e
Mimmo Paladino – e di artisti emergenti e che si potrà ammirare durante le Giornate FAI. Particolari turni di visita saranno
dedicati alle famiglie con bambini, con la proposta di una narrazione adatta ai piccoli e di attività interattive.
FRASCATI (RM)
Villa Falconieri
Apertura: sabato 16 e domenica 17, alle ore 10.30 (due turni di visita) e alle 15.30 (due turni di visita)
Nel fine settimana delle Giornate d’Autunno 2021 sarà visitabile Villa Falconieri, sui Colli Albani, che oggi ospita Vivarium
novum, la prima sede del campus mondiale dell’umanesimo, rivolto ai giovani che vogliono condividere un’esperienza di vita
comunitaria e dedicarsi agli studi umanistici. Costruita a metà del Cinquecento per volere del vescovo di Melfi Alessandro
Rufini, tra il 1573 e il 1623 la dimora, prima fra le dodici ville tuscolane nell’area dei Castelli Romani, appartenne, con

alterne vicende, alle famiglie Cenci, Sforza, Gonzaga, Montalto e Orsini. Nel 1628 fu acquistata dai Falconieri, che ne furono
proprietari fino al 1879 e ne commissionarono un ampliamento, la cui progettazione è stata attribuita dapprima a Francesco
Borromini e poi a Camillo Arcucci. Tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento vennero realizzati affreschi di
notevole interesse: tra i più importanti, il Ratto di Proserpina di Ciro Ferri, un allievo del grande pittore barocco Pietro da
Cortona e il ciclo realizzato nel 1727 da Pier Leone Ghezzi nella Sala dell’Inverno, dove si trovano ritratti i membri della
famiglia Falconieri a grandezza naturale a passeggio nella loro proprietà, che include un importante giardino all’italiana
realizzato nel Seicento e un’altra porzione di parco di inizio Settecento, con note di romanticismo ante-litteram tra cui un
laghetto circondato da cipressi. Dopo aver ospitato, dal 1898 al 1905, i frati trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane, nel 1907
la villa fu acquistata dal barone tedesco Ernest Mendelssohn-Bartholdy, nipote del compositore, che la donò all’imperatore
Guglielmo II, il quale decise di destinarla a sede di una scuola tedesca di belle arti e lettere e fece eseguire diversi lavori per
rendere più piacevole il soggiorno degli ospiti, come la costruzione della “casetta rossa” per gli studi degli artisti. Dopo la
Prima Guerra Mondiale la villa fu confiscata dallo Stato; a partire dal 1928 fu sede del pioneristico Istituto Internazionale di
Cinematografia educativa, diretto da Luciano De Feo e nel 1929 ospitò anche Louis Lumière. Dopo essere stata, a partire dal
1938, sede dell’Istituto Nazionale per le Relazioni con l’Estero (INRE), diretto da Galeazzo Ciano, durante il secondo
conflitto fu occupata dal comando militare tedesco agli ordini del Feldmaresciallo Kesserling. Gravemente danneggiata dai
bombardamenti dell’8 settembre 1943, dopo un periodo d’abbandono e di saccheggi, interrotto dalla presenza di “colonie
elioterapiche” per i bambini di Frascati, la villa fu restaurata tra il 1956 e il 1958 e subì un nuovo, importante intervento di
riqualificazione tra il 1983 e il 1996. Ha poi ospitato il Centro Europeo dell’Educazione dal 1959 al 1999, mentre dal 2000 al
2015 è stata sede dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI). È stata affidata
all'Accademia Vivarium novum nel 2016. L’apertura della villa è parte di un itinerario di Giornate FAI d’Autunno dedicato
alla famiglia Falconieri, insieme al Castello di Torre in Pietra a Fiumicino e a Palazzo Falconieri in via Giulia a Roma, sede
dal 1927 dell'Accademia d'Ungheria.
CALCATA (VT)
Giardino di Paolo Portoghesi
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Apertura: sabato 16 e domenica 17, alle ore 10 e alle 16
Aprirà eccezionalmente per gli iscritti FAI il “Giardino delle Meraviglie” dell’architetto e storico dell'architettura Paolo
Portoghesi (Roma, 1931), autore di opere come Casa Baldi a Roma, l’aeroporto di Khartoum in Sudan, la Moschea di Roma,
il teatro Politeama di Catanzaro, Santa Maria della Pace a Terni e del restauro del “quartiere latino” di Treviso. Si tratta di un
luogo poco conosciuto nell'incantevole borgo medievale di Calcata, arroccato su una rupe vulcanica e chiuso nelle mura del
castello, nella valle del fiume Treja. Nato nel 1990 dalle suggestioni che il professor Portoghesi ha ricevuto dal contatto con la
natura, questa opera-giardino è un racconto dove elementi architettonici incontrano il paesaggio. Lungo il percorso si possono
ammirare fontane, installazioni, giardini all'italiana, uno scalone che evoca quello disegnato da Michelangelo per la Biblioteca
Laurenziana a Firenze e un tempietto circolare che si riflette in uno specchio d'acqua popolato da numerose varietà di uccelli
acquatici e altri animali rari, personalmente accuditi da Portoghesi e da sua moglie Giovanna Massobrio (tra questi esemplari,
la gru antigone Chicca, che ama “danzare” e volteggiare con il professore). Incastonata tra le numerose specie botaniche,
come gli scultorei ulivi secolari, anche la piccola Biblioteca dell'Angelo, che custodisce volumi e oggetti provenienti da tutto
il mondo. La visita è resa più suggestiva dai pensieri e dai versi di scrittori e filosofi illustri riportati su leggii disseminati nel
giardino.

LIGURIA

GENOVA
Forte San Giuliano
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18
Prenotazione obbligatoria. Ingresso consentito previa esibizione di un documento di identità in corso di validità.
Dal 1995 sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Genova, il Forte San Giuliano nel quartiere di Albaro apre
eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI. Situato tra Punta Vagno e il piccolo promontorio di San Giuliano, con la
Batteria del Vagno formava un fronte di protezione della costa a levante di Genova contro eventuali sbarchi nemici o
bombardamenti navali. Completata nel 1836, la struttura poteva ospitare una guarnigione fino a 1200 soldati. Armato con
dieci cannoni, sette obici e una petriera, oltre a numerosi pezzi di artiglieria di minori dimensioni, il forte durante i moti del
1849 fu occupato dagli insorti, ma riconquistato dalle truppe sabaude. Negli anni ha subito diverse modifiche, la più vistosa
delle quali risale al 1913 con la costruzione di corso Italia, che ha reso necessaria la demolizione di parte della galleria di
controscarpa, i cui monconi sono ancora visibili dallo stesso lungomare. Nel 1937 sulla parte superiore del terrapieno a sud,
fronte mare, venne realizzata una batteria contraerea, dotata di otto cannoni. Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero
realizzate due postazioni Tobruk - fortificazioni difensive di dimensioni ridotte, comparabili con piccoli bunker - che ancora
oggi affiorano dalla scarpata del terrapieno affacciato su corso Italia, nei pressi dell'attuale strada di accesso al forte. Dopo l'8
settembre 1943 la batteria e il forte vennero requisiti dalla Wehrmacht e dall’esercito della RSI e vi fu stabilita una prigione
per antifascisti e partigiani, dove venivano condotti interrogatori e inflitte torture ai malcapitati prigionieri. Nel 1944 sulla
piazzola della batteria avvennero più episodi di fucilazione di partigiani. Nel dopoguerra la batteria venne smantellata creando
al suo posto un vasto piazzale. Il forte nel 1948 fu assegnato alla Legione Carabinieri Liguria e il piazzale della ex batteria fu
utilizzato come deposito dei mezzi di servizio. Durante le Giornate FAI d’Autunno si percorreranno il ponte levatoio, il
bastione, i cunicoli con feritoie per le baionette e il tratto esterno della fortezza, fino ad arrivare al terrazzone dove atterrano
gli elicotteri, da cui si abbracciano l’intero perimetro del Forte e il panorama da Portofino a Savona.
LA SPEZIA
Centro Logistico di Supporto Areale dell’Aeronautica Militare e Istituto “Umberto Maddalena” di Cadimare
Visite: sabato 16, dalle ore 10.30 alle 18

Prenotazione obbligatoria. Ingresso consentito previa esibizione di un documento di identità in corso di validità.
Situato sul lato occidentale del Golfo della Spezia, la frazione di Cadimare nel periodo tra le due guerre mondiali fu sede dei
cantieri Ansaldo per la costruzione di navi militari e divenne in seguito aeroporto militare. Il Centro logistico di supporto
areale è intitolato a Umberto Maddalena, trasvolatore che ha partecipato alle Crociere Atlantiche comandate da Italo Balbo, di
cui si conserva ancora intatto lo studio. Da questo idroscalo il poeta Filippo Tommaso Marinetti era solito partire per i voli
che gli ispirarono il manifesto dell'Aeropittura (1929), declinazione pittorica del futurismo e l'Aeropoema del Golfo della
Spezia (1935). Ancora oggi presso l’Istituto Maddalena di Cadimare è offerta assistenza diretta ai figli dei militari
dell'Aeronautica, deceduti o affetti da grave infermità. I giovani, di età compresa tra i 16 e i 20 anni, hanno la possibilità di
arruolarsi e raggiungere il traguardo della maturità scolastica. In quanto luogo militare, la base di Cadimare non apre mai le
sue porte al grande pubblico e le Giornate FAI saranno un’occasione eccezionale per scoprire un luogo forse poco conosciuto,
ma che ha rappresentato un passaggio fondamentale nella storia e nella memoria della città di Spezia e del suo golfo. La visita
permetterà di conoscere l’evoluzione del mezzo aereo e delle trasvolate atlantiche che segnarono la storia di quegli anni. Si
visiterà inoltre la Palazzina Ufficiali, un capolavoro di matrice razionalista progettato dall'architetto e ingegnere Costantino
Costantini, su incarico dello stesso Balbo, che volle realizzare un edificio che fungesse tanto da alloggio quanto da circolo per
gli ufficiali. La Palazzina, inaugurata nel 1934, è realizzata con pregiati materiali da costruzione - laterizio, pietra, marmo,
legno, vetro e ceramiche - e caratterizzata dalla massima semplicità e funzionalità. La visita proseguirà all’interno dello studio
del comandante Balbo per ammirare i suoi cimeli e continuerà con l’affaccio dalla terrazza che regala una splendida vista su
tutto il Golfo.
COLLETTA DI CASTELBIANCO (SV)
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 16
Frazione del Comune sparso di Castelbianco, Colletta gode di una posizione dominante sulla Val Pennavaira. Le sue origini
risalgono alla fine del XIII secolo e l’impianto medievale resiste pressoché immutato. Nel 1887 fu gravemente danneggiato da
un violento terremoto, che ne causò il progressivo spopolamento, tanto che a un secolo di distanza il borgo era abbandonato e
in un avanzato stato di degrado. Negli anni '90 del Novecento, il fazzoletto di case arroccate sulla collina viene scoperto da
alcuni imprenditori, che affidano la progettazione del recupero di tutti i volumi esistenti all’importante architetto genovese
Giancarlo De Carlo, che ideò la ricostruzione con un assoluto rispetto dei materiali e delle tecniche costruttive originarie.
Parallelamente il borgo venne dotato di una sofisticata infrastruttura tecnologica, per permettere di farne una sede di vita ma
anche di lavoro, tanto che divenne noto come il primo borgo telematico d'Italia: di fatto un antesignano del concetto di smart
working. In occasione delle Giornate FAI, passeggiando tra le case di Colletta sarà possibile scoprire la storia del recupero,
del restauro e dell'adeguamento della frazione. A partire dal banchetto centrale del FAI, posto all'ingresso del borgo, si
procederà in un percorso ad anello che attraverserà la frazione e farà tappa nei punti iconici della borgata. Si potrà così
conoscere uno degli interventi architettonici più audaci degli anni '90, importante sfida che ha separato in un “prima” e un
“dopo” la storia della frazione, mettendo in moto un'organizzazione unica nel territorio, tutta volta al servizio delle persone
che hanno deciso di venire a vivere in una sorta di grande “condominio diffuso”. Non consigliato per chi ha problemi di
deambulazione, si consiglia di indossare scarpe da ginnastica.
LOMBARDIA

MILANO
Campus Bocconi
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 18
Completata nel 2019 sull’area dell’ex Centrale del Latte nel quartiere di Porta Romana a firma delle due archistar giapponesi
Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa dello Studio SANAA di Tokyo - progettisti tra l’altro del New Museum of Contemporary
Art di New York, del Rolex Learning Center della Scuola Politecnica di Losanna e del Louvre-Lens - la nuova ala del
Campus Bocconi va ad aggiungersi alle storiche sedi di via Sarfatti, via Bocconi e via Gobbi, nonché a quelle di più recente
costruzione – il “Velodromo”, l’Edificio Grafton e la Residenza Bligny. L’area si sviluppa su 84mila metri quadrati e
comprende la nuova Residenza Castiglioni da 300 posti, la nuova sede della SDA Bocconi composta da tre edifici e un centro
sportivo e ricreativo, che sarà aperto alla città. Per esaltarne leggerezza e trasparenza, gli edifici hanno una conformazione che
si chiude in se stessa, formando al centro alcune corti con un cuore verde, a creare un connubio tra ambiente naturale e
costruito, mentre il perimetro esterno si affaccia verso la città e dialoga con essa. La luce che entra negli interni, le curve
sinuose, l'alto grado sostenibilità degli impianti, la tecnologia innovativa, rendono questo campus uno spazio unico per qualità
costruttiva e perfetto per ospitare la formazione di eccellenza che la Bocconi offre. I nuovi edifici rientrano in un più ampio
progetto di crescita all’avanguardia anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, oltre che
del miglioramento paesaggistico nel contesto della Zona 5 di Milano.
Palazzo Cusani
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 18. Prenotazione obbligatoria.
Luogo solitamente chiuso in quanto sede del Comando Militare Esercito Lombardia, nonché sede di rappresentanza della
NATO a Milano, Palazzo Cusani apre eccezionalmente ai soli iscritti FAI e a chi si iscriverà in loco in occasione delle
Giornate d’Autunno. Fatto erigere nei primi decenni del XVII secolo per volere del marchese Agostino Cusani, fu ampliato e
completato con una facciata artistica su via Brera su commissione del cardinale Agostino II un secolo dopo. Questi volle una
facciata fastosa, assegnata all’architetto romano Giovanni Ruggeri, espressione delle ambizioni e del prestigio raggiunto dalla
famiglia. Realizzata in stile tardobarocco tra 1712 e 1719, si differenzia da quelle di molti palazzi signorili lombardi, che
presentano spesso una facciata austera, a fronte di saloni sontuosi. Entrando si accede al cortile seicentesco, di forme
richiniane, con un portico in granito rosa, da cui parte lo scalone d’onore, che conduce al raffinato piano nobile, con uno
sfarzoso salone da ballo. Il palazzo fu ulteriormente rimaneggiato negli anni Settanta del secolo, con una nuova facciata
interna affidata da Ferdinando Cusani al Piermarini, che la realizzò nelle armoniche forme neoclassiche che ammiriamo oggi.
Il figlio di Ferdinando, dedito al gioco, si vide costretto a vendere il palazzo al demanio del Regno d’Italia nel 1808, che ne

fece la sede del Ministero della Guerra. Malgrado i molteplici interventi di adattamento protrattisi sia sotto il periodo austriaco
che nei primi decenni del Novecento e i successivi bombardamenti a cui fu sottoposto l'edificio, gli interni conservano ancora
oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche, che si potranno visitare in questa occasione. Tra
le curiosità del palazzo, tre palle di cannone scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque Giornate di Milano
ancora incassate nella facciata posteriore.
Villa Falck
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 18
La villa, situata nei pressi della Triennale, fu costruita nel 1938 per la famiglia Falck, celebri imprenditori dell’acciaio. Ne fu
autore Mino Fiocchi, architetto prolifico e creativo, che nei suoi cinquanta anni di carriera realizzò più di duecento edifici e
che per i Falck progettò anche la tomba di famiglia nel Cimitero Monumentale di Milano e una baita a Cortina d’Ampezzo.
La villa, circondata da un parco, è un edificio imponente in pietra grigia articolato in più volumi, dall’aspetto sobrio, ad
eccezione della colonna di balconi a loggiato affacciati verso il parco Sempione. Fiocchi concepì una planimetria particolare,
che consente l’affaccio quasi continuo sul giardino, per mantenere il contatto continuo con la natura, ma riparare al contempo
gli ambienti interni, raffinati e sontuosi, da sguardi indiscreti. La villa, di proprietà privata, viene aperta per la prima volta.
Caserma dei Vigili del Fuoco di Via Messina
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 18
Inaugurata nel maggio del 1956, su progetto dell’architetto Ferdinando Reggiori, la costruzione della Caserma Centrale dei
Vigili del Fuoco venne commissionata dalla Provincia con l’ambizione di dotare Milano, città al centro del boom economico
degli anni ’50, della centrale più moderna e funzionale d’Europa. Rappresentò da subito un primato continentale per
modernità, organicità e razionalità della concezione costruttiva dal punto di vista dell'attrezzatura antincendi. Ma il complesso
risponde anche a esigenze di carattere umano e sociale, poiché in esse il personale vive e agisce in ambienti confortevoli,
adeguati alle particolari condizioni in cui svolge la sua delicata missione. La struttura presenta 24 camerate per un totale di
377 posti letto, mensa, cucine e ambienti comuni, tutti collegati attraverso 16 pali di discesa alle autorimesse sottostanti, che
contengono 24 autopompe. Nel secondo corpo sono invece situate la stazione di servizio, i magazzini, l’officina, gli impianti
di lavaggio dei tubi e le centraline termiche ed elettriche. Il “castello di manovra”, edificio nato per l’addestramento dei
pompieri, è al centro della seconda corte: con i suoi 12 piani e 45 metri d’altezza sovrasta l’intero complesso. La modernità
dell’impianto è testimoniata anche dalle attrezzature presenti: già nel ’56 le autopompe erano dotate di radiotelefoni in diretto
collegamento con la sede operativa e dal centralino della caserma era possibile bloccare i semafori sul rosso in qualsiasi zona
della città per permettere un intervento più rapido agli automezzi. Nei locali sottostanti l’Aula Magna trova spazio inoltre il
Museo storico dei Civici Pompieri di Milano. Tra i cimeli che vi sono custoditi: la rassegna di tutte le divise utilizzate dal
corpo nel corso degli anni, le automobili e le autopompe come la “Isotta Fraschini” impiegata durante la Prima Guerra
Mondiale, il primo centralino di soccorso della Caserma Comunale di via Ansperto all’inizio del Novecento, il primo
avvistatore di incendio e l’allarme acustico.
LARDIRAGO (PV)
Castello
Visite: sabato 16, dalle ore 14 alle 18; domenica 17, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 alle 18
Inaugurato a fine settembre dopo un importante intervento di restauro, il Castello di Lardirago è parte di un complesso
architettonico visconteo edificato nel XIV secolo e sorge a circa 7 km da Pavia. Nel 1569 Papa Pio V attribuì il feudo di
Lardirago, con il suo castello altomedievale, al Collegio Ghislieri di Pavia - tra i più antichi collegi universitari d'Italia - così
da garantire al collegio stesso le rendite necessarie ad assolvere ai compiti istituzionali della nuova istituzione. Questa
decisione, unita a donazioni e lasciti di numerosi benefattori accumulatisi negli anni, ha permesso al collegio un'autonomia di
gestione mantenuta nei secoli. L'insieme fortificato comprende un recinto-ricetto, databile alla seconda metà del XIV secolo,
dal quale tramite una torre si accede al castello, che ospita al suo interno molte strutture “agricolo-industriali”, come il
mulino, il torchio, la pila e la sega idraulica. Al piano nobile del castello si aprono numerose stanze che ancora esibiscono
ampie porzioni delle antiche decorazioni parietali. Tra le stanze, ora destinate a meeting e ricevimenti, si segnala il
lungo salone cinquecentesco denominato dei Liocorni, con i due camini e il soffitto ligneo ornato da un lungo fregio.
Racchiusa nelle mura della torre si trova inoltre la cappella romanica di San Gervasio, risalente all'XI secolo e più volte
modificata nel corso del tempo: il ricco portale in terracotta è riferibile alla seconda metà del Trecento, mentre internamente
sono recentemente venuti alla luce affreschi risalenti ai secoli XI-XII. Uno dei tesori più preziosi del Collegio Ghislieri, con i
suoi oltre 130.000 volumi, è infine la biblioteca. In occasione delle Giornate d’Autunno si potranno visitare le sale affrescate
al piano nobile, la cappella romanica di San Gervasio, la nuova biblioteca, la Mostra permanente di cartografia
storica “Lardirago e il suo territorio. Un microcosmo per una storia dell’agricoltura e dell’alimentazione in Lombardia (XVI-
XIX secolo)”, il centro congressi e il Museo del riso, che racconta le arti e i mestieri del mondo rurale della Lomellina.
ALBINO (BG)
Il borgo di nascita di Giovanni Battista Moroni, la sua valle
Visite: sabato 16, dalle ore 14 alle 18; domenica 17, dalle ore 9.30 alle 18
Le visite di Giornate FAI nel borgo di Albino e nella valle del Lujo si inseriscono nel progetto Moroni 500. Albino 1521 –
2021, percorso di scoperta e valorizzazione della figura di Giovan Battista Moroni promosso dal Comune di Albino in
occasione del cinquecentenario della nascita del grande pittore rinascimentale. Dal fulcro albinese, il progetto si è espanso
coinvolgendo tutta la Val Seriana, la città di Bergamo e i luoghi che oggi sul territorio bergamasco conservano testimonianze
della pittura moroniana. In occasione delle Giornate d’Autunno, chiese, palazzi storici, musei legati alla storia di Moroni
saranno fruibili e per le due giornate sarà possibile partecipare a visite speciali. Sarà promosso in contemporanea un circuito
di visita cittadino con le tappe imprescindibili del percorso moroniano a Bergamo. Oltre all’Accademia Carrara, la Chiesa di
Sant’Alessandro alla Croce e il Museo della Cattedrale, da non perdere Palazzo e Giardini Moroni – tra le più recenti
acquisizioni del FAI - con il suo parco storico con i terrazzamenti all’italiana e l’ortaglia, nonché con le quattro sale

seicentesche al piano nobile riccamente affrescate da Gian Giacomo Barbelli e arricchite da un nucleo di dipinti del
Cinquecento lombardo, tra cui spiccano i capolavori del Moroni. Ad Albino, che si presenterà come un vero e proprio paese in
festa, saranno in particolare visitabili la chiesa ed ex monastero di Sant'Anna e la suggestiva chiesa di San Bartolomeo, che
oltre a conservare due cicli affrescati rinascimentali – uno dei quali dedicato alla rara iconografia del beato Simonino da
Trento - è la sede espositiva della mostra “Giovan Battista Moroni. Ritorno ad Albino”, con una selezione di opere del pittore
mai viste o raramente visibili, legate per ragioni diverse alla sua città natale, con prove giovanili, ritratti e personalità albinesi,
quadri destinati alla devozione privata. Inoltre nella frazione di Casale, nell’alta valle del Lujo, si celebrerà la tradizione dei
biligocc, un particolare tipo di castagna essiccata ed affumicata, con l’apertura del Museo etnografico “Valle del Lujo - frutta
e risorse del bosco”, che espone strumenti di lavoro di contadini, allevatori, minatori, carbonai ed artigiani, ma anche testi e
documenti e si potrà inoltre assistere a una dimostrazione dell'essicazione secondo metodi antichi in una tipica casa
bergamasca dell’Ottocento.
SONICO (BS)
Borgo e Centrale Edison
Visite: sabato 16, dalle ore 14.30 alle 17.30; domenica 17, dalle ore 10.30 alle 17.30
L’itinerario di Giornate FAI nel borgo di Sonico porrà l’accento sugli aspetti rurali legati al lavoro agricolo nella narrazione
cinematografica di Ermanno Olmi, che proprio qui fondò la Sezione cinema della EdisonVolta, per la quale ha realizzato una
trentina di documentari tecnico-industriali oltre al suo primo lungometraggio del 1959 Il tempo si è fermato. Protagonista del
percorso di visita sarà per l’appunto la Centrale idroelettrica Edison, costruita nel 1928 e alimentata dalle acque dell’Oglio e
dei suoi affluenti. Un’occasione unica per scoprire l’intera struttura – normalmente chiusa al pubblico poiché tutt’ora in
funzione - dalle turbine alle sale macchine, dalla sala quadri all’officina di montaggio e alle decorazioni interne ed esterne.
Sempre lungo il fil rouge della filmografia di Olmi - che nel 2014 diresse Torneranno i prati, ambientato tra le trincee della
Prima Guerra Mondiale sull’Altipiano di Asiago – si potrà inoltre visitare la Terza Linea di Sonico, sbarramento fortificato
incastonato in un complesso sistema difensivo lungo il tratto terminale dell’alta Valle tra i paesi di Malonno e Sonico, voluto
tra il 1916 e il 1918 dal generale Cadorna. Infine, rimanda a L’albero degli zoccoli il piccolo centro rurale della frazione di
Garda, scrigno ancora intatto di cultura e tradizione contadine tipiche della Val Camonica.

MARCHE

ANCONA
Palazzo Bonarelli
Visite: sabato 16, dalle ore 14.30 alle 17.30; domenica 17, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Palazzo Bonarelli, sede del Nucleo dei Carabinieri TPC (Tutela Patrimonio Culturale) di Ancona, sorge ai piedi della
Cattedrale di San Ciriaco, sul colle Guasco che domina la città. È edificato in parte sui resti dell'anfiteatro del I secolo a.C. –
tra le maggiori testimonianze dell’importante municipium romano - e presenta un impianto planimetrico articolato e
irregolare, evidente risultato dell'aggregazione di unità edilizie preesistenti, di epoca medievale e rinascimentale. Nonostante
la diffusa impronta settecentesca, è ben evidente una fase costruttiva riferibile alla seconda metà dell'Ottocento, quando
furono compiuti consistenti lavori di ristrutturazione. Attraverso attività di controllo, l'azione del Nucleo TPC di Ancona ha
permesso negli anni la riduzione dei furti, il recupero di oggetti di diversa natura e provenienza - beni antiquari, archivistici e
librari, reperti archeologici, reperti paleontologici - e il sequestro di opere d'arte contemporanea contraffatte. In occasione
delle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile entrare nel Palazzo, di solito non visitabile: ne verrà raccontata la storia e verrà
spiegata l’importante attività del Nucleo TPC, grazie anche ai preziosi reperti recuperati presenti in loco. Tra questi un’opera
dello scultore jesino Raffaele Pirani, una delle cinque panchine presenti in piazza Cavour che riporta il bollettino della vittoria
del generale Diaz e varie anfore romane. Il percorso proseguirà all’esterno e permetterà di ammirare due ingressi
dell'anfiteatro romano, la natatio, le pavimentazioni a mosaico con scacchiera e figure di delfini, un'iscrizione e alcuni resti di
affreschi.

MOLISE

TERMOLI (CB)
Percorso sotterraneo
Visite sabato 16, dalle ore 15 alle 17.30, e domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.30
Termoli Sotterranea è un percorso espositivo a cinque metri di profondità nel ventre di Termoli inaugurato nel dicembre 2018.
L’itinerario di Giornate FAI propone un vero e proprio viaggio nel passato alla scoperta del nucleo antico della città che si
snoda tra stanze risalenti al periodo medievale e poi riutilizzate lungo i secoli, come la Torre difensiva del Palazzo Vescovile,
danneggiata dal tremendo terremoto del 1456 quindi adibita a cisterna; il tragitto prosegue nelle rimesse in cui si possono
ammirare vari e preziosi reperti rinvenuti fortuitamente durante lo scavo della primissima stanza denominata “Magazzino del
1200”. Degni di nota tra questi reperti sono i capitelli risalenti al cantiere federiciano (XIII secolo) della attigua Cattedrale –
uno dei principali monumenti del Molise - che conserva le reliquie di San Timoteo, qui nascoste dopo essere state recuperate a
Costantinopoli durante la quarta crociata. Il tour sotterraneo termina nella suggestiva zona cimiteriale con tombe antichissime,
dove si respira aria di mistero e devozione.

PIEMONTE

TORINO
Scuola di Applicazione
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Durante le Giornate d’Autunno 2021 si potrà visitare eccezionalmente Palazzo Arsenale, sede del Comando per la
Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito, di solito chiuso in quanto luogo militare. Unica testimonianza del
complesso del Regio Arsenale, edificato nella prima metà del Settecento su progetto di Filippo Juvarra per ospitare dal

1783 le Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazione, il palazzo, tra i più imponenti di Torino, è caratterizzato da forme
grandiose e profilo regolare: un fabbricato quadrangolare di tre piani e otto padiglioni che poggia su strutture binate,
decorato da finestre rettangolari e quadrate, sollevato dal porticato, ornato da una torre barocca e uno scalone a doppia
rampa. L'istituto provvede alla formazione degli ufficiali dell'Esercito e, con circa 1.000 ufficiali frequentatori, circa 100
studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti militari, rappresenta uno dei poli didattici di eccellenza nel
panorama italiano e internazionale. La scuola vanta con orgoglio l'eredità dei grandi personaggi che l'hanno frequentata:
illustri intellettuali e scienziati, come Lagrange, grandi politici come Cavour e Menabrea e generali che fecero la storia
d'Italia, da Lamarmora a Cadorna a Diaz e Badoglio. Tra gli spazi che si potranno scoprire durante la visita ci saranno il
salone delle armi, la biblioteca, la cappella e lo splendido cortile d’onore, lungo 66 metri, restaurato e valorizzato nel
2021 grazie al rifacimento della pavimentazione, riproposta in pietra di Luserna, e alla nuova illuminazione a LED delle
facciate interne.
Polo teologico – Palazzo del Seminario Metropolitano di Torino
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Aprirà al pubblico il Palazzo del Seminario Metropolitano, oggi sede del Polo Teologico Torinese, fondazione nata nel 2013
dall’unione di tre realtà profondamente collegate: il Ciclo Istituzionale della Sezione parallela di Torino della Facoltà
Teologica dell’Italia Settentrionale, università della Chiesa cattolica la cui sede è a Milano; l’Istituto Superiore di Scienze
Religiose; la Biblioteca del Seminario Metropolitano. L’edificio è un grande complesso barocco costruito a partire dal 1711
per volere del rettore Pietro Costa e progettato da Pietro Paolo Cerutti, cui si devono il disegno del portale e delle ali di
levante e di mezzanotte e da Carlo Ceroni per l’ala meridionale. Il palazzo è quasi sconosciuto al pubblico e l'attività svolta è
nota perlopiù a coloro che intendono insegnare religione o assumere responsabilità pastorali specializzate. Durante le visite
straordinarie delle Giornate d’Autunno 2021 si potranno scoprire il grandioso chiostro a doppio ordine, l’Aula Magna, dalle
preziose sovraporte e la Cappella dell’Immacolata Concezione, completata nel 1774 e ampliata nel 1793, che custodisce
numerose opere di autori vissuti tra l’inizio del Seicento e la metà dell’Ottocento e attivi in residenze sabaude e chiese
piemontesi: dalle porte della sacrestia dipinte da Vittorio Amedeo Cignaroli, attivo per la corte sabauda alla Venaria, Stupinigi
e Moncalieri, considerate suoi capolavori giovanili, alla statua dell’Immacolata Concezione eseguita dallo scultore toscano
Giovanni Domenico Olivieri, presente a Torino tra il 1730 e il 1740; dalla volta della cappella affrescata dal modenese
Giovanni Battista Alberoni, che tra il 1744 e il 1761 ebbe come committenti i Savoia per lavori nella palazzina di caccia di
Stupinigi e nella reggia di Venaria; dai gradini lignei dell’altare maggiore, scolpiti nel 1766 dal piemontese Stefano Maria
Clemente fino all’organo del celebre Francesco Concone. Infine, del monaco camaldolese di Orvieto, Gregorio Cartaro, in
Piemonte all’inizio del Seicento, è il notevole ritratto del beato Ascanio da Ceva. Il percorso toccherà anche la Biblioteca, la
più grande del Piemonte tra quelle ecclesiastiche, da sempre accessibile al pubblico, con la Sala Monumentale di Lettura.
ROBILANTE (CN)
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14 alle 18
Robilante si trova in una vasta conca pianeggiante circondata da castagneti, sulla sinistra del torrente Vermenagna, a circa 15
chilometri da Cuneo, raggiungibile in 9 minuti di treno attraverso un tratto della “Ferrovia delle Meraviglie”, vincitore
dell’edizione 2020 del censimento FAI “I Luoghi del Cuore”. Durante le Giornate d’Autunno sarà proposto un articolato
itinerario alla scoperta del territorio. Tra le tappe ci sarà il Museo permanente dedicato alla linea ferroviaria Cuneo-
Ventimiglia (ingresso esclusivo per gli iscritti FAI), ospitato nei locali inutilizzati della stazione del paese, curato
dall’associazione Ferroclub e inaugurato nel 2017: un museo dinamico in cui c’è spazio non solo per cimeli e fotografie
d'epoca, ma anche per un vero passaggio a livello ancora attivo e una sala dedicata agli apparati di manovra e segnalamento
ripristinati elettricamente. Aprirà, inoltre, il Museo della Fisarmonica, che racconta la storia di questo strumento in riferimento
alla Valle Vermenagna e a Robilante, dove la musica e i balli – detti curenta e balet di ispirazione occitana – rappresentano
elementi tradizionali molto sentiti. Sarà visitabile anche il Museo del Suono e della Comunicazione (ingresso esclusivo per gli
iscritti FAI), con una collezione privata dal Settecento ai giorni nostri, tra cui fonografi del XVIII secolo, la radio galena con
circuito OUDIN nel 1923, con bobina di rame e cuffia per ascoltare, e alcuni esemplari di radio rurale. Il percorso includerà
anche una passeggiata alla Cascata delle Balme, tra i boschi di castagni che in autunno si vestono con i colori più belli del
foliage, toccando una fra le tante cappelle di montagna che punteggiano il territorio, unendo così la natura all’arte popolare.

PUGLIA

STORNARA (FG)
Borgo
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 16
Stornara è un tipico paese a vocazione agricola, con circa 6.000 abitanti, situato nel Tavoliere della Puglia a 40 chilometri dal
capoluogo di Provincia, Foggia. Tutt'intorno vigneti, uliveti e campi di grano, con il caratteristico paesaggio di questa grande
pianura. Colonia di popolamento creata nel 1775 sulle terre espropriate ai Gesuiti, di cui era una grande masseria, fa parte dei
Cinque Reali Siti fondati per volontà di Ferdinando IV di Borbone nel 1774 con l'obiettivo di dare a censo terra da coltivare a
contadini poveri. Il cammino di crescita di questi centri è stato complesso e faticoso e solo a partire dalla seconda metà del
secolo scorso essi stanno sviluppandosi da un punto di vista economico e culturale, restando comunque essenzialmente a
vocazione agricola. A Stornara si è intrapreso un cammino di riqualificazione di grande originalità, che invece di grandi e
costosi interventi edilizi ha preso la strada di un festival internazionale di street art, Stramurales, nato dall'idea di un gruppo di
amici unitisi nell'associazione Stornara life aps, con l'intento di portare arte in un paese privo di attrazioni turistiche e con
poche testimonianze storico artistiche. La prima edizione, sotto la direzione artistica di Lino Lombardi, si è svolta nell'agosto
2018 e ha subito attirato l'attenzione dei media. Attualmente Stornara possiede circa 80 murales. Tra i nomi della street art
mondiale possiamo citare Stinkfish, Zabou, Bastardilla, Dale Grimshaw, Colectivo Licuado, Manomatic, Toni Espinar,
Alaniz, Emily Ding, Braga Last1, Leticia Mandragora. Tra i nomi italiani notissimi: Moby Dick, Gods in Love, Millo,

Cheko's art, Bifido, Kris Rizek, Ericailcane. Stornara si trova, tra l'altro, su un tratto del percorso della via Francigena e sono
numerosi i pellegrini che sostano davanti ai murales.
FASANO (BR)
Tempietto di Seppanibale
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17
Piccola chiesa di campagna a 7 km da Fasano, il Tempietto di Seppanibale risale al IX secolo e rappresenta un unicum nel
panorama dell’architettura altomedievale pugliese. Fa parte della masseria Seppannibale Grande dalla quale, in epoca
relativamente recente, ha preso il nome; oggi il bene risulta proprietà della Diocesi di Monopoli. La chiesetta, di appena otto
metri di lato, presenta tre navate scandite da archi poggianti su due pilastri centrali e su due semipilastri e terminava in
un'abside quadrangolare, oggi crollata; ciò che più caratterizza l'edificio è la copertura della navata centrale, costituita da due
cupole in asse impostate su mensole e nicchiette angolari, che consentono il passaggio dalla pianta quadrata di base a quella
circolare della cupola. Si conserva, inoltre, un intero ciclo pittorico di età longobarda (VIII sec.), in cui si riconoscono scene
bibliche ed episodi tratti dall'Apocalisse di Giovanni. Gli elementi naturalistici che compaiono sullo sfondo di tutte le scene
ritratte accomunano gli affreschi pugliesi ad altri capolavori di arte longobarda: i cicli affrescati presenti nella cripta della
cattedrale di Benevento, nel grande centro monastico di San Vincenzo al Volturno e nella cripta del Peccato originale presso
Matera. Durante le Giornate FAI i visitatori saranno invitati ad ammirarne la peculiarità e a scoprire un episodio importante
nella storia dell’architettura pugliese, poiché l'edificio è da annoverare tra le primissime chiese a sala con cupole in asse
costruite nella regione a partire dall'Altomedioevo sino al XII secolo. La spiegazione del pregevole ciclo pittorico
dell'Apocalisse sarà accompagnata dalla lettura di passi scelti riferiti proprio allo scritto di San Giovanni.

SARDEGNA

SANTU LUSSURGIU (OR)
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 15 alle 18
Durante le Giornate d’Autunno si potrà partecipare a un eccezionale percorso attraverso il territorio di Santu Lussurgiu, borgo
situato a 503 metri s.l.m. ai piedi del versante sud-orientale della catena del Montiferru, tra i più colpiti dall’incendio
divampato lo scorso 24 luglio, nel quale sono bruciati 650 ettari di parco su 750 totali. Fitti boschi di lecci, sughere, roverelle,
noci, castagni e pruni selvatici che circondano l’abitato sono diventati un paesaggio lunare con un silenzio assordante, sia per
la totale mancanza di bestiame da pascolo, sempre presente in questi territori, sia per quella di animali selvatici e uccelli.
Danni gravi anche alle Cascate di Sos Molinos, un’area in cui erano attivi programmi di tutela e interventi per una migliore
fruibilità del sito. La parte iniziale del percorso attraverserà alcune caratteristiche vie del centro storico per poi proseguire su
una strada di penetrazione agraria, in un'area privata a cui non è possibile accedere generalmente, per arrivare a una delle zone
devastate dalle fiamme. Il percorso, durante il quale si illustrerà ciò che sta succedendo ora nella fase di ricostruzione e
rinascita del bosco, è volto a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno degli incendi e sui loro effetti irreparabili attraverso
storie di coraggio, eroismo civico e mutuo soccorso, di cui spesso sono protagonisti gli stessi cittadini. Ma non solo:
l’itinerario consentirà ai visitatori di scoprire il passato millenario di Santu Lussurgiu, così pesantemente segnato nell'animo,
come gli altri comuni vittime del fuoco, attraverso momenti di immersione nell'arte come balsamo alle ferite dello spirito.
CAGLIARI
Carcere del Buoncammino
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17.30
La visita al Carcere del Buoncammino, a cura di docenti, studenti e dottorandi di ricerca in architettura, ingegneria e
psicologia dell’Università di Cagliari, si svolgerà lungo un percorso che toccherà i punti più significativi del luogo alla
scoperta della sua storia, della sua architettura e delle drammatiche vicende dei prigionieri. La denominazione dell’area si
riconduce alla vicinanza alla chiesa di San Lorenzo, originariamente dedicata alla Vergine di Buoncammino. Il carcere,
edificato nella seconda metà dell’Ottocento nell’ambito di un ampio progetto di “militarizzazione” della città attuato dai
Piemontesi a partire dal loro insediamento nell'isola, sostituì e integrò le strutture penitenziarie già presenti in città - i bagni
penali di San Sebastiano e le antiche carceri di San Pancrazio - venendo incontro a un'esigenza di modernizzazione e riordino
delle funzioni civili essenziali. Tuttavia, i prigionieri vi vivevano in uno stato miserevole. L’edificio conobbe varie
trasformazioni, interrotte solo tra il 1943 e il 1944 a causa dei bombardamenti. Nonostante il rinnovamento nella seconda
metà degli anni Cinquanta e la demolizione delle “bocche di lupo” in alcune celle al piano terra, voluta dal direttore Umberto
Forte nei primi anni Sessanta, dagli anni Novanta si iniziò a dibattere sull’inadeguatezza della prigione rispetto alle moderne
norme relative alle condizioni di detenzione; cominciò a farsi strada l'idea di realizzare una nuova prigione e di dismettere
Buoncammino per destinarlo ad attività culturali e ludiche. Rispetto ai tempi in cui venne realizzato, il complesso, con una
superficie di oltre 15 mila metri quadri, risultava all'avanguardia per quanto riguarda le tecniche costruttive e lo stile edilizio. I
fabbricati presentano elementi di rilevante valore architettonico con richiami al linguaggio classicista, che si concretizzano in
archi a tutto sesto negli ingressi, volte a botte e a crociera, aggetti sui prospetti, cornicioni decorati e pitture sui soffitti. Per
linguaggio architettonico, l'edificio, concepito in pieno clima di eclettismo e influenzato dalla cultura piemontese, esibisce
forme di gusto neoclassico. La struttura imponente, rappresentazione del potere dello Stato, attesta un clima di vivacità
culturale e di attenzione ai temi discussi in ambito nazionale, condizionati dalla politica di Vittorio Emanuele. L'edificio
costituisce uno degli edifici più rappresentativi della Cagliari contemporanea, rappresentando un caposaldo dell’identità della
comunità. La scelta di aprire il Carcere del Buoncammino durante le Giornate FAI si deve anche all’attualità del dibattito
sulla riconversione della struttura e sulle nuove destinazioni d’uso da insediarvi.

SICILIA

PALERMO
Cantiere di Palazzo Ex Ministeri
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17.30

Aperto in esclusiva per il FAI dopo 40 anni e da tempo in restauro, Palazzo ex Ministeri è di proprietà dell’Assemblea
regionale siciliana dal 1987 e venne acquistato per ospitare il patrimonio bibliografico e documentale dell’ARS. Di origine
seicentesca, nel 1811 venne acquisito da re Ferdinando di Borbone e fu aggregato al quartiere di S. Giacomo: da questo
momento la sua storia si intreccia con quella delle istituzioni che hanno rappresentato il governo della Sicilia, divenendo sede,
ad esempio, del Luogotenente Generale del Regno, della Real Segreteria e dei Ministeri di Stato durante il Regno Borbonico,
della Prefettura nel 1885 e del Provveditorato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Danneggiato dal terremoto del gennaio
1968, Palazzo ex Ministeri – che deve il proprio nome alle numerose istituzioni che si sono succedute al suo interno - rimase
abbandonato. Nel 1993 sono stati realizzati i lavori di consolidamento delle fondazioni ed eseguiti saggi archeologici che
hanno portato alla luce un pozzo risalente all'epoca medievale; negli ultimi anni si è finalmente avviato un importante
intervento di consolidamento e restauro definitivo. Gli interventi che hanno determinato la configurazione attuale del palazzo
furono opera dell’architetto Carlo Giachery, che nel 1850 venne incaricato di ingrandire il palazzo e di creare un collegamento
verticale con l’adiacente Ospedale di San Giacomo. Per farlo, Giachery scelse di realizzare un capolavoro di stereotomia,
fornendo una prova tangibile delle sue conoscenze sul taglio della pietra: una scala, interamente a sbalzo, che si snoda
concentricamente all’interno d’un alto tamburo su cui si imposta una cupola sferica. La cupola si conclude con un occhio
circolare coperto da un lucernario in ferro e vetro. A realizzarla gli intagliatori Sacco con una tecnica di intarsio a tufo.
Durante le Giornate di Autunno sarà possibile ammirare questa scenografica scala e visitare eccezionalmente il piano nobile,
oltre che le tre corti interne.

TOSCANA

FIRENZE
Villa Salviati
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17.30
La storia della Villa, situata sulla collina di Fiesole, inizia in epoca medievale, quando la struttura faceva parte di una
costruzione fortificata, prima di essere trasformata in un palazzo signorile circondato da lussureggianti terreni agricoli.
L'attuale disposizione risale all'inizio del XVI secolo, quando la dimora divenne proprietà del ramo romano della ricca
famiglia Salviati, imparentata con i Medici, che vi risiedette tra il 1490 e il 1790. Dopo l’era Salviati, la villa fu ritrovo
politico per i sostenitori del Risorgimento, anche se subì molteplici passaggi di proprietà. Nel corso dei secoli ospitò
personaggi illustri - dai membri della famiglia dei Medici a Papa Leone X, fino a Garibaldi – e durante la Seconda Guerra
Mondiale fornì riparo a 400 fiorentini sfollati a causa dei bombardamenti e a numerose opere d’arte. Nel 2000 il Governo l’ha
acquisita per ospitarvi gli Archivi Storici dell’Unione europea. Dal 2016 l’edificio, sapientemente restaurato, è anche sede dei
Dipartimenti di Legge e Storia dell’Istituto Universitario Europeo. La visita proposta durante le Giornate FAI permetterà di
scoprire la villa, raramente visitabile, la sua storia e l’unicità dell’istituto universitario che ospita. Si ammireranno il cortile
rinascimentale, alcune spazi del piano terra – la Sala della Conchiglia, la Sala del Consiglio e la splendida Cappella, con il
paliotto d’altare in marmo di Giovan Francesco Rustici e sulle pareti decorazioni monocrome a grottesche – per passare poi al
giardino formale, alle grotte, caratterizzate da straordinari arredi e decorazioni, tra cui una consolle costituita da pietre,
spugne, conchiglie, coralli, minerali, e infine alla limonaia con gli Archivi Storici dell’UE. Sarà inoltre possibile vedere la
mostra della scultrice tedesca Fritzi Metzer, che opera con materiali di riciclo.
Istituto di Scienze Militari Aeronautiche
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17.30
All’inizio fu la Scuola di Applicazione della Regia Aeronautica, oggi è l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche. Conosciuta
anche come “Scuola di Guerra Aerea”, l’“Università del volo”, come era definita dai fiorentini, venne inaugurata nel 1938. La
sede di Firenze fu scelta sia in virtù del retaggio culturale della città, sia per la sua posizione geografica, nel cuore d’Italia,
lontana dai confini nazionali più esposti e dunque fuori dalla portata dei bombardieri dell’epoca. Il vasto complesso
architettonico, situato nell’area occidentale del parco delle Cascine, è composto da una serie di edifici destinati ad ambienti
scolastici, ad alloggi di studenti e ufficiali e a funzioni di comando e direzione. Le principali infrastrutture furono realizzate in
tempo record tra il 1937 e il 1938, su progetto di Raffaello Fagnoni, allora preside della Facoltà di Architettura dell’Università
di Firenze e uno dei maggiori interpreti del cosiddetto “pensiero razionalista italiano” applicato all’architettura e stupiscono
per l’armonia con cui si inseriscono nella natura circostante. La disastrosa alluvione che nel 1966 colpì la città provocò
ingenti danni anche alla Scuola: in particolare andarono persi gli artistici pezzi d’arredamento al piano terra della residenza
ufficiali e preziosi modelli in legno e attrezzature per lo studio dell’aerodinamica. Le visite proposte dal FAI offriranno
l’occasione di conoscere questo splendido esempio di architettura razionalista, in cui Fagnoni inserì richiami al Rinascimento
fiorentino e alle domus romane e che è oggi una sede per la formazione degli Ufficiali dell’Aeronautica Militare. Tra le
curiosità si annoverano la scala d’onore, struttura autoportante che non poggia sulle pareti e la presenza di un arboreto, che ha
un notevole interesse scientifico come collezione dendrologica.
VOLTERRA (PI)
Saline
Visite: sabato 16, dalle ore 15 alle 17.30, e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30
Saline, frazione del Comune di Volterra, deve il suo nome ai cospicui depositi di salgemma racchiusi nel sottosuolo. Le saline
sono utilizzate sin dall'epoca etrusca e sono sempre state una preziosa risorsa economica. Per tutto il Medioevo l'economia
della Val di Cecina e della stessa Volterra si basava sull'estrazione del sale. Dal 1472 la Salina passò sotto il controllo di
Firenze e della famiglia Medici, mentre nel XVIII secolo fu la volta dei Granduchi di Toscana, i Lorena. Dal 1787 al 1790 il
granduca Pietro Leopoldo fece costruire nuovi stabilimenti, in parte ancora esistenti. La Salina si estende su una superficie di
circa 65.000 mq dove si producono annualmente circa 150.000 tonnellate di sale cristallizzato, puro al 99,99%, il più puro
d’Italia. Nel 2014 è stata acquisita dalla famiglia Locatelli, che ha implementato la produzione e trasformato il sito in un
luogo d’interesse turistico, dal 2020 visitabile. In occasione delle Giornate FAI verrà offerto un percorso inedito. Come punto
di incontro è stata scelta la stazione ferroviaria, per raccontare l’importanza che il treno ha avuto per il territorio e per
sottolineare la necessità di ripristino e valorizzazione della tratta Saline-Cecina. Si accederà poi allo stabilimento attraverso un

cancello da cui passava il treno (aperto in esclusiva dopo decenni di chiusura), seguendo il percorso del vecchio treno, di cui
si potrà vedere una locomotiva originale per il trasporto del sale. Qui inizierà la visita, guidata dagli attuali proprietari e dai
dipendenti, che passerà anche nel Padiglione costruito dal grande architetto Pier Luigi Nervi, dove è possibile ammirare la
scenografica cascata di sale e si concluderà nel piccolo museo della Salina, dove si potranno vedere parte dell’archivio
storico, alcuni video e una mostra fotografica.
SERAVEZZA (LU)
Fondazione Henraux
Visite: sabato 16, dalle ore 9 alle 17.30
Fondata nel 1821, Henraux Spa è una delle più grandi aziende del settore lapideo a livello internazionale ed è attiva in tre
ambiti nei quali il marmo gioca un ruolo fondamentale: architettura, design e arte. Il cuore pulsante dell’azienda è il Monte
Altissimo, i cui marmi pregiati furono apprezzati anche da Michelangelo Buonarroti, che volle utilizzarli per la facciata di San
Lorenzo a Firenze. Lo stabilimento si trova nel borgo di Querceta, frazione del Comune di Seravezza e si snoda su oltre
48.000 metri quadrati, ospitando i reparti dedicati alla segagione, lucidatura e resinatura. Sono presenti anche laboratori, aree
di posa, uffici e il reparto ingegneria. L'apertura durante le Giornate FAI consentirà, in via eccezionale, di visitare alcuni
reparti dello stabilimento dedicati alla lavorazione e allo stoccaggio del marmo, dall'arrivo nella sede alla sua lavorazione
meccanica e manuale, oltre agli studi di alcuni artisti presenti all'interno. Si potrà, inoltre, accedere al nuovo showroom,
realizzato nel 2018 in collaborazione con lo studio Archea di Firenze, dove ha sede la Fondazione Henraux con la sua
collezione d'arte, che raccoglie opere di artisti italiani e internazionali dedicate al marmo. La Fondazione promuove la
tradizione e la lavorazione del marmo nei diversi ambiti delle arti visive, supportando progetti artistici e culturali, pubblici e
privati, che uniscono sperimentazione, innovazione tecnologica, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e
produttivo del marmo.

TRENTINO-ALTO ADIGE

MEZZOCORONA (TN)
Palazzo Martini
Visite: sabato 16, dalle ore 14 alle 18; domenica 17, dalle ore 10 alle 18
Palazzo Martini si trova nel centro di Mezzocorona, comune rinomato per la produzione di vini. Il contesto vitivinicolo in cui
sorge è rispecchiato dai vigneti che circondano il giardino della dimora e da quelli delle numerose cantine che hanno sede a
poca distanza. Il Palazzo, dall'atmosfera tipica di una residenza nobiliare di campagna, risale alla seconda metà del XVII
secolo ed è stato edificato dalla casata De Vescovi. Nel 1714 Teresa De Vescovi sposa il conte Carlo Martini, famiglia
originaria di Riva del Garda. È solo nel 2003 che la proprietà viene ceduta alla Cassa Rurale di Mezzocorona, per poi passare
nel 2019 alla Cassa Rurale di Trento con la costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca. L'edificio,
su due piani, è elegante e semplice. Viene aperto al pubblico di rado, solo in occasione di eventi particolari, per questo
l’apertura proposta nelle Giornate FAI rappresenta un’opportunità preziosa per visitare gli interni e scoprire la storia del
palazzo, intrecciata alle famiglie che lo hanno abitato. Si potrà accedere alle stanze riccamente arredate e ammirare le tele di
Joachim Anton Mayr, rappresentante del barocco trentino della seconda metà del XVIII secolo e le decorazioni di Giovan
Battista Le Gru, artista francese settecentesco. Ad abbellire il Palazzo anche stufe in maiolica e diverse tele di autori non
identificati risalenti al XVII e XVIII secolo e un’ampia raccolta di stampe, tra cui la serie dei ritratti di famiglia, opera del
Conte Lattanzio Firmian, risalente a metà Settecento.
BOLZANO
Casa della Pesa
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 11 alle 17
La Casa della Pesa è uno tra gli edifici più significativi di Bolzano. Acquistato nel 2009 da Fondazione Cassa di Risparmio di
Bolzano e sottoposto a un lungo e accurato restauro, è diventato un punto di incontro aperto e dinamico, che ospiterà varie
attività e servizi culturali, accogliendo istituzioni e associazioni come l'Euregio e la cooperativa “Weigh Station”. L'edificio,
risalente al XIII secolo, nacque come sede della pesa pubblica e nel corso dei secoli subì vari interventi e ampliamenti. È
datato 1634 il primo intervento di restauro del complesso, che portò alla sostituzione di vecchi solai e di molte delle travature
interne, oltre che una generale armonizzazione tra i vari elementi architettonici che sono andati addossandosi nel tempo.
Anche la bifora e gli affreschi sulla facciata risalgono a questo periodo, come pure le straordinarie pitture murali, riportate alla
luce durante il recente restauro degli interni. Dal 1780, quando cessò la funzione di sede della pesa, l'edificio perse
d'importanza. Dal 1855 al 1866 ospitò la prima filiale della Cassa di Risparmio di Bolzano e venne poi affittato a privati. Le
visite proposte nelle Giornate FAI permetteranno di ammirare un vero tesoro: il ciclo decorativo di soggetto allegorico
scoperto durante il restauro sulle pareti della sala di rappresentanza, raffigurante le Virtù e i Vizi inseriti in un giardino
popolato da animali fantastici e realistici, che rimandano all'alternarsi delle stagioni. Accuratamente restaurato, è ora al centro
di studi.

UMBRIA

PERUGIA
Chiesa e Complesso di Santa Giuliana
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Prenotazione obbligatoria.
Il Complesso di Santa Giuliana a Perugia è situato nel contado di Porta Eburnea; in posizione sopraelevata, domina la valle
rivolta verso il Lago Trasimeno. Fondato come monastero femminile nel 1246 dal cardinale Giovanni da Toledo, grande
promotore della riforma cistercense e approvato nel 1253 con una bolla di Innocenzo IV, che concesse una particolare
indulgenza a chi lo visitava, fu un polo monastico dotato di grandi ricchezze, grazie alle doti portate dalle monache. La
struttura si ampliò per le accresciute esigenze e si arricchì di opere d'arte, ma nel XV secolo l’espansione si arrestò, con il
monastero gravato di ripetute accuse di decadenza morale. Nel 1567, con l’acuirsi della fama di dissolutezza, fu tolto alla

giurisdizione cistercense e trasferito sotto l’autorità del vescovo di Perugia. Cominciò così un lungo periodo di decadenza, che
vide una leggera ripresa nel XVII e XVIII secolo. Il monastero all'inizio del XIX secolo subì la soppressione napoleonica e la
chiesa fu ridotta a magazzino del sale, poi a granaio e infine a maneggio; nel periodo post-unitario il complesso venne
demanializzato e trasformato in ospedale militare, mentre la chiesa fu restaurata e riaperta al culto nel 1937. Dal 1993, cessata
la funzione di nosocomio, una parte del complesso ospita la Scuola di Lingue Estere dell'Esercito. La visita proposta in
occasione delle Giornate FAI, di taglio prevalentemente artistico-architettonico, permetterà di accedere anche a spazi in cui si
svolgono le attività militari, solitamente inaccessibili. Si visiteranno la chiesa, di stile gotico e a navata unica, soffermandosi
su alcuni affreschi, la stanza della Badessa, con le sue interessanti decorazioni murali originali e il chiostro con il suo doppio
loggiato, attribuito al maestro Matteo Giovannello da Gubbio, detto il Gattapone e tra i più elevati esempi di architettura
cistercense in Italia. Sarà inoltre possibile ammirare il cortile con il leccio secolare, con una chioma di 24 metri di diametro e
ai cui piedi si trovano un pozzo datato 1466 e i resti di una strada romana.
Arconi: Sala Gotica dal Medioevo a oggi
Visite: sabato 16, dalle 10.30 alle 12
Affacciato su un declivio a forte pendenza che giunge fino a via XIV Settembre, il complesso di edifici che insistono sugli
Arconi - quattro grandi volte di mattoni poggianti a loro volta su profondi piloni, mirabile esempio della sapienza costruttiva
raggiunta dalle maestranze del tardo Quattrocento - costituisce ancora oggi il principale episodio architettonico che definisce il
margine est del centro storico. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile visitare in anteprima, in attesa della
definitiva apertura, la Biblioteca degli Arconi, collocata nella parte basamentale del complesso del Palazzo di Giustizia. Il
percorso proposto consentirà di accedere agli spazi della Biblioteca, interessati da un importante progetto di rigenerazione
urbana, basato su un approccio progettuale fondato sul dialogo continuo tra restauro e nuova edificazione, tra architettura antica
e contemporanea. Ad accompagnare i visitatori sarà il Direttore dei Lavori. La nuova biblioteca non svolgerà solo la funzione di
pubblica lettura e consultazione, ma offrirà anche accesso a banche digitali e multimediali e servizi socio-culturali.

VALLE D’AOSTA

SAINT-MARCEL D'ANTAN (AO)
I villaggi di Saint-Marcel alta
Visite: domenica 17, dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 14 alle 17
Un itinerario alla riscoperta delle tradizioni e delle usanze di un tempo nei piccoli villaggi di Saint-Marcel alta, da Enchasaz
sino a Seissogne, con visita esclusiva al santuario più imponente della Val d’Aosta. Tra i meleti di Seissogne, si potranno
ammirare le case seicentesche, l'antico mulino e il vecchio forno ancora oggi utilizzato per la cottura del pane. Dal villaggio si
scenderà, lungo una mulattiera nel bosco, all'abitato di Plout dov'è prevista una visita esclusiva all'affascinante Santuario di
Notre-Dame de Tout-Pouvoir. Le sue origini risalgono probabilmente al 1560, quando venne rinvenuto un simulacro della
Madonna che divenne presto fulcro delle devozioni degli abitanti del luogo. Con il passare del tempo divenne una meta
sempre più frequentata dai fedeli e perciò nel 1714 gli abitanti dei villaggi circostanti decisero di costruire una cappella: il
numero di devoti alla Madonna di Plout e le grazie ricevute aumentarono al punto di mutare il titolo in Notre-Dame de Tout-
Pouvoir (Virgo Potens). Il santuario attuale, ultimato nel 1853, presenta una pianta a croce greca con una grande cupola al
centro e un inaspettato pronao in stile neoclassico a quattro colonne, di colore rosa, con l'affresco raffigurante la Vergine col
Bambino tra i santi Brigida e Pietro Fourier sulla facciata. Nelle due nicchie esterne sono collocate le statue di san Grato e san
Marcello, mentre all'interno le pareti sono ricoperte da affreschi e da centinaia di ex-voto lasciati dai pellegrini in segno di
riconoscenza. Nelle quindici nicchie del portico antistante l'edificio sacro sono invece affrescati i Misteri del Rosario. Accanto
al santuario si potranno degustare e acquistare i prodotti del territorio, tra cui il Pan Ner appena sfornato. In questa zona viene
coltivata sin dal Settecento la mela Raventze, tra le più note varietà autoctone valdostane, utilizzata per la produzione del
sidro di mele.

VENETO

VENEZIA
Arsenale
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 17.15
Durante le Giornate d’Autunno 2021 sarà proposta una visita all’Arsenale, complesso architettonico carico di significati
storici, sociali, economici, manifatturieri e artistici, edificato tra il XII e il XIII secolo come cantiere navale e base militare e
commerciale di Venezia e giunto a noi intatto. Nel 1312, quando l'Arsenale già godeva di grande fama, Dante lo visitò: ne
sono testimonianza le famose terzine dell’Inferno in cui il poeta paragonò il frenetico lavoro dei carpentieri, gli arsenalotti,
alle pene inflitte ai barattieri (Canto XXI, vv. 7-18). Con la costruzione della darsena nuova nel XIV secolo, l'Arsenale,
completamente cinto da mura e caratterizzato all’interno da capannoni con il tetto a capriate ricoperto di tegole, raggiunse
138.600 metri quadri e ben 16.000 addetti. Alcuni momenti salienti della storia del complesso: fra il 1544 e il 1547, su
progetto del Sanmicheli, venne costruito il deposito per il Bucintoro, la fastosa imbarcazione usata dal Doge in occasioni di
festività o di eventi straordinari; nel Settecento l’architetto Giovanni Scalfarotto progettò una costruzione di 150 metri per gli
squadratori, gli arsenalotti specializzati nello squadro delle tavole ottenute dai tronchi di rovere, acacia, abete, larice, faggio e
noce, essenze arboree per la costruzione delle navi; nell'Ottocento, durante il governo austriaco e poi il Regno d'Italia, in
Arsenale vennero costruiti alcuni colossi della Marina, come la corazzata Francesco Morosini e l'incrociatore Francesco
Ferruccio, usati durante la Prima Guerra Mondiale. Nello stesso periodo furono costruiti i primi aerei Caproni, usati in
battaglia. Dopo la rotta di Caporetto, l'Arsenale fu privato di tutti i suoi macchinari, sia perché il nemico non se ne
impossessasse sia per fonderli e forgiare armi moderne per l'esercito italiano. Tra le tappe del percorso FAI, che includerà
aree normalmente non accessibili al pubblico in quanto zona militare, il Salone degli Squadratori, l’imponente tezon dei
squadradori, edificato tra il 1750 e il 1778, parzialmente demolito a partire dal 1880 e modificato con la costruzione di un
poderoso solaio, che fungeva da sala da disegno con le finestre a lunetta a filo di pavimento.
Chiostri dell’ex Convento di San Zaccaria

Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9.30 alle 16.30
Prenotazione obbligatoria. Ingresso consentito previa esibizione di un documento di identità in corso di validità.
Durante le Giornate d’Autunno 2021 si potranno eccezionalmente visitare i chiostri dell’ex convento benedettino di San
Zaccaria, uno dei più antichi monasteri di Venezia, oggi comando provinciale dei Carabinieri. Il complesso fu edificato
nell’829 nel centro della città, a pochi passi da piazza San Marco, a rimarcare il prestigio di un complesso sorto per ospitare in
particolare le figlie dell’aristocrazia del dogado e in cui furono sepolti otto tra i primi dogi, a partire dal X secolo. Più volte
ampliato durante il Medioevo, da metà del Quattrocento il convento fu quasi interamente riedificato, in contemporanea con
l'erezione della nuova chiesa e la conversione della vecchia a coro delle monache. La conduzione dei lavori fu affidata dal
1458 all’architetto Antonio Gambello, autore del primo dei due chiostri porticati, con pavimentazione a spina di pesce in
argilla cotta, che era fornito di una pregiata vera da pozzo in marmo rosso di Verona, asportata e sistemata in un palazzo
viennese durante il governo asburgico. Alla morte di Gambello, intorno al 1481, la direzione passò al grande architetto Mauro
Codussi, che completò la chiesa nuova e progettò il secondo chiostro, di cui spicca il loggiato superiore, che prospetta
scenograficamente sull’abside della chiesa. All'inizio del XIX secolo, in seguito alle soppressioni napoleoniche, il convento
venne destinato a caserma, e poi, con l'ingresso del Veneto nel Regno d’Italia, a sede veneziana dei Carabinieri. La visita
durante le Giornate FAI toccherà, oltre ai chiostri, mirabilmente conservati, un’esposizione di rare divise storiche dell'Arma
dei Carabinieri.
Hotel Danieli
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Visite: sabato 16, dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle ore 14 alle 16; domenica 17, dalle ore 14 alle 16
L'Hotel Danieli, sulla Riva degli Schiavoni, nel sestiere di Castello, è considerato uno dei più famosi del mondo e negli anni
ha ospitato personaggi illustri come Goethe, Alfred de Musset, Marcel Proust, Honoré de Balzac, Richard Wagner, Jean
Cocteau, John Ruskin, Claude Debussy, George Sand, Charles Dickens, Eugenio Montale, Percy Shelley, oltre che numerosi
regnanti europei e capi di Stato. La sua storia prestigiosa inizia nel XIV secolo, quando la nobile famiglia veneziana Dandolo
commissiona il palazzo che poi costituì il primo nucleo dell’albergo. L’edificio presenta una chiara matrice gotica per quanto
concerne la decorazione della facciata con cornici in pietra d'Istria: la sua potenza espressiva si concentra nell'esafora del
primo piano nobile, sormontata da sette fioroni gotici, cinque quadrilobi e due semi-quadrilobi, affiancata da una coppia di
monofore per lato, anche queste decorate con trilobo. Al secondo piano è presente un'octafora particolarmente insolita, dal
ritmo eccezionalmente serrato. Dopo numerosi cambi di proprietà, nel 1822 l'edificio venne acquistato da Giuseppe Dal Niel,
detto Danieli, che lo trasformò in hotel. Fu quindi effettuato un importante restauro, progettato dall'architetto Tranquillo Orsi,
che mutò lo stile degli interni rendendolo neogotico. Elemento centrale è il grande atrio, dominato da una scalinata dorata e
dalle gallerie decorate con archi moreschi e colonnine orientaleggianti. Nel 1895 i signori Genovesi e Campi Bozzi&C.
divennero i nuovi proprietari dell'hotel e aggiunsero la rete elettrica, i termosifoni e l’ascensore. Fu allora che il Danieli fu
collegato al Palazzo Casa Nuova, vecchia sede dell'ufficio doganale al di là di Rio del Vin. Nel 1906 il Conte Giuseppe Volpi
fondò la rinomata catena CIGA hotels, “Compagnia Italiana Grandi Alberghi” e acquistò il Royal Hotel Danieli. L’hotel subì
la sua modifica strutturale definitiva nel 1948, quando gli edifici che separavano Palazzo Dandolo e Palazzo delle Prigioni
furono demoliti e venne eretto un nuovo palazzo, conosciuto come Danielino, su progetto dell'architetto Virgilio Vallot.
Questa aggiunta finale è stata rimodernata nel 2008 dal noto architetto francese di hotel Jacques Garcia. Durante le Giornate
d’Autunno, per gli iscritti al FAI e per chi deciderà di iscriversi in questa occasione, saranno eccezionalmente visitabili alcuni
ambienti dell’hotel, tra cui le gallerie che si affacciano sulla corte d’ingresso. Verranno inoltre proiettate 17 clip da celebri
film girati al Danieli, da Anna Karenina di Clarence Brown (1935) ad Agente 007, dalla Russia con amore di Terence Young
(1963), da Viaggi di Nozze di Carlo Verdone (1995) a The Tourist di Florien Hunckel von Donnersmarck (2010).
VICENZA
Palazzo Roi
Visite: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 18
Aprirà per le Giornate d’Autunno 2021 il Palazzo Roi, solitamente inaccessibile al pubblico perché sede della Fondazione
Roi, costituita nel 1988 dal marchese Giuseppe Roi, pronipote di Antonio Fogazzaro e gran mecenate, con l’obiettivo di
supportare i musei e la cultura di Vicenza. Negli anni l’apporto al mondo culturale della città è stato notevolissimo, con
attenzione prioritaria al Museo Civico Chiericati che ha beneficiato del supporto della Fondazione per impegnativi lavori di
rinnovamento e di esposizione. L’impegno si è esteso al restauro di importanti opere d’arte vicentine, come la Cappella del
Rosario di S. Corona. Edificato sul sito dell’antica chiesa di San Marco, demolita nel 1814, il palazzo venne ristrutturato in
stile lombardesco nel 1891, sotto la direzione dell'architetto Folladore di Schio. La scelta di questo stile, che riprende
elegantemente i modelli lagunari veneziani, si deve alla famiglia Roi, che, proprietaria di un famoso canapificio a Cavazzale,
volle collegarsi allo stile architettonico di Antonio Caregaro Negrin, che aveva operato a Schio nell’Ottocento. Lì si era
affermato grazie alla committenza di Alessandro Rossi, che aveva visto nelle costruzioni erette da Caregaro Negrin un
simbolo di modernità, capacità imprenditoriale, emancipazione sociale e rinnovamento. Il palazzo, arredato con il gusto del
marchese Roi, contiene ricche collezioni e preziosi arredi, che rivelano la straordinaria sensibilità del suo proprietario.
L’apertura in Giornate d’Autunno getta un ponte ideale con Villa Fogazzaro Roi a Valsolda (CO), donata al FAI dal marchese
Roi nel 2009 e oggi aperta al pubblico.

Elenco completo dei luoghi aperti e modalità di partecipazione all’evento su:

www.giornatefai.it – www.fondoambiente.it

IMPORTANTE: Verificare sul sito i luoghi aperti ed eventuali variazioni di programma

in caso di condizioni meteo avverse

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