Clara Bartolini.
Fino al 27 marzo 2022 è possibile visitare la mostra Piet Mondrian, dalla figurazione all'astrazione, e le sorprese non mancheranno. Un viaggio nel processo creativo che ha portato Mondrian a diventare un'icona dell'arte astratta del novecento, partendo da uno stile figurativo a molti sconosciuto. La mostra prodotta da 24 Ore Cultura e promossa dal comune di Milano, è stata realizzata grazie alla collaborazione con il Kunstmuseum Den Haag, detentore della più grande collezione di opere di Mondrian al mondo.
Con il concept di Benno Tempel direttore del museo olandese e curata da Daniel Koep e Doede Hardeman, la mostra si suddivide in sezioni tematiche che chiariscono il percorso creativo dell'artista, iniziato dallo studio dell'arte tradizionale olandese. Paesaggista come altri suoi coevi in mostra, diverse sue opere figurative ne segnalano fin da subito uno sguardo molto attento a cogliere l'essenza delle cose. Dai ritratti ai paesaggi con mulini o sinuosi ruscelli, la ricerca della forma si fa strada. Così passando dallo stile olandese rivisitato in molte sperimentazioni alla ricerca di uno stile personale, si passa attraverso una ricerca più precisa.
Gli alberi si schematizzano come le finestre o le case, e tutto diviene essenza, passando per il cubismo di Picasso e trasformandosi poi in uno stile essenziale e personalissimo che l'autore definisce neoplasticismo e che tende alla purezza e quasi al misticismo della forma. Rigore, colore e ritmo ne sono i capisaldi. Un segno vissuto in modo quasi spirituale, come manifestazione interiore della realtà. Il percorso si snoda tra opere mai viste in Italia e tre opere provenienti dal Museo del Novecento di Milano e dalla Gam di Roma.
Poca cosa in Italia in confronto a quanto il suo lavoro ha ispirato designer, grafici, stilisti e creativi italiani e di tutto il mondo. Mudec ha programmato, con il patrocinio del Consolato dei Paesi Bassi a Milano e la curatela della studiosa Domitilla Dardi, ogni mese un incontro tematico, per approfondire il percorso del genio olandese e i tanti ambiti nei quali la sua arte ha lasciato il segno.
Grande appassionato di musica, innamorato del Jazz del quale apprezzava la libertà di espressione che paragona a al suo lavoro, ha cercato nel ritmo e nella improvvisazione la libertà espressiva che gli stava a cuore, portando innovazione non solo nell'arte, ma anche negli oggetti del quotidiano. Una apertura a 360 gradi quella che il Mudec propone sull'artista, con il compendio di una interessante video installazione. Visitare il sito per conoscere le date degli appuntamenti..
