Clara Bartolini
Finito il Miart di Milano, dalla quantità di visitatori si può affermare che la manifestazione sia stata un successo e la voglia di novità abbia attirato tutte le generazioni e le classi sociali. Una festa in grande stile. Molti i bollini rossi visibili. Vediamo ora i premiati e i venduti. Il premio Herno è andato alla galleria parigina Sans Titre dove esponevano una giovane artista Alicia Adamerovich nata in Pansylvania e il maestro torinese classe 1929 Ezio Gribaudo, laureato in architettura, editore di grande successo e raffinatezza oltre che sensibile artista. Il dialogo tra generazioni è stato ben scelto, fruttuoso e sapientemente allestito. La freschezza delle opere del maestro erano in sintonia con i lavori elaborati e materici della più giovane artista. Il premio per il miglior allestimento è andato alla galleria Corvi-Mora di Londra, che esponeva opere di Sam Bachewell, Dee Ferris e Jem Perrucchini.
Il premio Acquisizione Covivio è stato aggiudicato all' artista barese Pamela Diamante. Molto interessanti le sue opere che, ispirate a una visione architettonica della realtà, occupano lo spazio ed emergono da esso non limitandosi alle due dimensioni con rigore ed eleganza Zen. Di altrettanta ispirazione Zen ci è parso il lavoro dell'artista Joèl Andrianomearisoa, materico e raffinatissimo, proposto con successo dalla Galleria Primo Marella. Di tutt'altro tenore le opere che hanno immediatamente riscosso un notevole plauso presso, crediamo, i palati meno sofisticati ma interessati alle novità piene di energia che vengono dall'Africa, presentate da diverse importanti gallerie. Pittura figurativa o elementi materici di grande vivacità e prorompente presenza come, uno per tutti, l'artista dello Zimbaue Tafadzwa Tega esposto con intelligente sapienza dalla galleria Mimmo Scognamiglio di Milano, ha fatto il pieno di bollini rossi.