Apre domenica 9 ottobre alla Fondazione Biscozzi Rimbaud a Lecce una preziosa mostra personale di Grazia Varisco, celebre artista reduce dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel Padiglione Centrale e da una recente mostra antologica a Palazzo Reale a Milano. Curata da Paolo Bolpagni, la mostra Sensibilità percettive, aperta al pubblico fino all'8 gennaio 2023, presenta negli spazi della Fondazione leccese una selezione di diciassette importanti opere che coprono la carriera artistica di Varisco dalla fine degli anni Cinquanta al 2009, in un percorso in cui i singoli lavori costituiscono un corpo unitario, pur conservando ciascuno la propria originalità.
Come sottolinea il curatore Bolpagni, la scelta compiuta di selezionare un numero ristretto di opere è consistita nell’individuazione di snodi essenziali del pensare e del fare dell’artista, e quindi nella selezione di pezzi esemplari e rappresentativi, che favoriscano l’emersione di un fil rouge, dalle esplorazioni materiche, in realtà già “controllate” e ben poco informali, alla “scoperta” degli orizzonti continui – assai oltre i limiti della cornice – della serie dei quadri comunicanti.
Il percorso espositivo si apre con Tema e svolgimento, che risale al periodo d’apprendistato all’Accademia di Brera. Nel 1959 comincia l’avventura del cinetismo e dell’“opera aperta”, con le tavole magnetiche, dove gli elementi sono spostabili, in quanto fissati al supporto tramite magneti. Si tratta di oggetti semplici, dalle forme regolari e geometriche, oppure filamentose e aeree. Segue l’adesione al Gruppo T, nato a Milano nell’ottobre del 1959, che incentra la propria poetica sul concetto di miriorama, ossia sull’idea della variazione dell’immagine nella sequenza temporale. Siamo al cuore dell’arte cinetica, di quest’ultima grande avanguardia europea. Esauritasi l’esperienza del Gruppo T, Grazia Varisco prosegue il proprio percorso in autonomia, seguita da critici attenti come Guido Ballo, Carlo Belloli, Gillo Dorfles. Nella seconda metà degli anni Sessanta e negli anni Settanta la manipolazione libera della carta e del cartoncino e l’apertura programmatica all’azione perturbante del caso generano serie fortunate e nuove come le Extrapagine e gli Extralibri.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, la Varisco crea il ciclo Fraktur, con l’osservazione degli angoli di raccordo tra due o tre piani ortogonali e uno studio delle soglie e delle disarticolazioni. La mostra si chiude con l'opera Silenzi (2006), articolazione di piani e vuoti prodotta dalla sovrapposizione di semplici telai: un altro salto concettuale per interpretare il mondo di un’artista visionaria e ad alto tasso di creatività.
L'esposizione di Grazia Varisco è la terza personale organizzata e promossa dalla Fondazione dopo L’artista del bianco nel 2021 dedicata all'opera di Angelo Savelli e L’altra scultura con le opere dello scultore salentino Salvatore Sava, conclusasi di recente.
La Fondazione Biscozzi | Rimbaud, nata nel 2018 per volontà di Luigi Biscozzi (1934-2018) e disua moglie Dominique Rimbaud e aperta al pubblico dal 2021, costituisce per la Puglia un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea.
La peculiarità della Fondazione, oltre alla collezione permanente che comprende i nomi più importanti delle arti visive del XX secolo – de Pisis, Martini, Prampolini, Albers, Magnelli, Veronesi, Melotti, Burri, Dorazio, Birolli, Tancredi, Scanavino, Consagra, Azuma, Dadamaino, Bonalumi, Savelli, Schifano e molti altri, – è quella di caratterizzarsi come uno spazio dinamico e aperto, che interagisce con il territorio e le sue istituzioni culturali.
La Fondazione si pone come obiettivo quello di attrarre e incentivare l’attenzione di un pubblico più vasto e intergenerazionale verso la fruizione dell’arte contemporanea.
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