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Saverio Rampin

 Dopo il successo di pubblico e di critica per la grande mostra antologica realizzata dal Comune di Padova nell’ottobre scorso ai Civici Musei Eremitani, l’opera di Saverio Rampin torna alla Galleria Michela Rizzo con un percorso espositivo che presenta, per emblemi, il lavoro dell’artista veneziano dalla metà degli anni cinquanta fino al 1990.

In questa concisa, ma puntuale analisi del lavoro di Rampin, la mostra indaga dentro all’opera dell’artista, partendo dai dipinti che aderiscono al periodo spazialista fino alla ricerca degli anni sessanta e settanta. Dentro a questa sua ricerca Saverio Rampin, ormai libero dall'espressionismo dei cromatismi e sempre in bilico tra la materia e il suo dissolversi, applica una svolta mirata a rivelare che l'emozione nell'arte è cosa che può anche andare disgiunta dalle regole compositive e dagli appoggi stilistici imposti dalla tradizione formale. Tale concetto finisce con l'incarnarsi nella grazia di un'immagine sfuggente, unicamente perseguita attraverso la lirica fluidità del colore e con tinte sempre più smorzate nella tenerezza di una luce affiorante. La mostra è curata da Stefano Cecchetto in collaborazione con l’Archivio Saverio Rampin e la Galleria Michela Rizzo.

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