Clara Bartolini
Il Museo Delle Culture di Milano presenta fino al 10 marzo 2024, in collaborazione con il Museo Rodin di Parigi e curata da Aude Chevalier, Elena Cervellati, Cristiana Natali: Rodin e la danza, una originale mostra nata per passione, che libera il movimento con opere che ancora oggi stimolano una nuova visione plastica del corpo umano. Tutto nasce quando Parigi nel 1900 ospita l'Esposizione Universale con le sue grandi novità, tra cui l'elettricità e la cinematografia. Per questo evento, che ha richiamato nella città 50 milioni di visitatori, tra i tanti spettacoli vi furono quelli dedicati alla danza. Tra i molti artisti giunti da ogni parte del mondo, un corpo di ballo della delegazione Cambogiana colpì in maniera particolare il celebre scultore Auguste Rodin.
Ne fu talmente affascinato dal mettersi presto al lavoro per creare dei piccoli gioielli del movimento, che hanno ispirato, da allora fino ad oggi, teatranti, danzatori, scuole di ballo e artisti in tutto il mondo. Incontrò i più grandi danzatori dell'epoca per approfondire la sua visione sulla danza e i movimenti del corpo, da Isadora Duncan a Loie Fuller e si lascio trasportare in questo nuovo mondo. Le 53 opere, tra cui 15 statuine oltre ai disegni, sono divise in tre sezioni e supportate da filmati di danza davvero interessanti che permettono di entrare meglio nella comprensione delle possibilità di movimento del corpo umano e venirne affascinati. Fragilissime, le statuine in terracotta realizzate dall'artista per poter essere ammirate da ogni prospettiva, lasciano stupito lo spettatore per la forza espressiva emanata, sia dalle forme che dal tocco del creatore che ancora emerge sulla materia. La contaminazione delle culture realizzato da Rodin è l'inizio di una nuova era, alla quale l'esposizione Universale ha dato il via proponendo un futuro di grandi rinnovamenti, di cui Rodin è stato artefice nel suo campo. Capace di proporre nuove visioni dell'arte del movimento corporeo e della danza in tutto il mondo, mescolando Occidente e Oriente, antico e moderno, e una liberta espressiva davvero mai vista prima è, per la sua epoca, un autentico innovatore. Da vedere