Opere a confronto_dettaglio
Spazio Blue Train e The Kitchen art gallery, due spazi di Milano in zona Gorla - Naviglio Martesana, tornano in duo per presentare dal 15 maggio al 18 giugno 2024 LEGÀMI DI CARTA, bipersonale di Silvia De Marchi e Sonia Scaccabarozzi, a cura di Silvia Franceschi e Serena Giorgi.
Attraverso le opere in carta di Silvia de Marchi e Sonia Scaccabarozzi si compie un viaggio tra spazio e tempo, tra sfumature monocromatiche e policromie, tra piccole e grandi dimensioni, rispetto per la memoria e curioso sguardo al futuro. Nelle evidenti differenze di tecnica e poetica le due artiste hanno un’importante matrice comune: l’amore per la materia, in particolare per la carta, materiale solo apparentemente fragile e meravigliosamente evocativo.
Silvia De Marchi, nella sua arte, porta con sé la formazione di restauratrice di affreschi, materiali lapidei e dipinti: interessata al divenire delle opere nel tempo, al loro naturale degrado. Mantiene un attento sguardo al passato per poi trasfonderlo in opere profondamente contemporanee. Il suo lavoro affonda le radici nell’antica arte calligrafica cinese. Partendo dalla pittura, l’artista approda a una tridimensionalità materica dalle forme geometriche regolari. Le sue opere, pulsanti di vita, invitano alla paziente meditazione, ma anche a una piacevole percezione sensoriale, suscitando un irrefrenabile desiderio di toccarle, perfino annusarle. Ponendosi in ascolto di fronte ad esse, si può sentire il fruscio della vita che scorre.
Silvia De Marchi-Black Grey Beige Digging-2021
Silvia De Marchi, Black Grey Beige Digging, 2021
In Sonia Scaccabarozzi a sommarsi sono, invece, tra le altre, la veste di artista e di grafica, ambito quest’ultimo in cui l’artista brianzola ha lavorato per anni. Ma è nella dimensione scultorea che Sonia Scaccabarozzi sembra aver trovato la sua. È qui che l’artista può avventurarsi nella sperimentazione dei diversi materiali, prediligendo da ultimo la carta, Dalla sua fucina fuoriescono strutture caratterizzate da particolarità delle forme e vivacità dei colori. Strutture che paiono sfidare le leggi della fisica come le architetture futuristiche di Inception, film visionario di Christopher Nolan. “Architetture psichiche”, “Paesaggi pieghevoli”, come li ha definiti il critico d’arte e saggista Vittorio Raschetti, superfici non superficiali sui quali la luce fluttua, mutando al variare del proprio angolo visuale.