Clara Bartolini
Tutti pazzi per i Beatles il titolo della mostra. Sono passati 60 anni da quando i Beatles arrivarono in Italia con tutto il clamore che i giovani gli stavano tributando in tutta Europa. A Milano il 23 giugno i Beatles giunsero in treno nella notte alla stazione Centrale, accolti da 2000 fan in delirio per i concerti del 24 giugno. È di questo che si parla, o meglio, è questo che si mostra alle Gallerie d'Italia di Milano fino al 7 settembre. Dato lo straordinario e prezioso archivio fotografico che Intesa Sanpaolo possiede e mantiene e restaura con cura da anni, è possibile vedere una serie di foto davvero significative dell'evento. La mostra propone una serie di foto scelte tra le 500 scattate dall'agenzia fotogiornalistica Publifoto, acquisita da Intesa Sanpaolo e che è composta da 7 milioni di fotografie, che raccolgono le immagini dei momenti più significativi di mezzo secolo di storia e società italiana.
Il giorno dopo il loro arrivo, sulla terrazza dell'hotel Duomo dove risiedevano i 4 ragazzi di Liverpool, iniziarono i servizi fotografici che li ritraevano con il Duomo dietro le spalle. I loro due concerti, uno pomeridiano e l'altro serale, furono un successo assoluto, andarono sold out si direbbe oggi. Il pieno di giovani festanti e in delirio e le urla, coprirono la musica senza scomporli per tutto il concerto, come seppe raccontare, cogliendone subito la grande bravura, Giovanni Arpino. Publifoto invio 7 dei suoi migliori fotografi per filmare e fotografare l'evento, che capì subito sarebbe stato memorabile, raccogliendo una memoria immensa di immagini, musica, costume.
Una raccolta preziosa perché, la Rai presieduta da Bernabei, dette invece l'ordine di non filmare, non fotografare ed oscurare l'evento. Cara Italia, a volte ceca, sorda e muta. I più illustri personaggi della cultura e della musica del tempo, da Strehler a Celentano, da Pasolini a Gino Paoli, da Sordi a Gorni Kramer che addirittura ne immaginò la velocissima scomparsa dalla scena, mostrarono assoluto scetticismo quando non sottile o conclamato disprezzo verso i 4 ragazzi. Vale la pena di segnalarli per capire, per mostrare come la cultura a volte ottenebri la mente e chissà, a volte anche l'invidia. Dei Beatles oggi conosciamo tutto, l'enorme successo per avere cambiato la musica, considerata ormai di notevole valore da grandi musicisti anche esperti di musica classica. Per avere aperto la strada a un uovo modo di fare musica, di essere giovane, per aver dato ai giovani una nuova identità da rappresentate nella società.
Un periodo cruciale quello rappresentato da Beatles che, come scrisse subito sapientemente Giovanni Arpino, sapevano quel che facevano, erano bravissimi, ottimi musicisti, educati, misurati, dei veri figli di Albione. Spesso più educati e colti dei nuovi idoli musicali contemporanei, si potrebbe segnalare. Ne esce una visione preziosa della nazione, giovani ben vestiti, scalmanati si, ma certo più moderati e salubri dei giovani d'oggi, desiderosi di spazi adatti alla loro voglia di vivere, di essere creativi senza scimmiottare la famiglia, perche il mondo era in fermento, e i Beatles rappresentavano quel fermento, quella voglia di cambiamento e di liberta dai codici stabiliti. Twist and Shout fu la prima delle canzoni portate sul palco, introdotte prima dell'esibizione da Peppino di Capri, dai New Dada, e Fausto Leali ed altri personaggi italianissimi.
Pochissimi ne compresero la portata rivoluzionaria in Italia, ma si sa come sono spesso gli italiani attempati. I giovani si, ebbero la percezione immediata che tutto stava cambiando e non si chiesero come fa la canzone degli Stadio " Chi erano mai questi Beatles" Perché in realtà i giovani lo capirono immediatamente, erano parte del loro futuro.