Clara Bartolini
Il titolo della mostra: Remo Salvadori, curata da Elena Tettamanti ed Antonella Soldani. I luoghi dove è visibile gratuitamente: a Palazzo Reale di Milano nella sala delle Cariatidi, fino al 13 luglio. Dal 16 luglio al Piano Nobile di Palazzo Reale verrà inaugurata una mostra antologica dell'artista e presenterà cinquanta opere fino al 14 settembre. Entrambe visitabili gratuitamente. Al Museo del 900 sarà posta una installazione di Salvadori che entrerà a far parte della collezione permanente, visibile visitando il Museo.
A queste si aggiunge la Chiesa di San Gottardo in Corte, raggiungibile lungo il percorso di visita del Museo del Duomo di Milano. Dal 18 luglio al 31 agosto l'opera 10 frecce nei colori dei minerali, entra in dialogo con l'architettura sacra. Queste mostre, realizzate grazie al supporto di vari sponsor, permettono di riportare a Milano i lavori di questo significativo artista conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo che, dalla toscana dove e nato, si è spostato a Milano dove vive da anni.
Il catalogo realizzato in due volumi da Silvana Editoriale verrà presentato il 9 settembre, e il compositore Sandro Mussida eseguirà a Palazzo Reale nell'ultima sala del percorso espositivo, un inedito brano musicale al pianoforte, ispirato dalle opere in mostra. Nel primo volume sono raccolti i pensieri di esperti in tutte le arti e molte materie scientifiche, in grado di mostrare i tanti livelli di lettura delle opere di Salvadori. Nato in Toscana nel 1947 ha partecipato a manifestazioni artistiche in molte città d'Italia a cominciare dalla Biennale di Venezia, e ad eventi in tutti i continenti.
Comprendere l'opera di Remo Salvadori, in qualche modo imprendibile ed indefinibile, è meno complesso di quanto sembra, Ma non indefinibile in quanto difficile da comprendere, piuttosto perché Salvadori non crea arte ma la fa accadere. I suoi elementi, le sue installazioni, sono frutto della relazione con l'ambiente e per ambiente si intende dalla banale stanza dove si ripongono le cose all'Universo intero, perché, come afferma la fisica quantistica, la nostra osservazione delle cose, cambia le cose stesse, e ci cambia, continuamente, e Salvadori lo sa. La nostra osservazione, (noi siamo campi energetici) entra in risonanza con le cose, le abita ma, se siamo davvero presenti, le cose e le stanze o lo spazio ci vestono di un abito che muta in continuazione, come mutano i nostri sentimenti, il nostro sguardo, le nostre energie mosse da tristezza o gioia o quant'altro. Salvadori non guarda distrattamente il mondo ma vi si immerge, si lascia avvolgere e lo avvolge.
Il suo non è un modo di fare arte tra i tanti, ma un modo di essere arte. Come ogni essere umano è in continua relazione con le vibrazioni del mondo. La musica emerge da sola senza neppure uno strumento, la musica del cogliere dove siamo in ogni momento, cosa ci accade e vi accade davvero. Un divenire continuo ed un trasformare passato e presente, solo per il fatto di pensarlo ed essere la nostra carne, la nostra percezione, che apre varchi, si fa eternità, perché nulla può essere confinato se non vi mettiamo limiti. Osservando un'opera di Salvadori bisogna lasciarsi andare, prendere tempo, non per sfuggire al mondo, semmai per penetrarvi più profondamente. Salvadori non è mai superficiale, non può restare alla superficie delle cose, il suo essere non è fatto così.
Crea porte, relazioni, sinergie, possibili visioni. Non si può osservare un'opera di questo artista, bisogna lasciarsi trasportare dentro l'opera e nella relazione che ha con lo spazio che la contiene, con ciò che crea di nuovo per noi e solo per noi questa relazione. L'opera di Salvadori è un viaggio, bisogna arrivare con una valigia vuota per riempirla delle emozioni che le sue opere attivano come una pila, una batteria. Bisogna aver voglia di pensare per renderci conto meglio di ciò che siamo, di ciò che possiamo cambiare del nostro passato e non solo del futuro.
Possiamo sentire che tutto scorre e si trasforma, come suggeriva Eraclito, e tutto è immobile, come affermava Parmenide. Sembra contraddittorio ma non lo è. Siamo immersi in un fiume che scorre e in un eternità fuori dal tempo. Potete scegliere un abito bianco per visitare queste tre mostre, per poi lasciarvi vestire dai colori che esse evocano oltre a quelli che mostrano, piombo, acciaio, oro, rame. Materie forti, che assorbono la luce o la riflettono, che rispecchiano e ci rispecchiano insieme all'ambiente, come la stella d'acciaio nella splendida sala delle Cariatidi. Memoria e futuro abbracciano il presente, mentre si innalza una voce di donna accompagnata da strumenti che tendono i nostri sensi. Una stella all'altezza dei nostri piedi, che ci specchia e ci fa volare verso altre meravigliose misteriose stelle.
Ma I rovesciamenti sono continui, se da una sala di Palazzo Reale osserviamo dal basso un lucernario in alto emblematicamente vestito di elementi geometrici in piombo, lo stesso è visibile ai nostri piedi dalle stanze del Museo del 900. Come in Alice nel paese delle meraviglie o nello spazio infinito, l'alto e il basso sono meri punti di vista. Ogni misura viene stravolta per merito o responsabilità di questo coraggioso esploratore della vita, Remo Salvadori. Da vedere.