
Tra quotidiano e rituale, le immagini della mostra “L’archivio Marubi. Il rituale fotografico”, a cura di Zef Paci, conservano la memoria di oltre un secolo di vissuto albanese. Si tratta di una parte del patrimonio fotografico del Museo Marubi di Scutari, primo museo di fotografia in Albania, che dal 16 novembre al 9 dicembre 2018 presenta alla Triennale di Milano la sua prima esposizione.
viale Alemagna, 6 MIlano mappa
Inaugurazione 16/11/2018
viale Alemagna, 6 MIlano mappa 09/12/2018
Tra quotidiano e rituale, le immagini della mostra “L’archivio Marubi. Il rituale fotografico”, a cura di Zef Paci, conservano la memoria di oltre un secolo di vissuto albanese. Si tratta di una parte del patrimonio fotografico del Museo Marubi di Scutari, primo museo di fotografia in Albania, che dal 16 novembre al 9 dicembre 2018 presenta alla Triennale di Milano la sua prima esposizione nata dalla collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea e la Triennale stessa.
Il Museo Marubi, inaugurato nel 2016, accoglie un archivio di oltre 500 mila negativi che ritraggono famiglie, cittadini, militari, politici e commercianti del posto e di passaggio a Scutari, momenti di quotidianità ed eventi storici dalla metà dell’Ottocento alla fine del Novecento. Le immagini ripercorrono la vita stessa della città, catturata nei suoi aspetti storici, sociali, culturali e antropologici attraverso una fotografia documentaria e artistica allo stesso tempo, che contribuisce oggi a ricostruire più di un secolo della cultura albanese.
Ingresso libero
Il Museo Marubi, inaugurato nel 2016, accoglie un archivio di oltre 500 mila negativi che ritraggono famiglie, cittadini, militari, politici e commercianti del posto e di passaggio a Scutari, momenti di quotidianità ed eventi storici dalla metà dell’Ottocento alla fine del Novecento. Le immagini ripercorrono la vita stessa della città, catturata nei suoi aspetti storici, sociali, culturali e antropologici attraverso una fotografia documentaria e artistica allo stesso tempo, che contribuisce oggi a ricostruire più di un secolo della cultura albanese.
Ingresso libero