OK   ARTE . eu . it . net

Roberto Damian, alla ricerca del passato per vivere il futuro

Clara Bartolini 

Le scelte professionali o sentimentali di Roberto Damian hanno per tema ricorrente il passato. L'antiquario ritorna al passato in cerca di quel calore, quella minuzia di dettagli, quella ricercattezza di stili e materiali che oggi non appartengono più al nostro tempo. Ciò che durava è stato soppiantato da oggetti e arredi commerciali più o meno costosi, senza storia e intrisi volutamente di caducita'. Tutto deve essere a termine, tutto deve essere sostituito per dare forza al mercato. Il mercato detta le regole e impone percorsi stabiliti. Prima e dopo Roberto non aderisce a questa regola, ha bisogno di ritrovarsi, o forse trovare nella memoria ciò che non riesce a dipanare della sua ingarbugliata matassa.
 
Ogni mobile antico rappresenta una seduta terapeutica. Un dolore lenito, una piccola gioia ritrovata. Ma anche questo non basta più ed inizia una fuga, un nuovo percorso, senza sapere dove porterà.  Arriva in Tunisia e si innamora, della cultura e di una bellezza locale. Sta per costruirsi una nuova vita, un nuovo lavoro quando scoppia la rivoluzione e i progetti si infrangono contro il destino. Un ritorno triste anche se con la nuova compagna e l'arrivo di due figli, una nuova fine, perché Treviso gli sta stretta.
 
Finito anche il rapporto d'amore sbarca lontano dalla sua casa ma, in un luogo carico di memorie, di passato, di stratificazioni culturali che lo fanno andare più a fondo, in sé stesso prima ancora che fuori di lui. È così che vaga in Sicilia, incontra, scopre, indaga, svolazza come una libellula trovando nuova leggerezza e vigore, e il suo sguardo dell'anima trova finalmente, ancora una volta, cose gravate e rese preziose dal tempo che passa. Ma questa volta niente di prezioso, se non per lui, che vede in questi vecchi ferri arrugginiti trovati qua e la, abbandonati come lui stesso si sente, ciò che potrebbero diventare, ciò che la sua  rinnovata creatività sa che sicuramente diventaranno sotto le sue abili mani. Una trasformazione alchemica.
Dal rottame escono animali del mare, o le barche che lo navigano.
 
E ancora una volta gli oggetti parlano di lui attraverso la scelta, il mare come simbolo di vita, di libertà, di amore. Ecco cosa cercava Damian, ecco cosa aveva dentro da tanto tempo. Un amore per la vita represso che oggi ha trovato rappresentazione, come sfogo di un'anima in continua trasformazione, come la sua ruggine.  Un processo che non si ferma. E i suoi oggetti si trasformano come lui, come noi, e commuovono nella loro feroce e dolce leggerezza. 
Pin It

 GRUPPO FACEBOOK ARTISTI COSTRUTTORI DI PACE

Rikke Laursen

Interviste del Direttore

Carla Fracci, il mito della danza internazionale «Il mio ritorno alla Scala? Potrei dare molto ai giovani»

Leggi tutto...

Ugo Nespolo, «fuori dal coro» innamorato di Milano

Leggi tutto...

Giovanni Allevi: «Quando facevo il cameriere alla Scala...»

Leggi tutto...

Michelangelo Pistoletto: «La mia Mela in Centrale opera aperta al mondo»

Leggi tutto...

Il mondo come lo vorrei Il fotografo Giovanni Gastel tra esordi teatrali e poesia

Leggi tutto...

Mario Lavezzi: un viaggio di musica e parole

Leggi tutto...

Notizie OK ARTE

Puoi accedere su www.okarte.it con una tua password e dopo l'approvazione della registrazione puoi inserire nel sito articoli e foto. Cordiali saluti, Redazione OK ARTE

Ricordami

Questo sito rispetta la "Protezione dei dati personali GDPR - General Data Protection Regulation, Reg. UE 2016/679"

Visita Pavia in 5 minuti

La Certosa di Milano

BELLATORES TRAILER - Teatro Aleph