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E LA LUCE FU - Giuseppe Di Iorio

Clara Bartolini

 Questa volta parliamo di un artista delle luci, un light designer, diremmo un "DEMIURGO" perché un evento, qualunque evento, della vita e dell'arte non è nulla senza la luce. La prima delle creazioni. I luoghi, le cose, le persone, la natura esistono in quanto esiste la luce, che mostra e nelle ombre nasconde. Questa è la magia della quale si occupa con grande successo internazionale Giuseppe Di Iorio. Da Napoli parte per Bologna dove fa parte del gruppo creato da Loredana Alberti nel 2018, il teatro del guerriero, che mette in scena spettacoli dirompenti su temi sociali importantissimi per il femminile e la società quali l'aborto, il delitto d'onore e il divorzio.

Seguono questo gruppo intellettuali, attori, registi, scrittori, attori e come inizio è dei migliori. Dopo aver girato tutta l'Italia con gli spettacoli, parte per Londra che diventa il suo trampolino verso il successo, si occupa di fotografia, partecipa a photo call teatrali, e alla realizzazione di uno spettacolo sulle sfaccettature della sessualità. Al Covent Garden vede una richiesta di lavoro come costumista, si propone e viene assunto alla Royal opera house, dove fa due anni di gavetta.

Stimolato da queste esperienze si iscrive alla Guidal School music & drama, ai tempi una delle migliori scuole di Londra in questo settore, e inizia a concentrasi sull'illuminazione delle scene. Approfondisce con pezzi da novanta la materia e ne diventa devoto, come lo avesse travolto una "religione" dell'anima. Incontra Charlie Edward e grazie a lui firma il suo primo lavoro con la luce. Sostituendo un esperto già in auge, si trova catapultato nel successo dato l'ottimo lavoro che mette in scena sul palcoscenici inglesi. Segue le orme di Charlie Edward scenografo e regista, e firma le luci di un'opera diretta Berio in persona.

Fa grandi incontri, come quello con il teatro fondato da  Benjamin Britten e Peter Pears, dove lavora per composizione e  canto. Dopo il successo dello rappresentazione La vera storia si tuffa in nuove esperienze e accetta di partecipare a composizioni contemporanee con ENO Studio e Britten Pear Foundation, collaborando con compositori eccezionali quali Mark Anthony Turnage  e Johnathan Dove, mettendo in scena opere di Virgil Thompson, Benjamin Britten and Michael Tippet. E poi Ancora Graham Vick, regista visionario col quale collabora per 20 anni  fino alla sua morte. Tutto come per caso o come un predestinato, proseguendo per improvvisa passione, scoperta, "illuminazione", e qualche  fortuna che non guasta mai. E' in questa arte che Di Iorio trova se stesso, luce che non è materia ma la crea con le sue ombre.

Perché questo artista non si nasconde, e quindi può mostrare conoscendo bene la materia "uomo", con tutte le sue fragilità e le sue forze. Molti gli intellettuali, i poeti e gli scrittori che si sono occupati come lui della luce. Leopardi nello Zibaldone propone la sua solida teoria, e dichiara che se la luce illumina solo in parte gli elementi, tutto acquisisce intensità emotiva e lascia sospeso lo spettatore, e Di Iorio lo sa. Per Dante nella Divina Commedia la luce pervade l'universo ed è la rappresentazione dell'amore stesso. Per Ungaretti è il tema della poesia Dove la luce, Alda Merini considera luce ogni testo poetico e il geniale scienziato Nicholas Tesla dedica la ricerca di una vita alla luce nel tentativo di illuminare con i suoi lampi e la sua torre a luce illimitata il mondo intero. Ed inventa la corrente alternata. Di Iorio rappresenta tutto questo e lavora con un vasto spettro di sentimenti e contraddizioni umane, mettendo in scena le emozioni di ognuno. Forte e fragile, ironico come la sua Napoli e serio come può essere un appassionato che fa solo ciò che ama e lo rappresenta profondamente. Non poteva che essere successo.

L'elenco dei teatri nei quali ha illuminato drammi, tragedie opere e tanto altro, sono un elenco che copre ogni area del pianeta compreso il teatro greco di Siracusa. Qui ne citeremo solo alcuni tra i più emblematici. Da Mosca a Milano, da San Pietroburgo ad Atene, da Salisburgo a Vilnius, da Barcellona a Parigi, Palermo, Parma a Copenaghen. Che dire, immaginate qualunque teatro di rilevanza internazionale nel mondo, e quasi certamente Di Iorio ne ha illuminato il palcoscenico. Tra le più recenti produzioni di successo vi sono Falstaff per il festival Verdi di Parma e scene e luci per Madama Buyterfly al Sao Carlos de Lisboa, tutte messe in scena col regista Jacopo Spirei al quale lo lega un' amicizia di oltre 25 anni. Di Iorio è ben rappresentato dalla sua Napoli, città magnifica, ricca di storia e contraddizioni che lo ha segnato, arricchendolo.

Da qualche anno  vive una seconda vita in Portogallo, a Lisbona, che dal caldo chiuso mediterraneo si sporge sull' Atlantico, aperta al viaggio nel  mondo. Forse il mare è più freddo ma rivolto verso nuove imperdibili avventure. Personalità sfaccettata e libera, vestita della semplicità partenopea ma della stessa ricchezza interiore e storica, porta nel mondo le luci della sua infanzia, forse senza averne totale consapevolezza, portando la capacità artistica italiana nei luoghi più distanti, nei teatri più famosi del pianeta. Non si può che essere orgogliosi di questo figlio italiano che porta "luce" ovunque venga chiamato. 

CLARA BARTOLINI

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Tel. 02 58303684
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