Poiché tutti i critici si sono concentrati finora sull'arte della Scrittura della nota Donna Siciliana tre volte premiata avente a suo carico altri riconoscimenti da record, Melinda Miceli Critico d'arte, voglio oggi compendiare la critica letteraria inserendo un contributo importante che riguarda l'apparato fotografico presente in tutte le Sue opere ed articoli.
Se andiamo ad analizzare il Suo operato artistico potremo notare che dalla prima Opera "Il lago di Lentini " all'ultima "Siracusa provincia d'Europa", testi ricercati da intenditore e patinati, tutte le foto sono dell'Autrice come recita il colophon Fototeca Melinda Miceli, inserendo il copyright nei vari anni. Si tratta di foto che hanno quello stile ammaliatore di uno scrittore viaggiatore che con l'occhio attento regola inquadrature, toni, luci per creare l'immagine impattante da shock che investe il lettore di arte e di bellezza.
Numerose sono le testimonianze fotografiche della Scrittrice in tutte le Sue guide da intenditore, saggi dei quali si è parlato in tutto il mondo per i testi che spesso sono rivelatori di notizie storiche medievali tramite codici artistici, toponomastica e onomastica, frutto di intense ricerche che le hanno valso il nome di scrittrice mietitrice di premi e trofei. A parer non solo mio anche la fotografia del Critico Melinda Miceli va vagliata come Arte; essa si abbina e si riflette al suo pensiero mentre ella scrive o viaggia e si accosta mirabilmente agli scritti aggiungendovi dovizia di riferimenti e quell'arcana bellezza che ammanta il suo linguaggio definito standhaliano e dannunziano per la sua nobile eleganza.
È chiaro che il senso critico procede di pari passo con il senso estetico in un essere umanista avvezzo all'arte e al senso del bello classico o straordinariamente affascinante e selvaggio. Anche le copertine dei suoi libri, per finire con il celebre romanzo "Primadonna in Sicilia" e le impaginazioni, sono da lei curate nei dettagli tali da avere alcune persino il piede di pagina artistico dove fa capolino una sfinge o una colonna, cornici grecizzanti che riguardano temi e sottotemi e il colophon fotografico oltre a varie altre sue stilizzazioni che di certo fanno delle sue guide un vero patrimonio di innovazioni storico- estetico nel campo delle guide turistiche.
Melinda Miceli, esteta Dannunziana è sempre a caccia del dettaglio, sin dagli esordi nelle celebri guide interdisciplinari anche didattiche di vari siti della Sicilia orientale e in particolare della sua amata provincia aretusea, tutte con ampi spazi dedicati all'arte e a notizie tralasciate dalle guide ordinarie. Esordio comune anche a Federico de Roberto che inizia a scrivere pubblicando una guida su Catania. La Scrittrice abbina a queste gia' pregiate guide, foto da lei scattate per dare luce a quel grande e raffinato quadro estetico trasposto nei libri, in lei connaturato e così le foto assurgono al loro ruolo di itinerari storiografici ed ambientali dalla Miceli indagati e fruiti in prima persona come escursionista e ricercatrice.
La foto che si affianca in modo molto appropriato al testo è una delle arti della Miceli che come gli scrittori del Settecento e dell'Ottocento amavano girare e conoscere il mondo e poi davano alle stampe i loro diari e taccuini di viaggio inserendo a completamento e per affascinare ed incuriosire i lettori, illustrazioni e disegni visto che ancora la fotografia non esisteva e come la scrittrice aretusea, scrittrice-viaggiatrice, ben sapevano che conoscere il mondo con i suoi monumenti e bellezze naturali e paesaggistiche era un grande passo per conoscere anche se stessi, per raggiungere la gnosi della propria personalità nella parte più recondita.
La fotografia della Scrittrice Melinda Miceli che inizia dalle guide e che poi si sviluppa e dipana come un meraviglioso ricamo di forme, contenuti e colori nei suoi molteplici viaggi in quanto ella stessa Scrittrice- viaggiatrice è una fotografia che esprime oltre al primario e primigenio senso estetico anche allargandosi a macchia su altri ed alti livelli come quello allegorico e metaforico del paesaggio visto come una presenza umana o trascendentale con il suo tono ora malinconico e mistico, ora di raccoglimento come si vede dalle foto sulle cattedrali parigine; o selvaggi e incontaminati dei paessaggi come le foto di Vulcano scattate dal cratere; ora vuoi tecnologico e avveniristico, tanto decantato da Marinetti e dai futuristi, come accade nelle foto della Torre Eiffel dove ricerca l'effetto speciale della modernità che si specchia come il vetro sulla natura.
Dalle foto della Miceli si evince da subito una sconfinata passione per la fotografia d'arte sempre alla ricerca del dettaglio e dell'inquadratura inedita come nel caso della guida di Noto dove fotografa i campanili e le facciate da piccoli fori delle pareti della chiesa di Santa Chiara e mostra la cattedrale in una prospettiva inedita e contornata da mistero artistico, che neanche la stessa Scrittrice ha voluto del tutto svelare perché è quel mistero arcano ed elegante che avvolge ogni riga dei suoi scritti a farci leggere anche quello che non è facile vedere a tutti.
In quanto sensibilizzata dal suo essere un grande Critico d'arte, proveniente anche da un percorso di pittrice e interior designer, le sue foto sono ambientazioni di eventi artistici quali mostre d'arte, quadri, monumenti, tramonti, edifici, Sky line di città, oggetti particolari che possono sfuggire ai profani ma non ad occhi dediti a una costante pratica artistica e così la Miceli sa estrapolare ed immortalare l'anima e lo spirito che sovrasta tali contesti superando quel materialismo epicureo sul quale si soffermano gli occhi abituati agli interessi e piaceri principalmente materiali e superficiali.
Possiamo concludere affermando che le foto della Scrittice e Critico Melinda Miceli sono indirizzate nel cercare e generare il dettaglio patinato, i colori particolari dell'arte e del paesaggio nel suo spirito elegante e ancestrale e quella voce che parla sottesa al fruitore ponendo interrogativi anche esistenziali che possono aiutarlo e guidarlo verso un proprio cammino di conoscenza ed autoconoscenza.
Salvo Leone
la fototeca di Melinda Miceli