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Magia e storia: il favoloso Castello di Montechiarugolo

   di Margherita Pavoni
E' davvero magica l'atmosfera in cui ci si immerge già nel varcare le mura del castello di Montechiarugolo in provincia di Parma.
Nel Castello, attualmente abitato dalla famiglia Marchi, la cura è altissima fin dai dettagli del meraviglioso giardino, non propriamente parte della fortezza, che risale al periodo del '400, ma comunque espressione dello splendore di una residenza di questo rango.
 
 
 
E' davvero magica l'atmosfera in cui ci si immerge già nel varcare le mura del castello di Montechiarugolo in provincia di Parma.
Nel Castello, attualmente abitato dalla famiglia Marchi, la cura è altissima fin dai dettagli del meraviglioso giardino, non propriamente parte della fortezza, che risale al periodo del '400, ma comunque espressione dello splendore di una residenza di questo rango (costruita da Guido Torelli e grazie a cui sarà Conte).
Immediatamente dopo attraverso quello che una volta fu il mitico ponte levatoio...

Tutto è incentrato sulla protezione, posizione inclusa e lo spessore dei muri arriva all'impressionante larghezza di quasi sei metri, espressione dell'essenza della fortezza tardo medioevale.
E' fondamentale tenere presente il contesto storico che vede attraverso la fine del '400 la comparsa delle artiglierie e rende quindi molto meno utili le inespugnabili difese costruite. Infatti nel periodo cinquecentesco decade l'uso del castello come fortezza ed è proprio qui che lo splendore prende corpo.
IL filosofo letterato Pomponio Torelli è feudautario e diplomatico, ambasciatore e mecenate che proprio nel periodo della famiglia Farnese vive e dà vita all'amatissima residenza. Mobilio, dipinti e tentativo di preservare gli antichi affreschi sono solo alcune delle cose che Pomponio fa per questa dimora.

E' un'epoca in cui finalmente i feudi non lottano più fra loro, ma cercano di dimostrare la propria grandezza nell'abbellimento e, contemporaneamente, periodo di spaccatura fra feudatari e duchi.
All'inizio del 1600 i tredici feudatari del territorio parmense e piacentino, fra cui l'erede Pio Torelli, vengono decapitati ed i Farnese confiscano il castello spogliandolo delle meraviglie accumulate nel tempo dai Torelli.
Quando la residenza verrà poi ereditata dai Savoia, questi la metteranno all'asta, da qui l'acquisto nell'Ottocento dell'ancora attuale proprietario: la famiglia Marchi.

All'interno del cortile ho la sensazione surreale di vivere più di mezzo millennio fa...Il delicato mondo rinascimentale procede all'interno, prevalentemente grazie al contributo del già citato Pomponio Torelli.
Gli affreschi sono, purtroppo, più fragili della fortezza e sopravvivono solo in rari spazi. E' caratteristico, in questo senso, vedere lo stacco fra quelli originali ed il restauro ottocentesco (molto netto). Questo è particolarmente evidente in alcuni dei saloni interni dove il biscione visconteo è elemento ricorrente. La più significativa testimonianza in uno dei quattro saloni che ho fortunatamente avuto la possibilità di visitare. Sempre del "periodo torelliano", infatti, abbiamo uno splendido ciclo il iconografico a ricoprire il soffitto della stanza.

Degna di nota, per concludere, è la suggestiva leggenda della dolcissima fata Bema... Bema era un essere umano empatico verso il prossimo; bella ed intelligente, era dotata del dono della chiaroveggenza grazie al quale ebbe anche la sfortunata visione della decapitazione di Pio Torelli.
Ma andiamo con ordine. Bema giunge a Montechiarugolo verso la fine del 1600 e si esibisce all'interno del castello come indovina. Ranuccio IV, duca di Parma, credendo di essere stato vittima di un incantesimo la addita come strega condannandola (visto il periodo storico).
Pomponio riesce, però, rivendicandola come un'abitante della fortezza a salvarla e le offre la protezione delle mura.
Nonostante ciò, come prevede la fata, avverrà la decapitazione dei 13 feudatari e il castello passerà comunque direttamente nelle mani del Ducato.
Lei si salverà anche grazie all'amore della gente di Montechiarugolo che la aiuta a rifugiarsi e proseguire le proprie opere nel nome del bene.
Ancora oggi Bema si dice appaia in quel del magico castello di Montechiarugolo.
 
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