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Joan Jonas  Light Time Tales Entrare nell’enorme spazio che Hangar Bicocca ha riservato alla mostra dell’americana Joan Jonas è come estraniarsi completamente dalla realtà, penetrare in un angolo staccato di mondo, quasi fosse una realtà parallela. Tutti i video e le istallazioni sono immersi nel buio e il visitatore, spettatore si muove nello spazio, che di per se stesso, secondo la Jonas è “una materia”, seguendo un proprio criterio di ricerca e scoperta di questo “universo”. Joan Jonas , nata a New York nel 1936, è considerata una pioniera della performance e della videoarte. Instancabile sperimentatrice delle possibilità offerte dall’arte interdisciplinare, è diventata una figura di riferimento per le nuove generazioni. La sua produzione artistica non è riconducibile ad alcun movimento etichettato o dominante ma segue un percorso singolare e personale. Il gesto quotidiano e la sua ripetitività, gli spazi aperti naturali, gli ambienti domestici o gli spazi urbani dismessi sono le righe del pentagramma sulle quali si snoda la sua produzione. Joan Jonas  Light Time Tales Il titolo della mostra “Light Time Tales” sintetizza in maniera esemplare gli aspetti fondamentali dell’opera di Joan: la luce (quella dei video e delle proiezioni), la dimensione temporale (scandita dal tempo della registrazione) e la narrazione. Tutte le produzioni della Jonas sono contraddistinte da alcuni oggetti che le rendono peculiari. Gli specchi utilizzati sia per indagare la soggettività femminile sia per frammentare spazi di realtà cambiando nel soggetto la percezione dell’evento. Le maschere, spesso realizzate dall’artista stessa, richiamano una forma ancestrale di purificazione e gli animali, soprattutto i cani, portano nella narrazione un elemento fiabesco. Nelle opere più recenti gli elementi compositivi sono stati associati al sonoro nel senso più vasto del termine si spazia dal jazz, alla musica elettronica ma anche parole, urla, canti e rumori derivati dalle perfomance stesse.

Il 21 ottobre si è tenuto, la performance “Reanimation” che ha visto protagonista Joan Jonas e il musicista jazz Jason Moran. Moran si è esibito live con un pianoforte, un mixer e una drum machine interagendo sia con i movimenti dell’artista sia con le trasformazioni in scena. In un caleidoscopico ambiente di universi acustici, elementi visivi proiettati, oggetti e strumenti di scena attivati da Joan Jonas, la performance si è richiamata alla fonte dell’opera, lo scritto Under the Glacier (1968) dell’autore Halldór Laxness, che narra di ghiacciai e fa riferimento ad alcuni aspetti miracolosi del mondo naturale.

Milano Hangar Bicocca 2 ottobre – 1 febbraio 2015

www.hangarbicocca.org

Mariantonia Ronchetti

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