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Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo Sesia

in Varallo Sesia (VC), Varallo Sesia,

Recensito da Stafano Pariani

Sommario

Dedicato a Santa Maria delle Grazie, l'edificio, molto semplice esternamente e a navata unica, venne terminato nel 1493. Qui l'artista realizzò uno dei suoi primi capolavori, un grandioso affresco raffigurante scene della Vita e Passione di Cristo sulla parete divisoria tra l’abside e il presbiterio, realizzato fra il 1512 e il 1513 con intenti chiaramente didattici per i poveri (Biblia pauperum).

Descrizione

Dalle terre della pianura e delle risaie tra Novara e Vercelli il panorama non tarda a mutare se s'imbocca la strada che porta verso la Valsesia; qui attende il visitatore un suggestivo scenario di montagne, boschi, fiumi e torrenti. In questa natura semplice e schietta più di cinquecento anni or sono si è sviluppato un grande fermento artistico, nato attorno alla figura di Gaudenzio Ferrari. Gaudenzio nasce a Valduggia, non lontano da Varallo, nel 1475 e diventò presto uno dei più importanti rappresentanti dell'arte lombardo-piemontese del primo Cinquecento. Dopo una formazione a Milano sul finire del XV secolo, dove entra in contatto con l'arte di Leonardo e Bramante, ed un viaggio a Roma, dove assimila la lezione del Perugino, Gaudenzio torna nei suoi luoghi, dove da qualche anno si sta lavorando alle cappelle del Sacro Monte. In contemporanea veniva costruita anche la chiesa posta ai piedi della strada che porta al Sacro Monte, destinata ad ospitare i Frati Minori osservanti. Santa Maria Grazie Varallo SesiaDedicato a Santa Maria delle Grazie, l'edificio, molto semplice esternamente e a navata unica, venne terminato nel 1493. Qui l'artista realizzò uno dei suoi primi capolavori, un grandioso affresco raffigurante scene della Vita e Passione di Cristo sulla parete divisoria tra l’abside e il presbiterio, realizzato fra il 1512 e il 1513 con intenti chiaramente didattici per i poveri (Biblia pauperum). Fondendo l'esperienza milanese e romana con reminiscenze piemontesi derivate da Martino Spanzotti e da Jaquerio, Gaudenzio Ferrari fa proprie queste componenti con una freschezza di colori ed una vivacità narrativa, che pare dar voce alla schiettezza e alla semplicità della gente di montagna. La parete è suddivisa in 24 riquadri ognuno relativo ad una scena, dove le figure dialogano tra di loro con grande scioltezza e realismo e l'ambientazione passa da quella in esterni, con paesaggi che ricordano quelli di Leonardo, a quella in interni, con architetture prospettiche che richiamano Bramante. I personaggi hanno una consistenza e solidità plastica che rimanda alle statue del Sacro Monte, così come certe espressioni “caricate” e pungenti hanno un sapore schietto e “montano” che pure si ritrova in certe sculture. Tra i riquadri più riusciti La cattura di Cristo, dove in uno dei pochi notturni dell'arte italiana di quel periodo le minacciose figure e i volti torvi dei soldati vengono rischiarati dalle torce in una scena convulsa, in cui spiccano l'espressione beffarda di Giuda e quella serena e rassegnata di Gesù. Elegantissima l'Adorazione dei Magi e la soluzione prospettica e scenografica di Pilato si lava le mani, dove le figure hanno sontuosi vestiti alla moda del tempo. Dallo sfondo, reso quasi come una quinta teatrale, si stacca un giovane in primo piano in posa pensosa, come a valicare i confini temporali e a rendere attualissima la scena. Ma il riquadro più suggestivo resta quello della grandiosa Crocefissione al centro della parete, dove, vien da dire, con grande sapienza registica Gaudenzio muove la massa dei suoi personaggi e suddivide la narrazione in una parte bassa e in una alta, corrispondente alle tre slanciate croci. Qui l'umanità delle varie figure è così viva che pare guardarci dritta negli occhi e chiederci di entrare a farne parte, ognuna colta in un atteggiamento, un sentimento, un'espressione, non privi di un certo patetismo. Da lì a qualche anno questa scena si sarebbe concretizzata nelle statue a grandezza naturale nella cappella della Crocefissione al Sacro Monte, dove il rapporto tra scultura e pittura verrà esaltato davvero in termini teatrali.
votazione 4/ 5 (Excellent) Stafano Pariani
 
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