di Francesca Bellola
Il genio incompreso in mostra al Museo delle Culture. Dopo un periodo travagliato ed un susseguirsi di polemiche, ritardi e burocrazie, il MUDEC (Museo delle Culture) di Milano si è finalmente appropriato della sua identità: “un polo multidisciplinare costituito da sedi espositive, un importante centro di ricerca aperto a tutte le comunità internazionali e la grande ambizione di diventare non solo un museo ma “la città del mondo”. Con queste parole l'Assessore alla Cultura del Corno ha inaugurato ufficialmente, lo scorso 27 ottobre, il progetto mirato all'interculturalità per valorizzare le differenze che contraddistinguono i vari popoli. Lo spazio di 17mila mq., ricavato dalla ex acciaieria Ansaldo in zona Tortona, è gestito dal Comune per la direzione scientifica e da Sole 24 Ore Cultura per le rassegne. Il programma prevede l'apertura contemporanea di ben quattro mostre.
di Stefano Pariani
Non aveva mai mostrato le sue stampe a nessuno e alcuni rullini non erano nemmeno stati sviluppati. Era la sua passione la fotografia e come tutte le autentiche passioni la viveva personalmente ogni giorno, quasi in silenzio. Vivian Maier coltivava così il suo interesse, scattando fotografie senza seguire un progetto preciso, andando sempre in giro con la macchina fotografica e cogliendo ogni angolo, ogni gesto, ogni dettaglio che incontrava per strada. E' stato John Maloof nel 2007, due anni prima della morte della Maier, ad acquistare ad un'asta l'archivio della fotografa; da quel momento non smette di ricercare materiale relativo alla Maier e arriva a raccogliere fino a 150.000 negativi e 3.000 stampe, promuovendo la sua opera. Vivian Maier nasce nel 1926 a New York ed assimila la passione per la fotografia nel Bronx, quando, ancora giovane, frequenta la casa di una fotografa amica della madre.