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DIFILIPPO alla Galleria Arianna Sartori di Mantova

Dal 21 ottobre al 9 novembre, nella bellissima città dei Gonzaga, Mantova, presso la Galleria "Arianna Sartori - Arte & Object Design” - via Ippolito Nievo n° 10, si terrà la personale del Maestro Domenico Difilippo, che presenterà due istallazioni inedite con le sue inconfondibili “Icone blu lapislazzuli”, opere recenti e “L’Angelo nero dal cuore d’oro".

 Inaugurazione sabato 21 ottobre 2023 alle ore 17,00. Sarà presente l’Artista.

 Organizzazione e mostra a cura di Arianna Sartori.
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L’Angelo, l’Icona e altre storie…

Le invenzioni di Domenico Difilippo ruotano intorno ad una forma che è la sintesi di molte forme possibili. Si tratta di una sorta di mandorla oblunga in cui risuona un vasto repertorio di archetipi. Essa è bocca e sesso, orizzonte palpitante di luce e alone mistico, ferita e palpebra socchiusa, pietra scheggiata e canoa, foglia e petalo. In altre parole è la forma ideale per veicolare, facendoli continuamente trapassare l’uno nell’altro, l’organico e l’inorganico, l’umano e il divino, l’artificiale e il naturale.

Due sono i modi, rispettivamente complementari, in cui l’artista si serve di questo nucleo originario. Da un lato riportandolo al contesto del quadro, con quel che ne discende in termini di rapporto figura-sfondo. Dall’altro collocandolo direttamente nello spazio ambientale, vuoi a parete vuoi a terra vuoi nell’aria, in modo tale da liberare tutto il potenziale dell’illuminazione ambientale, delle ombre portate, dei giochi percettivi.

Per addentrarsi in questa diarchia strutturale, compositiva e semantica torna molto utile rifarsi a due titoli particolarmente emblematici con cui lo stesso Difilippo suggella il proprio lavoro. Angeli e Icone sono infatti apparizioni di specie diversa, anche se dal punto di vista del rapporto col sacro esse possono apparirci confinanti e quasi sovrapponibili.

L'Angelo è una presenza che giunge dallo spazio esterno, illimitato, metafisico, come del resto ci testimonia il significato della parola anghelos nel greco antico: colui che annuncia, il messaggero. L'Icona è la trasposizione in termini metaforici, linguisticamente codificati, di quell'annuncio, di quel messaggio: dunque una scrittura per immagini, una superficie istoriata di cifre.

Angeli e Icone costituiscono le due polarità estreme - quella della presenza flagrante e quella della sostituzione simbolica - della ricerca dell'artista. Entrambi sono ugualmente necessari alla mitologia di Difilippo: ne sostengono la genesi, ne incarnano i significati, ne esprimono l'essenza filosofica. I loro colori puri, saturi di luce, refrattari ad ogni compromesso chiaroscurale, chiedono allo sguardo di azzardare il salto nel vuoto, di perdersi e forse addirittura di annullarsi nell'immagine, per identificarsi pienamente con essa.

Percorso cosciente o illuminazione improvvisa? Nascita o ritorno al concepimento? Lo spazio pittorico e scultoreo di Difilippo vive di queste duplicità, di queste tensioni, di questi punti di domanda. L'occhio non vede, non conosce le risposte, non elabora le strategie di appropriazione della realtà, ma piuttosto ne è esso stesso vittima compiacente. E' quanto sembrano volerci dire due opere realizzate dall'artista ormai trent’anni fa, L'Io marino alla deriva e dieci anni dopo L'Io conservato, in cui l'organo della vista diviene object trouvè, residuo di una vita cosciente che fagocita, insieme agli oggetti, se stessa. Consumandosi nella passione per la vita tutta intera.

Enrico Maria Davoli

Montecchio Emilia 2006

DOMENICO DIFILIPPO è nato nel 1946 a Finale Emilia, nell’ampia pianura che dai luoghi di Pico si spinge verso l’agro ferrarese, culla Estense di civiltà e bellezza, spazio ideale per la creatività artistica.

Dopo gli studi di Architettura a Modena e quelli di Decorazione a Castelmassa, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Giovanissimo, negli anni Sessanta, si è accostato al mondo artistico milanese, partecipando a quella attività di riflessione e ricerca che con Roberto Crippa, Enrico Baj e Gianni Dova era fiorita nel pensatoio del Bar Jamaica. Successivamente negli anni Settanta con Mac Mazzieri ha condiviso uno stile definito dagli esegeti Neo surrealismo Storico Modenese; poi, dopo un lungo soggiorno a Parigi, si è orientato verso la pittura onirica. Nel 1991 a Brema pubblica il manifesto dell’Astrattismo Magico accompagnato da una mostra personale censita ampiamente dai mass media tedeschi; e accolta successivamente in anteprima per l’Italia a Palazzo dei Diamanti, Ferrara su invito del direttore Franco Farina. Attivo anche nel campo accademico, è stato docente ordinario dal 1996 al 2013 nelle Accademie di Belle Arti di Firenze, Sassari, Venezia, Carrara e Milano.

Dopo Brera, conclude l’attività didattica all’Accademia di Belle Arti di Bologna di cui è stato Vice Direttore e titolare di Cromatologia. Intensa attività espositiva con oltre Settanta personali nelle maggiori città italiane e all’estero: Parigi, Londra, Lilienthal, Brema, Norimberga, Lussemburgo, Saragozza, Zagabria, New York, San Francisco. In Italia, prima con l’Astrattismo Magico anni Novanta, e poi con le mostre tematiche, ha esposto con installazioni all’interno di gioielli dell’Architettura medievale e rinascimentale come: a Palazzo Ducale di Revere, alla Rocca Possente di Stellata, a Palazzo Pepoli di Trecenta, a Villa Badoer di Fratta Polesine, alla Rocca Estense di Finale Emilia e all’Abbazia del Polirone a San Benedetto Po. A coronare il suo percorso artistico nel 2019 riceve il Premio Internazionale “De Agrò” alla carriera quale “Artista di Chiara Fama” nella Città di Troina, Sicilia.

Una vasta documentazione letteraria accompagna in termini critici il suo percorso artistico seguito dai più grandi critici del Novecento e da un gruppo di storici impegnati ancora oggi, nel Terzo Millennio, a codificare le linee espressive della sua lunga ricerca nel campo pittorico e in quello scultoreo.

Come operatore culturale ha realizzato importanti rassegne di levatura nazionale ed internazionale, alcune ormai storicizzate. Ha inoltre ricoperto dal 1980 al 2004 l’incarico di Direttore artistico della Biennale “Aldo Roncaglia” e della Galleria Civica d’Arte Moderna di San Felice sul Panaro (Rocca Estense); dove ha realizzato tramite donazioni da lui stesso sollecitate, un importante raccolta d’Arte Contemporanea permanente dalla seconda metà del ‘900 italiano ad oggi, con significative presenze di noti maestri ed artisti emergenti.

Orario

dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30,

chiuso Domenica e Festivi.

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Rikke Laursen

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