Clara Bartolini
Il luogo, la Sicilia, o meglio Siracusa, il personaggio Marilena Vita, perché di personaggio si tratta. Artista visivo, regista cinematografico, fotografa, performer, gallerista e molto altro. Le radici della sua anima sono le radici della sua terra che si abbevera alla sapienza della Magna Grecia, dove il teatro è nato con Eschilo, Sofocle, Euripide, Plauto, ideato per onorare Dionisio con riti propiziatori. Li è nata Marilena e di questo humus del rito si è nutrita, e l'ha resa quella che è. La performance è la natura stessa del suo essere corpo d'artista, che proprio nel teatro greco di Siracusa trova la sua manifestazione prediletta.
Nella sua galleria Montevergine ad Ortigia, il prossimo evento con la partecipazione di performers internazionali tratterà proprio questa arte. Per quanto riguarda la pittura di Marilena Vita, le sue figurazioni informi, pronte a divenire sempre altro, portano alla mente le tre parti del territorio siculo che pian piano nel trascorrere delle ere geologiche si sono riunite, per diventare la trinacria che tutti conosciamo. Mi piace ricordarlo sempre perché questo sviluppo aiuta a comprendere la ricchezza del territorio. E' possibile vederne il processo nello splendido museo Orsi di Siracusa. E come in geologia, in Marilena tutto procede verso l'imprevedibile, si manifesta per trasformazioni alchemiche, forme non forme ma pronte a diventarlo, un processo di costruzione, di visione d'altro come le macchie di rorschach famose in psicologia. Con una intensità emotiva e cinetica, con la potenza e la drammaticità del colore, con i fili di piombo che le attraversano, le legano, le proteggono, le imprigionano, quasi con la volontà dell'alchimista di trasformare il piombo in oro. Ogni elemento può rappresentare occhi, corpi, animali, trapassati da una fantasia ancestrale che nell'anima di un'artista siciliana diventano voce del profondo.