Il giudizio universale, la sfida pittorico - sociale di Jorge R. Pombo
Clara Bartolini
Alla Fabbrica del Vapore di Milano è possibile visitare fino al 18 settembre la mostra il giudizio universale, curata da Vera Agosti e Matteo Pacini, prodotta da Comune di Milano e promossa da EBL Srl con il Movimento Arte Etica. E dovremmo visitarla questa mostra perché, questo artista spagnolo che vive da molti anni in Italia, prima a Reggio Emilia e ora Firenze tenta, e pare davvero riuscirci, un lavoro su almeno tre piani: la pittura, la politica e la religione. Jorge R. Pombo è un pittore che studia i maestri del passato e si vede, molti lo affascinano ma, in particolare lo ispirano Michelangelo e Tintoretto, tanto straordinari quanto diversi. Ne analizza stile, composizione, colori, tematiche, originalità, audacia pittorica ma, si pone tante domande, come attingere da tutto questo e portarlo nel presente, farlo suo.
Naturalmente l'artista conosce bene l'arte moderna e contemporanea. Lo suggestionano, Pollock, Vedova, Rothko e ne coglie la libertà del gesto, l'astrazione. A questo punto tenta una strada tutta sua per vivere la pittura in un tempo tanto complesso come si rivela essere il nostro. Tutto cambia velocemente, tutto è profondamente drammatico, imprevedibile, ogni strumento messo a disposizione dell'umanità diventa agente di nuove tensioni apparendo utile, quando non ormai indispensabile, ma portatore di rischi inimmaginabili, come gli algoritmi e l'intelligenza artificiale. E' su questo equilibrio instabile che Pombo costruisce il suo discorso pittorico.