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SVEVA ANGELETTI BUT THE PREVIOUS WAS BETTER

Presentata ieri a Palazzo Ripetta l'opera But the previous was better, di Sveva Angeletti. L'installazione ambientale che "accende" l'hotel del centro di Roma è stata acquisita da Palazzo Ripetta entrando a far parte della sua straordinaria collezione di opere d'arte contemporanea.

Da sempre attenta al complesso sistema di relazioni, emotive e fisiche, che disciplinano i rapporti tra gli individui, e coltivando un approccio eterogeneo nei confronti della pratica artistica, Sveva Angeletti declina per l'occasione in una forma nuova, l'insegna di una sua mostra, la cui scritta "a cool exhibition here" invita il pubblico a visitare e a prendere parte all'esposizione, trasformando il luogo espositivo stesso in un parco d'attrazione, un set cinematografico. Un'opera che vuole porre gli spettatori davanti all'incognita e all'equivoco. Da un lato vuole porre dubbi sul vero luogo della mostra, dall'altro vuole giocare sul ruolo dell'artista e della sua ricerca che viaggia oltre i limiti del possibile. Una condizione di corsa inesauribile che viene mediata dall'ironia del contrasto tra la sentenza dell'opera e il titolo della stessa.

Sveva Angeletti, 1991. Vive e lavora in Italia. La sua è una ricerca che pone le basi sull'osservazione e sull'analisi delle relazioni tra gli individui. Temi cardine della sua poetica sono il tempo e lo spazio nella misura in cui diventano teatro delle connessioni tra i singoli e in particolare tra gli attori che costituiscono il micromondo del sistema dell'arte. Ciò che traspare dalle sue opere è un'atmosfera ludica e poetica dai rimandi a passati remoti che accomunano i ricordi di tutti. Il gusto ironico e a tratti provocatorio, incuriosisce lo spettatore lasciando spazio a svariati gradienti di lettura; quest'ultimi infatti ci trasportano da un primo stadio di superficiale ammiccamento verso un espediente estetico o un ricordo giocoso e infantile, ad una presa di coscienza riflessiva e a volte angosciante. I media espressivi sono disparati ma il linguaggio è universale, infatti tutti ci riconosciamo nel suo lavoro poiché ci ricorda le nostre frivolezze e allo stesso tempo le nostre profonde insicurezze.

L'artista ha partecipato a varie mostre personali e collettive tra cui "di poche parole" (2023) a cura di Arnaldo Colasanti, Galleria La Nuova Pesa, Roma; Logos Infinito, (2022) a cura di Gianluca Marziani, Museo Civico Villa Colloredo Mels, Recanati; LOREM IPSUM, 2022 a cura di Irene Sofia Comi, Spazio In Situ, Roma; "Paradise is exactly where you are right now only much much better" (2022) a cura di Marta Orsola Sironi, Virginia Lupo, Palazzo Spinola di Luccoli, Genova; Can we still feel something? – Officine Brandimarte, Ascoli Piceno e 12 artists of tomorrow (2022) Mucciaccia Contemporary, Roma. Tra i progetti più recenti lo Special project per l'edizione 2023 di Roma Arte in Nuvola curato da Valentina Ciarallo. 

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Rikke Laursen

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