di Stefano Pariani
E' finalmente tornata visitabile dopo 50 anni di chiusura e dopo i recenti restauri la cripta della chiesa di San Sepocro a Milano, luogo che si lega strettamente alla storia più antica della città meneghina. Entrarvi significa infatti mettere piede letteralmente su centinaia di anni e respirare un'atmosfera che ha quasi del surreale. Leonardo nel “Codex Atlanticus” realizzò una pianta a volo d'uccello di Milano ed indicava la chiesa come il vero centro della città, il punto dove anticamente, in epoca romana, si trovava l'incrocio tra il Cardo e il Decumano; si è dunque nel cuore della città, luogo non solo fisico, ma anche simbolico.
Inoltre per la pavimentazione vennero utilizzate grandi lastre di pietra provenienti dal lastricato dell'antico foro romano del IV secolo e ciò aggiunge ulteriore valore storico alla cripta, significa cioè ritrovare un “pezzo” della Mediolanum romana e camminare sulle stesse lastre calpestate da Sant'Ambrogio e dagli Imperatori che ebbero residenza a Milano nel breve periodo in cui fu capitale dell'Impero.
La chiesa di San Sepolcro risale al 1030, quando un monetiere di Milano fece erigere sul luogo dove si trovava, per l'appunto, l'antico foro una chiesa inizialmente dedicata alla Santissima Trinità, che in seguito cambiò il suo nome in quello attuale, nel 1100, quando Gerusalemme fu riconquistata durante le Crociate. La cripta, quasi una chiesa sotterranea, è attraversata da snelle colonne che sostengono una serie di arcate, che si susseguono in maniera suggestiva. Un tempo affrescato, il sacro luogo conserva ora solo pochissimi brani decorati, tra cui un Cristo trionfante affiancato da Maria Maddalena e una donna coronata, forse Sant'Elena, la madre di Costantino che ritrovò, secondo tradizione, la vera croce di Cristo sul Calvario.
L'affresco, risalente al XIV secolo, mostra le figure in posizione frontale e ieratica, una accanto all'altra, con colori prevalentemente tendenti al rosso e all'ocra: la Maddalena, raffigurata con mani oranti, è tutta ricoperta dai lunghi e fluenti capelli, mentre Sant'Elena indossa un'elegante veste decorata. Al centro della cripta si trova una copia del sepolcro di Cristo, realizzata da uno scultore campionese, in cui secondo tradizione si troverebbe la terra prelevata dai crociati a Gerusalemme. Accanto al sepolcro troviamo una statua in terracotta policroma seicentesca raffigurante San Carlo Borromeo in preghiera; il Santo infatti era solito pregare in questa cripta due volte alla settimana, passando anche intere notti in adorazione del sepolcro. In una delle nicchie è collocata una grande palma in rame, originariamente pensata come fontana, voluta da Federico Borromeo nel 1616.
In questi giorni la riapertura della cripta sta attirando l'attenzione di molti milanesi e turisti: per la maggior parte una vera scoperta, per tutti, forse, la suggestione di poter godere di un silenzio mistico sotto il caos metropolitano e carico di millenni storia.