Io sono colei che mi si crede, voce evocante metafora sacrale.
Sono tre donne; Colei che ero; colei che non dovevo essere
ma ero lo stesso; colei che tu salvasti dalla morte.
Io non sono svelata! Maria di Magdala, la Maddalena,
mai annunciata, visione di marzo ultraterrena,
mi sovrappongono alla Madonna celata. Trasfigurata da criptico linguaggio evangelico
per custodire della servitù del credo il mio mistero.
Lasciata marcire, straziata, ingiusto disegno…
strappata dalla fossa e dalle stanche ossa.
Dirigi ora lettore gli occhi al vero
che tanto lieve è trapassare il suo velo.
Tutto ciò che fu dissimulato,
ora nel Tempo strazia quel silenzio.
Il Tempo che hai sempre invocato
e la giusta voce che emerge dal buio
dal verbo di Dio si fa raggio di luce.
Rinvenite l’Abisso che separa dall’ignoto;
presente nel cielo è un inganno cruento
in questi giorni di sciagure e calvario
non sopporto più le fiamme di quest’inferno!
Nei tempi segreti or vengo a me stessa
a perdonare nel Peccato opprimente
a soccorrere le Albe della Redenzione
a rivedere Gesù risorto per primo,
uccidendo con l’urlo del mio dolore
l’attuale clamoroso occultamento del male.
Divina maestra di sophia celeste e di gnosi
l'alba negli occhi di Betania sfinisce il drago
con la Rivelazione di Kristos e l’olio sacro.
Quanta luce svela l’anima compagna
l’Unione eristica eletta e glorificata.
Icona della sofferenza e del dramma.
Io fui sapienza, amore, sacrificio e dolore,
risveglio del Femminile in armonia con il Maschile
nelle Cattedrali Templari di Francia venerata.
Il velo di Damasco erompe rigenerato,
Miriam di Magdala, visse l'estasi e il tormento
e ti bagnò i piedi con lacrime di consolazione,
meditate sul senso profondo dei suoi gesti,
asciugandoli con i suoi capelli e devozione.
Copiryght 2020 Melinda Miceli tutti i diritti riservati all'Autrice
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte
