di Francesca Bellola
Quando si è famosi non può mancare il “gossip”. Dalla breve relazione con il goleador Gianni Rivera, capitano del Milan, nasce la figlia Nicole, oggi brillante avvocato.
Dopo la notorietà, a volte, arrivano anche i momenti bui, quelli in cui il telefono smette di squillare.
Elisabetta non si è mai arresa. Oltre a dedicarsi alla figlia ha continuato e continua tutt'ora a lavorare anche per reti minori e a partecipare a “tourneè”, sempre con la stessa professionalità. Forse non tutti sanno che Elisabetta Viviani è anche una sensibile e interessante pittrice. I soggetti che predilige sono gli scorci di Milano, in particolare il centro, il cuore pulsante della città.Così troviamo quadri che raffigurano nella loro semplicità quasi fanciullesca Porta Venezia, San Babila, piazza Cadorna. Accanto alle vetrine dei negozi più esclusivi compaiono immagini fiabesche di draghi, cerbiatti, fiori, simboli della fantasia e del gioco. Una pittura figurativa arricchita da tocchi surreali.
Incontriamo Elisabetta Viviani alla galleria Art Studio 38 di Milano dove sono esposte le sue opere fino 31 gennaio 2016. Elisabetta, estremamente gentile e disponibile, mi racconta la sua esperienza pittorica.
Quando hai iniziato questa nuova evoluzione artistica?
Ho iniziato nel 1994 a occuparmi di pittura seguendo i corsi del maestro surrealista Luigi Regianini. In seguito ho cominciato a esporre in collettive e solo da pochi anni presento le mie opere in mostre personali in tutta Italia. Da due anni collaboro con Otmaro Maestrini che pubblica annualmente una“Agenda dei Poeti” molto apprezzata.
Come definiresti il tuo stile?
La mia è una pittura figurativa ma si sente la dimensione surreale del lavoro ispirato dal mio maestro.
Di solito quanto tempo impieghi per realizzare un'opera?
Dipende dal soggetto. Ci sono lavori che riesco a concludere rapidamente e a imprimerli direttamente sulla tela così come li avevo pensati. Altri, invece, mi richiedono mesi di elaborazione.
Come nascono i soggetti dei tuoi quadri?
Prima scatto delle foto. Me ne occorrono diverse prima di capire qual'è quella che sarà impressa sulla tela. In questa esposizione ho scelto Milano ma mi piace dipingere anche i centri di altre città, come ad esempio New York.
Qual'è il tuo stato emozionale quando dipingi?
Mi fa stare bene perché sento la necessità di esternare le mie emozioni. Ricordo che nei primi anni questo non mi riusciva e quindi non ero mai soddisfatta di quello che realizzavo. Ora, finalmente penso di avere trovato il giusto equilibro tra la mente e il cuore. Equilibrio che traspare dalle figure elaborate a volte reali ma spesso frutto dell'immaginazione.