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Genova: l'incanto di un presepe in marmo del '400

adorazionedi Stefano Pariani
In periodi di festività come questo assume un particolare rilievo la sovrapporta raffigurante l'”Adorazione dei Magi” in via Orefici, in pieno centro storico, una zona dove già nel Duecento era testimoniata l'attività della corporazione dei fabbri orafi. Si tratta di un'opera dalla straordinaria vena narrativa e di preziosa cultura figurativa, realizzata attorno al 1460 probabilmente da Giovanni Gagini, membro di una prolifica famiglia di scultori d'origine lombarda.
Via Orefici - Genova mappa
Quando si cammina per le strade di una città, specie se affonda le sue radici in un lontano passato, lo sguardo dovrebbe essere sempre pronto a cogliere le bellezze che essa ci offre, anche quelle più nascoste. Sappiamo che in realtà non sempre è così, presi come siamo dalla routine quotidiana e dalla distrazione che spesso ci accompagna.

Chissà se anche un tempo chi passeggiava aveva, come oggi, motivi per non accorgersi di certe testimonianze artistiche, che ancora sopravvivono quasi miracolosamente in certi angoli delle nostre metropoli. Probabilmente no, perchè secoli addietro l'arte faceva molto più parte della vita di una città, era molto più “pubblica” e coinvolgeva la cittadinanza a livello più esteso rispetto ai nostri giorni. Pensiamo solo ai cicli di affreschi di chiese o di palazzi pubblici nel Medioevo e alle masse a cui si rivolgevano nel loro richiamo artistico, religioso e civile.

E allora proviamo per un attimo a tornare indietro di alcuni secoli e a fare un giro per i vicoli del centro di Genova, attorno alla Cattedrale di San Lorenzo: ci imbatteremmo in scultori ed operosi scalpellini che abbellivano palazzi nobiliari e più semplici case, architetti e pittori all'opera. Probabilmente non ci sfuggirebbero alcuni “dettagli” preziosissimi ed evidenti, come le lastre marmoree sopra le porte d'ingresso di alcune case, segno distintivo di famiglie più o meno potenti. A Genova se ne contano diverse e non sono semplici opere decorative, ma veri e propri capolavori, che rendono la città ligure un vero e proprio museo di scultura a cielo aperto.

In periodi di festività come questo assume un particolare rilievo la sovrapporta raffigurante l'”Adorazione dei Magi” in via Orefici, in pieno centro storico, una zona dove già nel Duecento era testimoniata l'attività della corporazione dei fabbri orafi. Si tratta di un'opera dalla straordinaria vena narrativa e di preziosa cultura figurativa, realizzata attorno al 1460 probabilmente da Giovanni Gagini, membro di una prolifica famiglia di scultori d'origine lombarda.

La composizione è densissima di figure disposte su più piani, tutte intente in un'azione, come il taglialegna, il suonatore di cornamusa e il pastore con le pecore sullo sfondo. Un elegante corteo di uomini a cavallo scende da digradanti colline rocciose per dirigersi verso la capanna dove sono già arrivati i Magi in adorazione del Bambino. L'opera si muove ancora lungo il solco del raffinato linguaggio tardo-gotico per l'atmosfera fiabesca, l'attenzione agli abiti cortesi alla moda del tempo, al mondo animale e vegetale minuziosamente descritto, qui rappresentato dai naturalistici cavalli con sontuose bardature, dalle pecore e anche da un coniglietto che sbuca tra gli alberi. Certamente all'artista non sarà sfuggita la lezione di maestri del Gotico Internazionale come Gentile da Fabriano e Pisanello nel realizzare questa sorta di presepe così denso di vita, con personaggi vivissimi nei movimenti, nella gestualità e nei sentimenti che i loro volti esprimono.

Occorre fermarsi un po' e osservare con calma, come verosimilmente avrebbe fatto un cittadino del passato, distogliendo per qualche istante la nostra attenzione dalle vetrine dei negozi, dallo smartphone, dalla fretta e dagli impegni che ci portiamo dietro. Forse, al di là di ogni retorica, ci aiuterebbe a vedere anche le cose in un'altra prospettiva. Se si vuole prolungare l'”incanto”, a due passi da via Orefici c'è la piccola piazza San Matteo, un angolo sopravvissuto di urbanistica medievale, dove si trova un'altra sovrapporta di Giovanni Gagini, un San Giorgio che uccide il drago e salva la principessa. Anche in questo caso l'aspetto fiabesco e l'impatto scenografico - un meraviglioso cavallo impennato di fronte ad un terribile drago - sono garantiti.

 
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