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FOOD: a Bologna la quinta Biennale Foto/Industria

E' aperta fino al 28 novembre la Biennale Foto/Industria a Bologna, la prima Biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’Industria e del Lavoro.

Giunta alla quinta edizione, la manifestazione, intitolata FOOD, è dedicata al tema dell'alimentazione, tema di fondamentale importanza per il suo inscindibile legame con macroscopiche questioni di ordine filosofico e biologico, storico e scientifico, politico ed economico. 

“Il cibo è un fondamentale indicatore per analizzare e comprendere intere civiltà – scrive nel testo introduttivo del volume che accompagna la Biennale il direttore artistico Francesco Zanot. Le modalità attraverso cui gli alimenti vengono prodotti, distribuiti, venduti, acquistati e consumati sono in costante cambiamento e racchiudono pertanto alcuni caratteri distintivi di un’epoca, un periodo storico o un ambito culturale e sociale... Il cibo è linguaggio. Come la fotografia, gli alimenti incorporano e diffondono messaggi (...)”. 

Focus della Biennale il soggetto dell’industria alimentare, un settore in rapido sviluppo che risponde alle più importanti trasformazioni in atto su scala globale: la questione demografica, il cambiamento climatico e la sostenibilità. 

Il tema della manifestazione è indagato da 11 fotografi di caratura internazionale - 3 italiani e 8 stranieri - i cui lavori, esposti in altrettante mostre a ingresso gratuito, ripercorrono un secolo di storia dagli anni Venti ad oggi, approfondendo temi quali l’industria alimentare e il suo impatto sul territorio; il rapporto tra alimentazione e geografia; la meccanizzazione della coltivazione e dell’allevamento; la questione del grano; l’alimentazione organica e naturale; i mercati e le tradizioni locali; la pesca nei mari e nei fiumi. 

Ando Gilardi, tra le figure più eclettiche e originali della storia della fotografia italiana, è il protagonista della mostra “Fototeca” al MAST con una combinazione di reportage fotografici e materiali estratti dal pioneristico archivio iconografico che ha fondato nel 1959 (la mostra prosegue fino al 2 gennaio 2022);

Maurizio Montagna ha realizzato “Fisheye” appositamente per questa Biennale, progetto dedicato al fiume Sesia e alla sua valle (Collezione di Zoologia del Sistema Museale di Ateneo - Università di Bologna);

Lorenzo Vitturi in “Money Must Be Made” fotografa Balogun, il mercato di strada di Lagos in Nigeria, uno dei più grandi del mondo (Palazzo Pepoli Campogrande - Pinacoteca Nazionale di Bologna); 

Hans Finsler, considerato tra i padri della fotografia oggettiva degli anni ’30, ha realizzato nel 1928 la serie “Schokoladenfabrik” su commissione dell’azienda dolciaria Most (Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Genus Bononiae – San Giorgio in Poggiale);

Herbert List, fotografo tedesco membro della Magnum Photos. Nella mostra “Favignana” sono esposte 41 immagini sulla mattanza dei tonni avvenuta nell’isola nel 1951 (Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Genus Bononiae – Palazzo Fava, salone “Mito di Giasone e Medea”);

il francese Bernard Plossu ha fotografato spezzoni di vita in tutto il mondo e ritratti legati a persone e cibo nella quotidianità in “Factory of Original Desires” (Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Genus Bononiae – Palazzo Fava, sale "Le avventure di Enea”);

Mishka Henner, “In the Belly of the Beast” è un’esposizione sul rapporto tra uomo, animali e tecnologia in un processo incessante fatto di consumo, digestione e scarto (Palazzo Zambeccari - Spazio Carbonesi);

il giapponese Takashi Homma nella mostra “M + Trails” da un lato raccoglie e mette a confronto le facciate dei negozi di McDonald’s nel mondo soffermandosi su differenze e analogie, dall’altro immortala le tracce di sangue lasciate dai cacciatori di cervi in Giappone (Padiglione dell'Esprit Nouveau);

l’olandese Henk Wildschut con “Food” si concentra sulle più avanzate tecnologie dell’industria alimentare sviluppate per aumentare il volume della produzione (Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna - Palazzo Paltroni);

l’artista americana Jan Groover, nota per le sue nature morte, con “Laboratory of forms“ è oggetto di una retrospettiva a partire dalle celebri nature morte riprese nella cucina della sua abitazione, che dialogano con le opere del pittore bolognese Giorgio Morandi custodite nelle sale del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna (la mostra prosegue fino al 2 gennaio 2022);

la ricercatrice e attivista palestinese Vivien Sansour presente “Palestine Heirloom Seed Library”, un progetto per salvaguardare antiche varietà di semi e per proteggere la biodiversità (Palazzo Boncompagni). 

 

La Biennale è accompagnata da una pubblicazione a metà tra fotografia e libro di ricette pensate dallo chef e scrittore Tommaso Melilli, che interpreta le immagini e i temi di ogni mostra attraverso una ricetta originale. 

 

FOTO/INDUSTRIA 2021 FOOD

fino al 28 novembre 2021 

ingresso gratuito 

 

INFO: www.fotoindustria.it


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  HERBERT LIST

Grandi tranci di tonno vengono puliti a mano e inscatolati, Favignana, Italia 1951

Collezione MAST. Courtesy of The Herbert List Estate / Magnum Photos JAN_GROOVER_03_Untitled.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 JAN GROOVER 

Senza titolo / Untitled , circa 1988-1989 

© Musée de l'Elysée, Lausanne – Jan Groover Archives 

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ANDO GILARDI

Giovani donne portano zucche sulla testa. “Le zucche, d’estate sono mangime, d’inverno cibo”. Quando il gallo canta a Qualiano, ampia fotoinchiesta di Gilardi sulla sindacalizzazione dei braccianti agricoli, in questo paese particolarmente sentita. Qualiano (Napoli), ottobre 1954.

© Fototeca Gilardi

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