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Spazio Ok Arte a Siracusa presenta Clara Bartolini

Nella nuova sede eventi di Ok Arte a Siracusa sarà presente con le sue opere, Collage digitali della serie Marco Polo Terzo Millennio, l'artista e critica Clara Bartolini della quale proponiamo una presentazione che ne mette in luce le caratteristiche e la personalità eclettica che le ha permesso di spaziare in molti campi, compreso il nuovissimo filone Giacche d'Artista che presenteremo più avanti.  O.A

"Nel primo libro del De Rerum Natura Lucrezio, trattando della materia e del vuoto, fissa il principio che nulla nasce dal nulla, nulla può esistere senza seme. Nulla nasce dal nulla anche nel lavoro – polimorfo, eclettico, trasmigrante – di Clara Bartolini, che scivola dall’urgenza incontenibile di dare forma al pensiero, come condizione prima del suo stesso agire, alla leggerezza in apparenza facile della sua rapidità esecutiva. Tanto è lineare il percorso concettuale della sua ricerca, nel diversi modi in cui si manifesta, dalla poesia alla drammaturgia, dalla fotografia all’assemblage polimaterico, dal design alla pittura tout court, tanto sfuggente appare il filo conduttore che raccorda questi, pur coesi, ambiti espressivi. Per comprenderne le ragioni unitarie occorre spostare lo sguardo alla persona e ripercorrere brevemente le tappe di una biografia che ha le carte in regola per diventare un racconto letterario alla Isabel Allende.

Clara Bartolini nasce a Venezia, e il mare, simbolo per eccellenza del divenire e della mobilità, del panta rei, entra nel suo Dna, come inarrestabile dinamismo intellettuale: Venezia “bella anche nella brutta stagione” crea le basi per una visione mai monolitica e sempre plurale della realtà.Una visione quantomeno bipolare, si direbbe, in cui la formazione universitaria filosofica e psicologica apre a un approccio non formalistico, anzi sempre dettato dall’esigenza di comunicare attraverso la forma, da intendere al servizio dei contenuti, o meglio, ripescando le antiche categorie crociane, cercando una sintesi compiuta tra l’idea e il linguaggio in cui esprimerla La famiglia di Clara è l’origine di questo bipolarismo, poi coniugabile in termini zen di fruttuoso conflitto tra ying e yang. La famiglia, primo bacino a cui attingere stimoli e sollecitazioni: allevata nella musica che il padre medico e fotografo le fa ascoltare, vede crescere in lei una “misura musicale” che si fonde con l’approccio scientifico del nonno che da ateo studia la religione attraverso la Bibbia. E aprendo i cassetti scopre montagne di fotografie del padre, mondi e suggestioni che si sedimentano nel suo immaginario come strati geologici. Per contro, dalla madre, maestra di Reiki (anche Clara lo diverrà) capace di percezioni extrasensoriali, assorbe una particolare sensibilità istintuale, che autorizza l’abbandonarsi a tutto ciò che è estraneo alla razionalità in senso stretto, stimola una curiosità per mondi diversi e misteriosi, non inquadrabili dalla scienza. Dalla nonna pittrice e viaggiatrice riceve una spinta al nomadismo, all’attenzione per realtà culturali remote e lontane. Da questo microcosmo ricco e invasivo, certamente non facile per una ragazzina che potrebbe sentirsi persa e piccola nella sua aurorale inconsapevolezza, Clara accumula – per citare ancora Lucrezio, semi. Dobbiamo aspettare il 1984 per un esordio più specificatamente artistico. Clara Bartolini crea in quell’anno le “Scarpe scultura” disegni a matita su carta con leggerezza e molta ironia. Al 1996 appartiene una seconda serie di lavori incentrati sul tema dell’identità, di un ubi consistam tutto da ricostruire per l’uomo e per la donna, ancora incapaci di gestire la differenza e di riconoscere la parte che dell’altro esiste in ciascuno: figure scure, ancora informi, in ambienti spogli e alienanti, tratteggiate a pennello che presentano solo dettagli colorati in rosso, ma sono senza volto proprio perché ancora in cerca di una sostanza che dia forma. Il viaggio ondivago di Clara prosegue quindi con i lavori più astratti e segnici, ma non per questo meno densi di stratificate ragioni ideative, della serie sull’energia, gestuali quasi, e liberatori, traccia di un moto che scaturisce dall’energia, dalla forza oscura che alberga in ciascuno di noi, e che spinge per fuoriuscire, energia anche negativa ma che occorre saper liberare per stabilire possibili equilibri. È questo un momento di snodo, direi quasi di non ritorno a partire dal quale Clara procede verso una ricerca di minore descrittività: il lavoro diventa più complesso e si presenta sempre più come la traccia trasposta delle sue riflessioni.

L’assemblage è una messa in scena, un set immaginifico in cui immettere l’esperienza maturata in anni di scenografia. E le consente poi di esprimere con più forza il disagio e il senso di precarietà dell’essere umano che si sta trasformando in macchina, quasi un essere bionico che cerca nella realtà appigli per non perdersi. E in fondo le fa sentire di aver salvato un pezzetto di realtà dalla tirannide dell’utilità e del consumo, realizzando qualcosa di visionario in cui si affaccia un momento del “grande racconto” di cui tutti siamo interpreti e spettatori. Infine la fotografia, l’altro rivolo in cui confluisce il bisogno di realtà e di mistero tra cui si muove la sua ricerca. Il mistero “necessario per far sì che la vita non sia un’autostrada”, il mistero che riguarda i volti dei suoi ritratti, che molto dicono con l’intensità dello sguardo e i tratti della fisionomia, ma molto di più lasciano di non detto, in cui reale e inconnu si fondono, appena disvelati dall’intervento dell’artista che offre una chiave, la sua chiave per cogliere ciò che sfugge: l’ineffabile che attiene al reale non meno del reale stesso"

Maria Luisa Caffarelli

CLARA BARTOLINI
Art &Writing
Art is Life Energy to Live
Via Gardone 16
20139 Milano
Tel. 02 58303684
Cell. 348 9693171

www.clarabartolini.it/

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