Clara Bartolini
Al Museo Delle Culture di Milano fino al 8 settembre 2024 la vetrina diviene il tema di una ricerca e di una profonda riflessione. A cura di Katya Inozemtseva la mostra si interroga e interroga il visitatore sulle tante sfaccettate emozioni che una esposizione di oggetti fuori e dentro il museo può voler attivare in chi ne fruisce. La protezione, la luce, la valorizzazione,
il discorso che circonda un oggetto, creano senz'altro il valore dell'aggetto stesso, perche la volontà dell'esposizione può essere quella di creare stupore, desiderio, semplificazione o distanziare dal presupposto pericolo di un elemento che viene da lontano per cultura o antichità, con la possibilità di inquinare l'ambiente. Tanti possono essere gli intenti voluti da chi espone, sia in un museo che in uno spazio commerciale, come una gioielleria, una grande firma dell'abbigliamento di lusso, un antiquario o un'agenzia di viaggi. Il coinvolgimento creato dall'abilità "socio politica" di chi espone è in grado di creare il maggiore o minore valore dell'elemento esposto.
Un evento che si dispiega anche all'interno della collezione permanente del Mudec e che proporrà molti altri incontri tematici durante l'anno per approfondire di volta in volta le tante problematiche. Sul sito del Mudec è possibile trovare le date di ogni incontro. Fanno da corollario alla mostra il progetto site specific di Mariana Castillo Deball Luce dietro tracce incompiute e Crocodille on a celling, il progetto di Theo Eshetu che rovescia alcuni elementi della collezione etnica permanente, obbligando a ripensarli e pone un'immagine di un coccodrillo sul soffitto ispirandosi a quello in una teca nella sala in stile wunderkammer. I docenti e gli studenti del NABA di Milano, coordinati da Castillo Deball hanno realizzato sette frammenti, sculture tessili sospese nell'Agorà. La mostra si pone come strumento per un ribaltamento del concetto vetrina e per ridefinirne modi, scopi ed identità della stessa.
