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Primo Dialogo Raffaello e Perugino attorno a due Sposalizi della Vergine

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Inaugurazione 17/03/2016  - Chiusura 27/06/2016
via Brera, 28 Milano mappaPrimo Dialogo Raffaello e Perugino attorno a due Sposalizi della Vergine
Il confronto tra la pala di Perugino e il quadro di Raffaello, di identico soggetto e accomunati da molteplici legami, appare in tutti i libri di storia dell’arte, ma fino ad ora non è mai stato realizzato dal vero. Si tratta quindi del loro primo faccia a faccia dal vivo.
Dal 17 marzo al 27 giugno 2016 si tiene alla Pinacoteca di Brera un confronto straordinario tra due caposaldi della storia dell’arte: lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, una delle opere simbolo della Pinacoteca milanese e lo Sposalizio della Vergine di Perugino, proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Caen per la prima volta eccezionalmente fianco a fianco.
mappa 17/03/2016 27/06/2016 via Brera, 28 Milano

 Il confronto tra la pala di Perugino e il quadro di Raffaello, di identico soggetto e accomunati da molteplici legami, appare in tutti i libri di storia dell’arte, ma fino ad ora non è mai stato realizzato dal vero. Si tratta quindi del loro primo faccia a faccia dal vivo. Ed è un’occasione irripetibile per narrare, anche grazie alla presenza di un “terzo incomodo”, la tela di Jean-Baptiste Wicar che nel 1825 sostituì il dipinto di Perugino sottratto alla cattedrale di Perugia, non solo un dialogo tra maestro e allievo, ma anche un frammento poco noto di quell’intreccio italiano tra orgoglio civico, identità municipali e religiose, che spiega tanta parte del nostro patrimonio artistico.

Ciò rende davvero unico il primo dei dialoghi fra le opere del museo e illustri ospiti proposti dalla Pinacoteca di Brera e dal suo direttore James Bradburne in occasione dell’avvio di un riallestimento progressivo delle sale che in tre anni coinvolgerà l’intero circuito del museo. Una serie di “conversazioni” che aiuteranno a guardare con occhi nuovi i dipinti della pinacoteca milanese, innescando come reazioni a catena la rivisitazione delle sale adiacenti a quella dove si svolgerà il dialogo. Sarà un riallestimento a tappe, e ciascuna di esse comporterà una revisione delle opere esposte, nuovi testi di sala, didascalie più articolate, illuminazione e colore delle pareti. Elementi sui quali il pubblico sarà chiamato a esprimere una valutazione.
Le prime sale coinvolte sono la XX, XXI, XXII e XXIII, dove il visitatore sarà accompagnato da commenti chiari e di agile lettura e condotto, a poco a poco, davanti a Raffaello e al suo ospite temporaneo. Questo ripensamento complessivo significa anche una moratoria dei prestiti: in questi tre anni i capolavori della Pinacoteca resteranno a casa. Il ritorno della grande pala di Perugino, in Italia dopo più di duecento anni dalla requisizione napoleonica, è stato reso possibile grazie ad un accordo tra il Musée des Beaux-Arts e Brera, che ha concesso al museo francese la Cena in Emmaus di Caravaggio da novembre 2015 a gennaio 2016.

Quando Pietro Vannucci, detto il Perugino, dipinge la sua versione dello Sposalizio della Vergine è a capo della bottega più prestigiosa d’Italia. La sua notorietà si fondava sul ruolo primario che aveva rivestito nell’affrescare circa vent’anni prima il registro mediano della cappella Sistina e sulla peculiarietà del suo stile pacato e dolcemente monumentale. La fama del maestro richiama quindi in bottega numerosi artisti tra cui come riferisce Vasari il giovane Raffaello Sanzio, figlio del pittore Giovanni Santi. Non stupisce dunque che il giovanissimo genio, già pittore affermato, prenda a modello proprio l’opera di Perugino nel realizzare il capolavoro che, a buon diritto, conclude straordinariamente la sua fase formativa, dopo la quale si trasferisce a Firenze.

La pala del Perugino, commissionatagli dalla confraternita di San Giuseppe per la cappella del Santo Anello del Duomo di San Lorenzo a Perugia, venne eseguita fra il 1499 e il 1504 e fu esposta accanto alla reliquia del santo anello della Vergine, mentre quella di Raffaello venne realizzata nel 1504 per la cappella di San Giuseppe della chiesa di San Francesco a Città di Castello, località che dista circa sessanta chilometri dal capoluogo. Lo schema compositivo del Perugino riprende il celebre affresco sistino della Consegna delle chiavi, riadattato alla costretta verticalità della pala. Tornano nel dipinto l’ambientazione della scena su una piazza, l’imponente edificio a pianta circolare e la prospettiva centrale, mentre i personaggi raggruppati in primo piano appaiono in disposizione serrata uno accanto all’altro. Raffaello, pur ripetendo il medesimo schema, distribuisce più liberamente e con maggiore naturalezza i personaggi creando un raccordo visivo organico con l’edificio rialzato del tempio, che diventa il perno di un immenso spazio circolare armonicamente composto.

Nell’esposizione di Brera (in sala XXIV) assieme a Perugino e Raffaello troviamo
infine anche lo Sposalizio della Vergine di Jean-Baptiste Wicar. Il dipinto fu realizzato dal pittore ritrattista francese - incaricato in età napoleonica della requisizione di opere dalle chiese italiane che esegue l’altra versione del soggetto in sostituzione dello Sposalizio di Perugino per l’altare oramai spoglio della cattedrale di San Lorenzo a Perugia da cui era stato sottratto. Il dipinto farà da guida per raccontare il dipanarsi della vicenda, la storia poco indagata della tavola a Caen e la fortuna del pittore umbro in terra francese.Primo Dialogo Raffaello e Perugino attorno a due Sposalizi della Vergine
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