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Cascina Pozzobonelli: a due passi dalla Stazione Centrale un gioiello Bramantesco

artisti costruttori di pace
Chiusura 30/12/2018
di Stefano Pariani
Per conoscere bene Milano, si sa, occorre spesso andare alla ricerca dei suoi tesori artistici e delle vestigia della sua storia, nascosti in angoli poco battuti della città. Talvolta però capita di averli sotto gli occhi tutti i giorni e non ci si fa caso. In viale Andrea Doria, di fianco alla Stazione Centrale, ci sono i resti di Cascina Pozzobonelli, una costruzione risalente all'epoca rinascimentale.
viale Andrea Doria - Milano mappa
Inaugurazione 30/12/2018
Per conoscere bene Milano, si sa, occorre spesso andare alla ricerca dei suoi tesori artistici e delle vestigia della sua storia, nascosti in angoli poco battuti della città. Talvolta però capita di averli sotto gli occhi tutti i giorni e non ci si fa caso. In viale Andrea Doria, di fianco alla Stazione Centrale, ci sono i resti di Cascina Pozzobonelli, una costruzione risalente all'epoca rinascimentale. La zona è ad alta frequenza di passaggio, eppure in pochi si accorgono di un porticato e di una piccola cappella ottagonale, anche perché l'edilizia novecentesca, negli anni, è stata impietosa ed ha congestionato l'antica costruzione tra strade e palazzi.

La Cascina Pozzobonelli fu eretta attorno al 1492 per volere di Gian Giacomo Pozzobonelli, appartenente ad una delle famiglie più influenti di Milano, come villa suburbana per la villeggiatura in un luogo che ai tempi era aperta campagna. Composta da casa padronale e rustici, la cosiddetta cascina si articolava in un palazzo a pianta rettangolare con due cortili e ampi saloni; dal lato nord si apriva un portico a dieci arcate terminante con una piccola cappella ottagonale, le uniche parti giunte fino a noi. Il Pozzobonelli ne fece la propria dimora di delizie e svaghi, mentre in città aveva la residenza urbana, il Palazzo Pozzobonelli, ancor oggi visibile in via Piatti.
La sua triste fine coincide con il declino della famiglia Pozzobonelli verso la fine del Settecento: il Palazzo fu demolito a più riprese tra il 1898 e il 1907, con l'apertura di viale Andrea Doria e l'inizio della costruzione della Stazione Centrale.

La parte superstite del portico si presenta con una serie di leggere colonne che reggono archi in mattone scoperto e al suo interno sono ancora visibili, anche se molto deperiti, affreschi a monocromo. La cappella a pianta centrale presenta un tamburo ottagonale con aperture a oculo su ogni fianco, sovrastato da un alto lanternino, che rimanda ai modi di Bramante e in particolare a Santa Maria delle Grazie. La cascina Pozzobonelli si inseriva così in pieno clima culturale della corte di Ludovico il Moro.
Sarà stato proprio il grande Bramante a realizzare l'edificio? L'ipotesi è verosimile e, in ogni caso, la costruzione riconduce senz'altro all'ambito bramantesco.

Una curiosità: nel portico è raffigurata una veduta del Castello Sforzesco che mostra la torre, detta “del Filarete”, prima del crollo del 1521. Da questa immagine prese spunto Luca Beltrami quando agli inizi del Novecento ricostruì la torre nell'ambito dei restauri del Castello.

Oggi accanto al piccolo porticato e alla cappella sono sorti anonimi edifici che ospitano diversi hotel, che si dispongono quasi come un abbraccio attorno all'antica struttura. Un'accortezza che, quantomeno, non ha totalmente deturpato i resti di un pezzo della vivace epoca rinascimentale di Milano, che oggi andrebbe recuperato con opere di restauro e di valorizzazione. In un periodo in cui si sta dibattendo sulla riapertura dei Navigli per rilanciare l'immagine di Milano, pensare anche di riportare all'attenzione di tutti quel che resta di antichi gioielli cittadini non sarebbe una cattiva idea, anzi potrebbe essere un buon proposito per l'anno nuovo. Il nostro, intanto, è quello di fermarci per dare un'occhiata alla Cascina Pozzobonelli la prossima volta che passiamo dalla Stazione Centrale e portare indietro nel tempo per qualche istante la nostra immaginazione.


 
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