di Clara Bartolini
I Believe in miracles- è il titolo della mostra proposta dal Museo delle Culture fino al 11 settembre 2022. Prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano Cultura, è il risultato di un percorso di ricerca artistica di David La Chapelle che dura da una vita. Curata da Denis Curti e Reiner Opoku, propone 90 lavori tra grandi opere, installazioni site-specific e nuove produzioni tra cui un potente filmato, giunti direttamente dallo studio dell'artista. Una visione personalissima che il Mudec ha scelto di presentare come uno strumento di riflessione antropologica sul presente tanto complesso nel quale viviamo. Un racconto ricchissimo di suggestioni, un percorso che mette al centro uno sguardo critico sull’animo umano, analizza l'uomo e il rapporto con sé stesso, l’uomo nell’ambiente circostante e nella società, l'uomo nella Natura.
Nella mostra si sviluppano alcuni temi. Con Land Scape (2013) La Chapelle invita all’uso critico e consapevole delle risorse fossili, rigetta l’antropocentrismo, ricordandoci che la sopravvivenza umana non può prescindere da quella della Natura. Spree (2019-2020) sviluppa il tema conflittuale tra natura, civilizzazione e ostentata opulenza. Emblematica la nave da crociera incagliata in un mare di ghiaccio, a voler rappresentare lo schianto inesorabile del lussuoso mondo contemporaneo e del futuro problematico e scioccante che sembra attenderci. Revelations (2020) parla di una società contemporanea angosciata dall’incertezza e dall’instabilità, dove l’Apocalisse scatena panico e dove comunque l'artista vede un piccolo spiraglio di luce all'orizzonte. In New World (2007-2017) è evidente il desiderio di pace e di purezza, alla ricerca di nuove possibilità di interazione con la natura e il mondo circostante. In questo nuovissimo e originale progetto espositivo, molti lavori assumono una luce nuova, una consapevolezza maggiore, giunta con le tragiche esperienze di questi ultimi anni, quasi i fatti fossero osservati retrospettivamente dall’artista secondo un rinnovato punto di osservazione. È il caso della serie di nuovi scatti per la prima volta esposti in una mostra, dopo l’esperienza del biennio pandemico e concepiti nel contesto naturale delle foreste hawaiane, dove La Chapelle ha fissato da allora la sua residenza. Gli scatti interpretano alcuni passaggi della Bibbia e sembrano dichiarare un cambio di passo. Il suo stile si fa più intimo e riflessivo, diventa anche più realistico. I colori appaiono meno saturi rispetto alle opere precedenti, in una riflessione sui nostri valori e sul bisogno di riconoscersi anche in un nuovo mondo, frutto, spera l'artista, del "miracolo". Da vedere.
CLARA BARTOLINI
