Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest
di Clara Bartolini
L’Ungheria, prima a partecipare, rinnova la sua sempre intensa collaborazione con l’Italia e mette a disposizione di Palazzo Reale le opere del più importante museo nazionale. Una serie di capolavori che rivisitano l’arte in Europa, spesso provenienti da collezioni italiane quali quelle del Patriarca di Venezia Làszlo Pyrker che confluì in quella di Budapest o opere delle collezioni Barberini, Borghese, Doria Panfili per citarne solo alcune. Le sale iniziano con: “Rinascimento italiano”, dove un appassionato disegno di Leonardo Da Vinci si accompagna a un suo memorabile bronzetto e un mitologico Lorenzo Lotto con Apollo dormiente e le Muse. Nella stessa sala il “gioiello” di luminosa bellezza soprannominato “Madonna Esterhazy” di Raffaello. Già prestata dall’Ungheria a Milano l’anno scorso a Natale e presentata a Palazzo Marino. Per il Cinquecento della Serenissima: Lorenzo Lotto con Apollo e le Muse con la Fama, Il Tintoretto con la spettacolare e innovativa opera “Cena in Emmaus”, e poi Tiziano e Veronese solo per citarne alcuni.