Topografia d'arte di Sally Gabori alla Triennale di Milano
Clara Bartolini
Fino al 14 maggio la fondazione Cartier porta alla Triennale di Milano il lavoro della più significativa artista australiana degli ultimi vent'anni . Un personaggio unico nel suo genere che ha iniziato a dipingere a ottant'anni per raccontare il suo paese e il suo mondo. Nata sull'isola australiana di Bentinck dal gruppo aborigeno dei kaiadilt ne viene sradicata a causa di un ciclone che costringe gli abitanti sopravvissuti ad una migrazione. Sally viene così trasportata con tutto il suo piccolo gruppo etnico sull'isola di Mornington, e gli adulti vengono separati dai bambini per resettarli e cancellare in loro tutte le tradizioni più antiche dai religiosi inglesi .La trasmigrazione temporanea si trasforma in stabile. Solo moltissimi anni dopo Sally Gabori e i suoi compagni rimasti possono ritornare nell'isola che ha dato loro i natali. La gioia è immensa e ispiratrice e forse per questo la pittura di questa artista si manifesta in un'arte topografica che racconta gli angoli della costa della sua isola ritrovata, le baie, i promontori, le ceste che le donne intrecciano per pescare. Tutto questo viene rappresentato nelle sue opere potenti, gigantesche e dai colori prorompenti, producendo forti emozioni nello spettatore per la potenza ancestrale delle opere.